DALLA FESTA NAZIONALE DELL’USI SU PRECARIATO E CONTRATTAZIONE

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Si è svolta a Riotorto, presso Piombino (LI), nei giorni 4, 5 e 6 settembre, la terza festa nazionale dell’USI.  L’iniziativa, alla quale hanno partecipato circa trecento persone, è stata occasione di confronto tra compagni convenuti da diverse parti d’Italia. Due i dibattiti più significativi: quello di sabato pomeriggio sul “precariato” nel mondo del lavoro e quello di domenica mattina su “contrattazione, crisi economica e legge antisciopero”.

Il primo è stato introdotto da Sergio Onesti (USI Milano) che, dopo essersi soffermato sul vero significato del termine precario (“implorante”), ha fatto un’accurata analisi di tale condizione. Emilia Arisi (USI Parma) e Angelo Mulè (USI Milano) hanno invece relazionato rispettivamente sulle lotte sociali portate avanti dall’Unione Sindacale a Parma e sulle vertenze che hanno avuto per protagonisti i lavoratori dell’USI Sanità. Nel corso della successiva discussione è emerso come, nell’attuale contesto, sia importante, per ottenere risultati significativi in termini di riduzione del precariato, riuscire a coinvolgere nelle mobilitazioni anche i lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Onesti si è dimostrato scettico rispetto a questa possibilità, più ottimisti Emilia Arisi e Angelo Mulè.

Al dibattito su “contrattazione, crisi economica e legge antisciopero”, incentratosi soprattutto sulla contrattazione collettiva nazionale, hanno partecipato Angelo Mulè, che si è detto convinto che il governo italiano cercherà di reintrodurre le “gabbie salariali”, ossia retribuzioni differenziate per le diverse aree del paese, e Guido Barroero, che ha espresso i propri dubbi in merito. Secondo Barroero si tratta, sostanzialmente, di una proposta lanciata dalla Lega Nord per far parlare di sè. D’altro canto, a suo parere, non ha neppure molto senso, per un’organizzazione come l’USI, difendere la contrattazione collettiva nazionale. Claudio Strambi (USI Pisa) ha relazionato prevalentemente sulla legge Brunetta relativa al pubblico impiego e sui problemi che essa pone anche a livello della contrattazione decentrata; Cesare Copeta (USI Brescia), infine, ha evidenziato come oggi la contrattazione collettiva nazionale sia del tutto subordinata a scelte che vengono fatte, come minimo, a livello europeo.

Nel corso della discussione che è seguita, passando alla formulazione di proposte per fronteggiare l’aumento della disoccupazione previsto per i prossimi mesi, Angelo Mulè  si è detto convinto dell’ipotesi di provare a costruire (con tutte le forze sindacali, politiche, sociali e culturali che si riusciranno a coinvolgere), uno sciopero generale nazionale che si ponga l’obiettivo di diminuire le differenze salariali (nessun lavoratore deve poter guadagnare più del doppio del meno pagato) e di creare, con i denari risparmiati, posti di lavoro dedicati a lavori socialmente utili.

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