MARCELLO CARDONE

E’ morto Marcello Cardone.
E’ difficile ricostruire una vita come quella di Marcello, senza dubbio complessa, piena (nel bene e nel male) di momenti forti e capace di aprire problematiche non facili da inquadrare. Sta di fatto che Marcello ha fatto parte della storia del nostro movimento libertario e dell’U.S.I. e quindi la sua figura va ricordata e cercheremo di farlo con la massima obiettività possibile attenendoci ai fatti oggettivi, alle documentazioni esistenti ma anche ai racconti della sua vita che in più occasioni ci fece lo stesso Marcello.
E’ ancora poco più che ragazzo quando partecipa alla lotta partigiana.Fonda, dopo l’ 8 settembre la brigata “Stalin”. Molti sono i fascisti uccisi dalla sua brigata, molte (secondo i suoi ricordi) sono le esecuzioni che hanno Marcello per protagonista.
Durante la battaglia di Roma contro i tedeschi conosce alcuni noti partigiani anarchici cominciando un percorso di avvicinamento alle idee libertarie.

Nel 1945 Cardone entra nella Federazione Anarchica Italiana e negli anni successivi sarà attivo in uno dei gruppi più importanti della federazione, quello di “Roma Centro” con il quale partecipa all’esperienza che darà vita (nel periodo fine anni quaranta-inizi anni cinquanta) ai G.A.A.P. (Gruppi Anarchici Azione Proletaria) fautori di un movimento fortemente organizzato e orientato in senso classista.
Con la fine dell’esperienza dei GAAP (metà anni cinquanta), che darà vita a un nuovo movimento comunista, Marcello non sarà tra quelli che rientreranno nel movimento anarchico e sarà invece attivo in diverse esperienze. Senza dubbio importante è il suo ruolo in un movimento comunista di tendenza titina, messo su in Italia dalla Jugoslavia anche in chiave antistalinista. Sembra che (almeno stando ai racconti fatti da Marcello), alla fine di quell’esperienza sia stato Cardone a dover fronteggiare le ire di Tito che aveva finanziato l’operazione.
Grande l’impegno di Marcello, anche con incarichi di alto livello, a livello sindacale nella CGIL.
E’ a metà degli anni settanta che Marcello rientra nella Federazione Anarchica Italiana. Sono anni di lotta, con un movimento antagonista sempre più radicalizzato e sovversivo. Marcello ricostituisce il gruppo FAI “Roma Centro” che opererà all’interno della Federazione insieme a un altro gruppo romano “Lotta Proletaria”. Nel 1977 Cardone è l’oratore ufficiale degli anarchici alla manifestazione in ricordo della morte di Franco Serantini. L’altro oratore (per Lotta Continua) è Mimmo Pinto. E’ una giornata molto tesa caratterizzata da continui incidenti che culminano dopo l’intervento di Cardone in durissimi scontri tra anarchici e il servizio d’ordine di lotta Continua che attacca i compagni dopo che alcuni avevano staccato (con un’accetta) i fili dell’impianto per non far parlare Mimmo Pinto. Un diluvio miracoloso evita il peggio che sembrava inevitabile visto la violenza degli scontri.
Nella FAI a Cardone e al gruppo “Roma Centro” viene affidata la Commissione problemi del Lavoro. Al tempo Marcello e la sua componente (allargata anche a gruppi liguri e del mantovano) sono per una linea “consiliarista” (interna quindi anche ai sindacati confederali). La situazione spagnola, con l’uscita dalla clandestinità della CNT e una sua vertiginosa crescita (tanto da farne il soggetto più conflittuale e numericamente più forte di tutto l’antagonismo europeo) determinano la necessità per l’AIT di promuovere lo sviluppo di movimenti anarcosindacalisti in tutto il continente.
Cominciano intensi rapporti (favoriti dalla CRIFA con allora segretario Umberto Marzocchi) tra la Commissione Lavoro della FAI e il segretariato AIT (allora affidato agli esuli spagnoli in Francia). E’ in questo contesto che Marcello è il suo gruppo si fanno promotori in Italia del progetto di riattivazione dell’U.S.I.  Esce a Roma, stampato dalla stessa tipografia di Cardone, un periodico che si richiama a una gloriosa testata dell’anarchismo di classe “Il Libertario” che darà voce alla questione U.S.I. e ai problemi sindacali e sociali.
