Non si parli di suicidio, grazie!

“Taranto, 1 dicembre: Due donne romene sono morte dopo avere assunto un farmaco -proveniente dalla Romania- per abortire. Aperta inchiesta.”
“Roma 2 dicembre: Incinta di 7 settimane a 40 anni, voleva abortire e ingerisce una quantita’ eccessiva di pasticche di un farmaco che puo’ indurre l’aborto: e’ morta la notte scorsa. La polizia ha avviato le indagini”.
Indagini che possono essere chiuse subito perché i responsabili dell’OMICIDIO di queste  donne li conosciamo bene: i primi responsabili sono gli obiettori di coscienza <http://ogo.noblogs.org/post/2008/04/24/ogo-una-campagna-delle-donne-per-le-donne> all’interno dei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici che rendono sempre più difficile e complicato, quando non impossibile, alle donne -italiane e migranti- interrompere una gravidanza indesiderata , sono i dirigenti e gli amministratori degli ospedali e delle ASL che permettono tutto questo continuando ad assumere personale obiettore invece di “garantire il servizio” come previsto dalla legge 194, sono gli integralisti cattolici al governo (e chi integralista cattolico non lo è di certo ma corteggia il vaticano) che ostacolano l’introduzione in Italia della pillola abortiva, operazione che permetterebbe quantomeno di ridurre i tempi di attesa e i pellegrinaggi da un ospedale all’altro.

Il secondo responsabile è chi ha approvato il maledetto “pacchetto sicurezza” e chi ogni giorno fomenta la campagna di odio e di paura che lo ha preceduto e lo accompagna. Grazie a tutti loro non avere un permesso di soggiorno è diventato un reato e, malgrado non sia stata cambiata la legge che tuttora VIETA di denunciare come irregolare chi si rivolge ad un ospedale per farsi curare, è passato fra i migranti il tam tam  della paura e sono sempre più numerose le persone che decidono di non farsi curare per timore di essere espulse, magari previo un “piacevole” soggiorno di qualche mese in un CIE <http://www.terrelibere.org/terrediconfine/cie-i-nuovi-centri-di-identificazione-ed-espulsione> .
Che le due donne fossero rumene non cambia il risultato: in molte regioni e ospedali, (in virtù del recepimento ambiguo di una norma europea ed in totale spregio ad una circolare ministeriale che poneva rimedio a questo delirio) alle donne neocomunitarie  che debbano interrompere la gravidanza viene ancora chiesto il pagamento dell’intera prestazione (800/1000 euri).
Ostacoli, paura, problemi economici: e così queste due donne come tantissime altre ogni giorno per poter abortire si sono avvelenate <http://ogo.noblogs.org/post/2009/11/13/il-connubio-fra-leggi-razziste-ed-obiettori-di-coscienza-genera-aborti-clandestini> .
Che non si parli di suicidio, grazie.

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