8 marzo al San Carlo di Milano

Come era già stato preannunciato si è svolto nella mattinata di domenica 8 marzo, nella ricorrenza della giornata rivendicativa per la donna, un presidio di protesta fuori e dentro l’ospedale San Carlo contro la soppressione della struttura del Soccorso Rosa.



L’USI del San Carlo aveva messo a disposizione all’interno dell’ospedale la propria sede come base di appoggio all’iniziativa. La sede, situata sotto il loggiato nel tragitto che dal cancello arriva fino all’entrata principale all’interno, era disposta con una mostra di cartelli di denuncia contro la soppressione dell’importante servizio. All’interno era stato organizzato un rinfresco a disposizione del pubblico che partecipava numeroso.
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All’esterno del cancello d’entrata si era posizionata la Cgil coordinata dal funzionario Carotti, segretario provinciale della Fp, con un banchetto per la raccolta di firme. Una azione molto strumentale dal momento che la Cgil non si è a tutt’oggi pronunciata ufficialmente contro la soppressione di tale servizio. Alla Rai venuta per l’occasione la compagna dell’USI, impegnata in prima persona nel Soccorso Rosa, spiegava le gravi conseguenze che ne derivavano da questi tagli:Il Soccorso Rosa, aperto l’8 marzo 2007, è uno dei primi centri antiviolenza di Milano e si rivolge a ogni donna, giovane o anziana che sia, abile o disabile, italiana o straniera. Fa parte della rete dei centri antiviolenza del Comune di Milano fornendo assistenza e presa in carico a 360° delle donne e dei minori vittime di abusi e violenze. Nel 2014 ci sono stati 514 accessi di vittime, 384 arrivate in emergenza con lesioni gravi. Per il 98% donne italiane.”
Il compagno Gianni evidenziava alla giornalista come l’USI era stato l’unico sindacato all’interno a denunciare il taglio di questo importante servizio, con “buona pace” del funzionario della Cgil presente che non l’ha presa tanto bene. Non è un caso – osservava Gianni – che all’iniziativa stessa non era presente un solo delegato o delegata RSU Cgil del San Carlo.

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Un gravissimo fatto si è verificato durante il presidio, nella parte esterna gestita dalla Cgil. L’individuazione di un gruppetto di giovani di “Forza Nuova” presenti ha creato una situazione di grave imbarazzo e soprattutto d’indignazione da parte di compagne e compagni antifascisti presenti che hanno preso a manifestare contro la loro ingombrante presenze, al grido di “fuori i fascisti”. Grazie alla protezione di un folto schieramento di polizia e giovando soprattutto dell’atteggiamento protettivo da parte del funzionario della Cgil, e da qualche donna della sua organizzazione, che hanno difeso la legittimità di tale presenza perchè anch’essi avevano sottoscritto la petizione, questi “figuri” in tal modo si sono permessi di soffermarsi.

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Non mi meraviglierei che siano stati mandati dalla stessa cordata “Fratelli La Russa” ai quali la regione ha affidato il controllo politico del San Carlo, con evidente scopo provocatorio.

Enrico Moroni

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