Alla fine del 1977 sia ha a Livorno una prima riunione, interna alle varie anime del movimento anarchico, sulla questione dell’USI. Cominciano a farsi strada varie posizioni ed emergono polemiche accentuate dal fatto che un progetto che riguarda i lavoratori in quanto tali nasca e venga diretto all’interno del movimento specifico e non in un autonomo contesto d’autorganizzazione di massa.
Nei mesi successivi Marcello darà vita a una campagna di incontri e collegamenti (pro USI) così vasta come mai era capitato di vedere nel nostro movimento. Tutta Italia viene settacciata, più o meno tutte le realtà sono contattate. I risultati si vedono al primo attivo di base dei lavoratori per l’USI (Roma aprile 1978) in una Roma blindata e militarizzata nei giorni del rapimento Moro, con 400 delegati e realtà non solo d’estrazione anarchica ma provenienti anche dalla generale conflittualità sindacale e sociale.
Una delle tre relazioni introduttive (che formeranno un opuscolo propagandistico dell’attivo) è svolta da Cardone. Un secondo attivo di Base nel dicembre del 1978 si svolge a Genova (anch’esso con una grande partecipazione) e vede il radicarsi di una frattura tra i partecipanti (due mozioni diverse). Nell’aprile del 1979 con la Conferenza Organizzativa di Parma la componente che vuole dar vita da subito all’U.S.I. si da le strutture nazionali che portereanno nel 1983 (Ancona) al Congresso di riattivazione dell’USI.
Nel frattempo Marcello, il suo gruppo e la sua componente, vengono fatti uscire dalla FAI a causa di una grave lacerazione interna dovuta a motivi (che la maggioranza della federazione reputa molto gravi) relativi alla questione del Comitato di Difesa.
L’impegno di Cardone si esplica quindi nell’USI durante gli anni ottanta e novanta. Tra l’altro, oltre all’impegno sindacale ricopre varie volte incarichi nella commissione internazionale e partecipa a molte riunioni dell’AIT.
Agli inizi degli anni novanta elementi etrogenei (provenienti da esperienze marxiste e dai Cobas) entrano nell’USI romana prendendone la direzione. Si allontanano in questa fase i militanti romani dell’USI che avevano ricostruito e sviluppato il sindacato (come nella Sanità).
Cardone si fa promotore di una tendenza che vuole accentrare a Roma la direzione del sindacato nazionale. Da qui i primi dissidi interni con altre sezioni fino al tentativo, da parte della struttura romana, di traghettare l’USI in un contenitore confederale (ARCA) insieme ad alcuni sindacati di base e a sindacati gialli e corporativi. Questo provoca uno scontro fortissimo nell’Unione (che rifiuta l’entrata nell’ARCA) e dà vita alla scissione dall’USI (1995) da parte della componente romana e delle realtà nazionali ad essa collegate.
Marcello ha un ruolo attivo all’interno della scissione ed è lui che guiderà una delle due delegazioni che si presenteranno al Congresso dell’AIT nel 1996. L’AIT riconoscerà l’USI che aveva celebrato il suo legittimo congresso a Prato Carnico come unica sezione italiana dell’Internazionale e allontanerà, per le sue posizioni autoritarie, la componente romana dall’AIT.
Negli anni successivi Cardone ricoprirà anche l’incarico di segretario nazionale nel sindacato degli scissionisti dell’USI fino a che, entrato in contrasto con la dirigenza scissionista romana, si allontanerà anche da questi.
Ma Marcello continuerà fino alla fine il suo impegno militante partecipando, come ex partigiano anarchico, a conferenze e iniziative del movimento, in patricolare sulla tematica dell’antifascismo.
Il suo cospicuo archivio è stato da lui donato alcuni anni fa alla “Fondazione Ugo La Malfa”.
Ora la notizia della sua morte che sinceramente ci rattrista. Con lui abbiamo avuto modo di polemizzare e anche di scontrarci duramente, ma immutato in noi rimane il rispetto per un compagno che, a suo modo e con tante contraddizioni, ha dato tanto per la riattivazione e la crescita del nostro Sindacato.

ARCHIVIO NAZIONALE USI-AIT

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