La sanità non è un bancomat

Mobilitazione all’ospedale San Carlo contro la Riforma della sanità lombarda

 

Già in una comunicazione del Clio – Usis del San Carlo si denunciavano le gravi conseguenze della nuova riforma della sanità lombarda che “prevede un nuovo assetto istituzionale delle aziende ospedaliere e del Asl con accorpamenti e la ridefinizione di confini territoriali…” E si sottolineava “E’ di poche settimane la notizia che il CPS (Centro Psico Sociale) di Corsico, struttura territoriale appartenente al Dipartimento Salute Mentale (DSM) del San Carlo, è stata accorpata all’azienda ospedaliera di Rho-Garbagnate.

 

Questo significherà che per l’attuale bacino di 3000 utenti di pazienti psichiatrici un allontanamento dal centro del servizio di circa 25 Km, rispetto ai 4 Km attuali, con gravi disagi di questi pazienti e dei loro famigliari. Inoltre una pesante ricaduta ci sarà per l’attuale personale addetto, di cui non si sa tutt’ora se saranno costretti al trasferimento o se avranno la possibilità di rifiutare.

 

Nella giornata del 23 ottobre la RSU del San Carlo si è decisa a promuovere una iniziativa di protesta con una assemblea dei lavoratori, dalle 9 alle 12, aperta alla partecipazione pubblica, all’interno dell’ospedale nello spazio all’aperto fuori dall’atrio dell’ingresso principale. Nell’indizione dell’assemblea si accusava, come primo risultato della Riforma “la demolizione del sistema di rete che garantisce la cura del disagio mentale dei disturbi neuropsicologici, partendo dall’ospedale fino ad arrivare al territorio” e si considerava che “i primi a pagarne le conseguenze sono i pazienti”.


All’assemblea hanno partecipato circa 200 lavoratori e lavoratrici.


Si sono susseguiti interventi di protesta, ma è stato rimarcato anche una scarsa sensibilizzazione alla mobilitazione da parte dei dipendenti stessi, senza avere il coraggio da parte dei Sindacati Confederali in particolare, di riconoscere che anni e anni di pompieraggio hanno prodotto questi risultati.

 

Un delegato nell’interveto ha osservato, chiamando in causa Gianni, una vecchia bandiera dell’USI del San Carlo, che gli aveva mostrato un cd delle lotte di vent’anni orsono, come le problematiche erano le stesse: scandali e appalti malavitosi, come se il tempo non fosse passato. E’ stata comunque espressa la volontà di proseguire nelle mobilitazioni. Particolarmente attivo si è dimostrato il personale coinvolto nel servizio del “Centro Psico Sociale”.

 

Il “coordinamento della sanità milanese” si è riproposto di entrare nel merito della Riforme sanitaria lombarda e delle sue conseguenze, per attivare iniziative anche nel territorio.

e.m.

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