MILANO 27 giugno 2011. Presidio solidale NO TAV

Questa sera, in oltre 500 solidal

i, ci siamo ritrovati in piazza San Babila per un
presidio di solidarietà con i resistenti NO TAV del ValSusa aggrediti militarmente
stamane dalle forze del disordine statale.
Dopo circa una trentina di minuti si è deciso di dar vita ad un corteo spontaneo e non
autorizzato per le vie del centro cittadino.
In diverse occasioni si è “rischiato” il contatto con i “caschi blu” che sbarravano le
strade al corteo ma alla fine, a parte l’impossibilità di recarsi in Prefettura protetta
militarmente da diversi blindati a sbarramento delle vie d’accesso, il corteo è riuscito
ad essere molto comunicativo creando non pochi problemi al traffico automobilistico e
sciogliendosi in Porta Venezia dopo circa un paio d’ore.
Come USI-AIT eravamo presenti in diverse compagne e compagni con le nostre
bandiere (a parte due bandiere FIOM nessuna altra presenza sindacale in piazza…)
In allegato il volantino che è stato redatto e messo a disposizione del movimento
anarchico e libertario milanese con libertà di firma e diffusione a chi vi si riconosceva e
ne condivideva il contenuto.
Saluti anarcosindacalismi
Paolo Masala (USI-AIT Milano Sez. Martesana)

Solidarietà ai NO TAV
Com’era purtroppo prevedibile dopo gli annunci bellicisti del neo sindaco PD Fassino
prima e del ministro leghista Maroni poi, stamane all’alba oltre 2500 sgherri del potere in
divisa hanno attaccato con ruspe, autoblindo e scariche di lacrimogeni i Resistenti NO
TAV della Libera Repubblica della Maddalena.
Come tutti ben sappiamo il popolo resistente della Val Susa è da oltre un decennio che si
oppone, in modo pacifico ma determinato, alla costruzione di questa ennesima inutile,
faraonica e disastrosa “opera pubblica” che di pubblico non ha nulla visto l’immenso
interesse economico su cui gravita un gran numero di aziende private.
L’Alta Velocità ferroviaria non ha nulla a che spartire con quella mobilità sostenibile e
alternativa al traffico su strada che da sempre auspichiamo.
Per costruire la TAV si stanno spendendo miliardi di euro pubblici sia nazionali che
europei ricavati anche dall’aumento sconsiderato delle tariffe ferroviarie, dal risparmio dato
dal taglio di un consistente numero di linee ferroviarie per lo più ad uso dei pendolari
lavoratori.
La TAV quindi mostra anch’essa il suo profondo carattere di classe: treno per ricchi, per
manager, per politici e non certo per la classe lavoratrice.
Il danno ecologico è stato ampiamente documentato e provato e basterebbe andarlo a
verificare lì dove già oggi, purtroppo, la TAV corre per gli Appennini.
Lo Stato e i suoi governi, nazionali o locali che siano, hanno ampiamente dimostrato la
loro totale incapacità a dare risposte concrete ai reali bisogni delle popolazioni.
Lo vediamo da Sud a Nord dello Stivale: dall’immondizia di Napoli alla TAV valsusina
passando per il prossimo Expo milanese.
L’unica risposta può solo venire dal protagonismo diretto delle popolazioni, dal loro
processo di autogestione e mutuo appoggio, di autonomia e alterità dagli interessi politici
ed economici del Capitale e dello Stato.
La lotta NO TAV
è la nostra lotta

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