Pubblico impiego, analisi e prospettive.

Portare la pubblica amministrazione dal fordismo al postfordismo:è quello che stanno facendo gli ultimi governi. Lo fanno d’autorità:per decreto e aumentando il potere dei dirigenti pubblici. Usano sia strumenti postfordisti, come la misurazione della qualità della prestazione lavorativa, sia fordisti, come la cassa integrazione, per aggirare la rigidità, tutta fordista, dei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego e del lavoro pubblico.
Se si accetta la divisione del lavoro per cui una parte di attività di cura,formazione e amministrazione della forza lavoro è svolta da lavoratrici e lavoratori di enti locali, asl, scuola,istituti previdenziali, il passo successivo, per incide sulla realtà, diventa individuare strategia di intervento nel pubblico impiego da parte di anarchici e libertari.Vediamo alcuni punti.
1. Il sistema della pubblica amministrazione è complesso,farraginoso: è una buona cosa per chi sa muoversi. Bisogna intervenire tenendo conto(con Proudhon) che opposizioni e antinomie sono la struttura stessa del sociale, non sono sintetizzabili.
2.Quanto servono i metodi di lotta nella P.A.(spesso esercitati individualmente, slegati da solidarietà e prospettive generali)come l’autoriduzione di tempi e carichi di lavoro? L’intervento sindacale va pensato dentro un patto sociale che lega (per la divisione del lavoro)i dipendenti pubblici ai cittadini. Qualcuno ha scritto che “rifiuto del lavoro e sabotaggio producono innovazione”. Se poteva valere nella fabbrica fordista, nella Pubblica amministrazione ai tempi della società dell’informazione ha prodotto Brunetta e il linciaggio dei dipendenti pubblici tutti.

3.I contratti collettivi nazionali e spesso quelli aziendali fotografano la lotta di classe nella P.A.. E’ una lotta dall’alto verso il basso. Le risorse economiche sono spostate a dirigenti, vicedirigenti, ceto sindacale, tecnici, politici. E’ ignorata l’idea che il lavoro sia una fatto sociale, un prodotto collettivo cui concorrono tutti perché è un’idea che porta all’egualitarismo.
4.L’egualitarismo e la vera guerra continua agli sprechi sono due punti da sviluppare da parte del sindacato di base libertario. I CCNL danno (limitati )strumenti di recupero di reddito (banca delle ore)e, in sede decentrata, di redistribuzione del reddito ( qui entra in gioco la burocrazia confederale che controlla le RSU). Gruppi aziendali e sezioni provinciali possono svolgere funzione di analisi e intervento nella complessità da dentro le aziende pubbliche e dall’esterno.

 

5.La P.A. farraginosa e complessa produce mancanza di senso in chi ci lavora. Al contrario, fare società, politiche per contrastare anomia, individualismo, povertà materiale e morale, creare senso e identità è una direttrice di intervento da non sottovalutare neppure nelle PP. AA. .
6.Nella complessità della P.A. è centrale la stratificazione, la composizione di classe del lavoro pubblico( mi riferisco in particolare agli enti locali, dove è evidente la poca omogeneità del personale, nonostante la ripetitività delle mansioni di lavoro. E’ l’estrema statificazione una delle ragioni che permette,ad es.,riforme delle pensioni e, dall’altro capo, del lavoro dei neoassunti senza colpo ferire).In quali strati del lavoro amministrativo può radicarsi meglio il sindacalismo di base libertario? C’è negli enti locali una categoria portante che equivalga agli infermieri dell’U.S.I. o proprio la complessa stratificazione e il peso della politica rendono impossibile l’azione sindacale dei libertari negli enti locali?Che cosa faranno i 30-40 enni, con titoli superiori ma inquadramento basso e carriere bloccate, approdati al posto fisso in P.A. dopo anni di precariato, prendendo gli ultimi treni di concorsi e stabilizzazioni?Passeranno la vita a pagare il mutuo, separarsi, consumare cose ed esperienze?Come reagiranno alla crisi economica, morale e politica che morde anche loro? Cosa faranno nelle ristrutturazioni che stanno interessando la p.a., come l’accorpamento dei piccoli comuni?
7.In novembre la segretaria della Cgil Funzione pubblica Dettori lamenta i licenziamenti minacciati dal governo, ma soprattutto che non siano concertati coi confederali. FP Cgil è legata alla Fiom per comune matrice intellettualoide-comunistoide dei suoi quadri; è moderata, specie con governi nazionali e locali che considera amici. Da qui si apre uno spazio in cui cercare l’egemonia culturale nel complesso mondo dei dipendenti pubblici attraverso analisi, interventi, indicazione di metodi di lotta e una piattaforma sindacale per gli enti locali che sia punto di riferimento anche per quelle aziende pubbliche dove l’U.S.I. non esiste ancora.
8.Se nel movimento anarchico storico gli impiegati pubblici erano pochi(Umberto Marzocchi;Onofrio Lodovici a Carrara,mentre dal Dizionario biografico degli anarchici italiani risulta forte la componente degli operai di mestiere) oggi il risultato della scolarizzazione diffusa e generica degli anni 70-80-90(anch’essa un aspetto del fordismo)è che anarchici e libertari lavorano nella P.A..E’ una ragione di più per intervenire in modo coordinato e non subalterno in questo campo del mondo del lavoro.
9. C’è da essere coscienti di alcune antinomie :la P.A. è STATO, nel senso che comunque applica un potere sul cittadino(autoritarietà). La burocrazia è contraria all’autogestione: è fatta di carta contro vite e cose. Non dimentichiamo Cafiero, Malatesta e la Banda del Matese che stendono la bandiera rosso nera sul municipio, di Letino,aboliscono la tassa sul macinato e distruggono titoli di proprietà e atti amministrativi posseduti dal comune. Lo sciopero nella P.A. è sterilizzato dalla legislazione antisciopero.
10.Un’azione che non vuol essere mera testimonianza, dovrà cercare di continuo un punto di equilibrio fra le antinomie che, in prima approssimazione e solo per discuterne, potrebbe essere:fare politica sindacale autogestita dove le situazioni e persone non rendono possibile, come a Urupia,come a Libera di Modena, l’augestione subito.

 

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