ANCONA 12.12.2009 L’iniziativa regionale

Si è svolta con pieno successo il 12 dicembre ad Ancona l’iniziativa regionale per il quarantennale delle bombe contro i lavoratori (piazza fontana) e dell’uccisione di Giuseppe Pinelli. L’iniziativa, che ha voluto collegare il ricordo del passato (e la ricerca di una verità ancora volutamente negata) alla situazione attuale è stata promossa – con la sigla comune di Assemblea Anarchica Marchigiana – dall’Unione Sindacale Italiana-AIT, dai gruppi, dalle federazioni, dai centri studi e dalle individualità anarchiche e libertarie delle Marche
Il primo appuntamento si è svolto al cippo della resistenza, nei pressi di Porta Pia davanti al porto. Una quarantina di compagni (nonostante le avverse condizioni climatiche) si sono radunati con le loro bandiere. Un ritratto di Pinelli è stato appoggiato al cippo. Portava la scritta: “Giuseppe Pinelli anarchico e partigiano, ucciso dallo stato il 15 dicembre del 1969”). Careri per l’USI e Paolo Braschi hanno brevemente ricordato la figura di Pinelli (dall’esperienza partigiana alla militanza anarchica ed anarcosindacalista) e la sua uccisione. Un toccante momento che è proseguito col canto della ballata di Pinelli e la deposizione di garofani rossi attorno alla foto di Pino.
Un’ora dopo nella centrale sede cittadina dell’ANPI si è svolta una conferenza dibattito sulle tematiche scaturite dai fatti del 12 dicembre cui hanno presenziato numerosi interessati, anche diversi da coloro che avevano partecipato alla commemorazione delle 16,00. Proiettato inizialmente un breve video, che ha suscitato molto interesse, con la ricostruzione, fatta da Gian Maria Volontè e da altri attori, dell’interrogatorio di Pinelli in questura e dell’assurdità delle tesi poliziesche sul suo suicidio. E’ seguita la lettura (da parte di una compagna di Ancona) della lettera che la moglie di Pinelli (Licia) e le figle (Claudia e Silvia) hanno inviato ai presenti per aver organizzato una simile iniziativa e per mantenere vivo il ricordo di Pino. E’ iniziata quindi la conferenza intervallata dai “Liberi cantori della Marca” che hanno magistralmente proposto ballate e canti su Pinelli, la resistenza e la tradizione anarchica.
Careri, per l’Archivio dell’USI, ha illustrato il perchè dell’iniziativa, il suo collegamento alla realtà attuale antifascista e di conflittualità sociale, soffermandosi (con dati d’archivio) sulla figura del giovane partigiano Pinelli (aveva 16 anni) nel contesto delle brigate anarchiche milanesi che ebbero un ruolo importantissimo nella lotta partigiana e nella liberazione di Milano.
La parte centrale e più importante della conferenza è stata la testimonianza e la relazione di Paolo Braschi, del gruppo degli anarchici milanesi che (insieme a Pinelli) operavano nel 1968-69. Braschi ha reso vivi i ricordi delle grandi lotte di quegli anni, riuscendo a creare grande attenzione tra i presenti e a costruire anche agganci con la dura situazione sociale di oggi. Incarcerato (e accusato ingiustamente) per le bombe dell’aprile del 1969 (vera e propria prova generale di quella che sarà la strategia iniziata con la strage di dicembre e la persecuzione degli anarchici), Braschi ha raccontato la sua terribile esperienza negli intrerrogatori della questura milanese (la stessa “squadra” che interrogherà e ucciderà Pinelli), le minacce e le botte subite, il ruolo in quei mesi di Calabresi, Guida, Allegra, Panizza ed infine il clima reazionario del periodo che inizierà la lunga strada delle stragi di stato, della repressione delle lotte (sindacali e sociali) e della limitazione degli spazi di libertà.
Poi i racconti del carcere dove apprende della morte di Pinelli, la scarcerazione, la campagna di controinformazione, la figura di Valpreda e tanti altri episodi di straordinario interesse storiografico e politico (tutta la testimonianza e la relazione di Braschi è stata registrata).
L’intervento di Braschi ha prodotto in sala un forte interesse e subito dopo la sua conclusione si è aperto spontaneamente un dibattito ricco e appassionato. Tra tutti ricordiamo l’intervento dell’avvocato Rino che si trovava a Milano in quel dicembre del ’69 e ci ha raccontato la sua testimonianza e ha posto interessanti quesiti sull’assurdità legale della non incriminazione dei poliziotti che interrogavano Pinelli (anche nell’ipotesi del suicidio) per la loro oggettiva responsabilità nell’accaduto. Segnaliamo anche l’intervento di Mario, anziano compagno anarchico, che ha ricordato come fu vissuto ad Ancona l’annuncio della strage e poi la notizia dell’uccisione di Pino (Pinelli collaborava ed era legato alla redazione dell’Internazionale che Luciano Farinelli pubblicava ad Ancona). Un applauso dei presenti ha ricordato anche quello che fu l’impegno anarchico di Farinelli nella nostra città.
Dopo questo primo dibattito che ha coinvolto diversi presenti, i lavori sono proseguito con l’interessante e precisa relazione di Donato Romito della Federazione dei Comunisti Anarchici, che ha messo in luce i fatti e i retroscena del ’69 e quelli degli anni successivi inserendoli in un contesto di analisi più complessivo sulle strategie che muovono le dinamiche politiche ed economiche del nostro paese.
A conclusione alcuni nuovi interventi di dibattito e quindi le note finali di un canto anarchico.
Una giornata importante che ha coinvolto realmente chi vi ha partecipato, una strada da seguire con nuove iniziative già in cantiere per i prossimi mesi.
Un’ultimo ringraziamento và ai due digossini in borghese presenti per tutto il tempo in sala. A loro va dato il merito di aver retto (nonostante l’evidente sofferenza visibile nei loro volti) più di tre ore di relazioni, dibattiti e ballate certo non congeniali ai loro reali interessi. Alla fine, per loro fortuna, l’orario di lavoro è terminato e hanno potuto abbandonare la sala. Visto che, non volendo, sono stati ripresi nelle foto fatte da molti presenti agli oratori, ai musicisti e (aimè) anche al pubblico della sala, saremo lieti di scambiare le nostre foto che li riguardano con i filmini fatti a tutto campo e in maniera esagerata dai loro colleghi ai partecipanti al raduno al cippo della resistenza.

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