“Aprite l’emodinamica alla Murgia!

“Il grido di un’intera comunità discriminata”

Siamo ritornati a lottare per la gente contro l’intenzione del governo regionale Emiliano di non attivare l’unità operativa di emodinamica dell’Ospedale della Murgia – F. Perinei.

Un altro esperimento sociale e politico che ha visto contrapporsi in campo durante i mesi di preparazione, liberi cittadini ed esponenti politici di maggioranza e opposizione.

In verità la campagna di sensibilizzazione da noi realizzata su #SALVIAMOCIILCUORE e sfociata nella manifestazione di protesta popolare del 3 dicembre u.s. ha dimostrato tutta l’inconsistenza delle intenzioni e delle promesse dei politici e burocrati delle istituzioni locali e regionali nell’ottemperare agli impegni intrapresi; il mantenimento della linea programmatica di continuare a centralizzare gli infartuati del territorio dell’Alta Murgia in centri HUB come l’ente ecclesiastico Miulli di Acquaviva o le cliniche private accreditate di Bari (ben dieci emodinamiche di questo genere, a fronte dell’unica struttura pubblica tra Altamura e Gravina in Puglia, dove dopo aver speso milioni di euro e realizzato e ultimato l’emodinamica, in barba al D.M. 70-2015 non si vedranno ancora aprire i battenti di questa struttura); ma soprattutto la necessità della protesta dal basso. Una protesta apartitica, trasversale, che ha tentato di recuperare tutta la valenza politica della mobilitazione popolare contro la stridente discriminazione sociale cui è sottoposto il bacino d’utenza di Altamura, Gravina e Poggiorsini: circa 130.000 abitanti in totale. Il “miocardio è tempo” significa che un infartuato dovrebbe giungere in UTIC-Emodinamica entro la cosiddetta “golden hour”.

Gli infartuati della zona murgiana aspettano in media tre ore. Eppure tra cardiopatici ischemici, aritmici, affetti da patologie cardiovascolari, acuti e cronici in follow-up, i numeri ci sono! Più si è marginali ed esclusi più ci si dovrebbe autodeterminare a rivendicare alla Regione che rispetti lo stato di diritto, l’equa distribuzione delle risorse territoriali, un uguale possibilità d’accesso alle cure salvavita in urgenza, il rispetto ortodosso delle regole che lo Stato stesso ha sancito. Il 3 dicembre qualche centinaio di persone ha voluto gridare il proprio sdegno per l’ostracismo verso questa comunità; che ci siano altri interessi, che i fondi pubblici deraglino sui binari della crematistica dei tanti Ciacco golosi di dantesca memoria, la gente ne ha consapevolezza, ma rimane il “gran disio…di savere se ‘l ciel li addolcia, o l’inferno li attosca” soprattutto se dopo aver dimostrato la verità dei fatti con gli argomenti (il “polei kai logo khrestai” foucaultiano) – la maggioranza silenziosa post-politica, per dirla con Zizek rimane ancora cinica e rassegnata alla falsità del politicamente corretto. Non che la gente non sappia quello che vuole, piuttosto, la rassegnazione e il cinismo le impedisce di tradurlo in azione, di conseguenza il risultato è lo scarto curioso tra ciò che desidera e come agisce o vota. Forse talora occorrerebbe ricordare il precetto di Lacan che vivere secondo i desideri non ci renderà mai liberi. Così come il delegarne la realizzazione ad altri! Insomma sono di fronte ad uno spaccato sociale che si ripropone in tante altre realtà e settori. Un osservatorio che mi riporta alla mente l’interpellare mancato di Althusser: viene evocato un individuo che mentre cammina distrattamente per strada, viene richiamato all’improvviso da un poliziotto: “Ehi! Lei, laggiù!” Nel rispondergli – ovvero nel fermarsi e voltarsi verso il poliziotto – l’individuo riconosce-costituisce se stesso come il soggetto del Potere, del grande Altro-Soggetto. L’ideologia “trasforma” gli individui in soggetti (li trasforma tutti). Butler ne “La vita psichica del potere” critica la scena interlocutoria althusseriana: la “voce” della legge statale che si manifesta nella figura del poliziotto è una secolarizzazione acritica dell’autorità dell’interpellazione divina.

In pratica il potere si presenta come “una forma di autorità alla quale è impossibile resistere” ed è proprio sulla scorta di queste considerazioni che Butler approfondisce ciò che, a suo dire, Althusser lascia non tematizzato, e cioè la natura di questa “inclinazione” dell’essere umano a lasciarsi vincolare dall’interpellazione autoritaria.

Francesco Papappicco

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