Presidio davanti al San Carlo

Si è svolto nella mattinata di domenica 1 marzo, dalle 10 alle 12 come preannunciato, il Presidio di protesta soprattutto per denunciare le condizioni di malasanità del reparto pediatrico, dove vengono curati i bambini. L’appuntamento era stato preparato con diversi volantinaggi informativi durante la settimana nei mercati rionali della zona, riscuotendo abbastanza attenzione. Nel Presidio sono stati posizionati diversi striscioni: quello del Coordinamento della Sanità, uno contro i tagli dei posti letto, ecc. Erano esposte bandiere dell’USI e di sindacati di base partecipi.

E’ stato predisposto un banchetto per la raccolta di firme già incorso da qualche tempo. C’è stata una presenza di una quarantina di partecipanti, mentre molti dei passanti si fermavano a sottoscrivere. C’è stato uno spiccheraggio continuato di informazione e di denuncia per il degrado al quale è sottoposto questo importante ospedale pubblico nel territorio. La mobilitazione era incentrata sulle cattive condizioni del reparto dei bambini, di cui già cinque anni fa era stata rilegata l’importanza di una soluzione adeguata ed immediata ( si parlava entro 6 mesi). Malgrado i finanziamenti di 3 miliardi di euro i lavori si sono protratti anche per il gioco degli appalti ai quali sono stati affidati i lavori. Ma è ormai da tempo, e sono passati 5 anni, che il nuovo reparto è stato predisposto, ma tutt’ora si trovano motivi per una impedirle l’ apertura. Si è anche fatto presente la chiusura avvenuta degli ambulatori di otorino e audiometria vittime dei tagli, mentre le strutture di Pronto Soccorso, che hanno un ruolo di primaria importanza nel territorio, sono ormai al collasso.

L’ultimo attacco è quello che tende a chiudere, attraverso l’accorpamento, il “soccorso rosa, un reparto a sostegno delle donne vittime della violenza (ci sarà un nuovo Presidio l’8 marzo) che ha rappresentato un valido aiuto per centinaia di donne. Quello del San Carlo è un ospedale pubblico che vantava 1400 posti letto che man mano si sono ridotti a seguito di tagli, tutto a vantaggio di un processo di privatizzazione della sanità. C’è un progetto da parte della regione nefasto, se verrà portato a termine, che vuole tagliare l’edificio ospedaliero di 3 piani, fino a ridurlo a 400 posti letto.

L’informazione che veniva data aveva soprattutto lo scopo di gettare l’allarme e di alimentare la protesta, per unire la forza dei lavoratori ospedalieri con quella degli utenti e reagire all’attacco massiccio dei tagli e del prevalere delle privatizzazioni, dove la sanità diventa una merce a scapito di cure adeguate e gratuite per tutti.

Enrico Moroni


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