CONTRO LA BARBARIE DEGLI STATI E DEI LORO ESERCITI, SOLIDARIETA’ ALLE POPOLAZIONI PALESTINESI OPPRESSE E A CHI LE SOSTIENE

Il massacro dei pacifisti della Freedom Flotilla, perpetrato dalle teste di cuoio israeliane in acque internazionali al largo di Gaza, ci disgusta, ma non ci sorprende. Lo Stato israeliano persegue da anni una sistematica e sanguinosa politica di aggressione contro le popolazioni palestinesi, confinate in ristretti territori. Gaza è un enorme carcere a cielo aperto sottoposto a periodici blitz dell’esercito israeliano e a un embargo totale che, in primo luogo, colpisce vecchi e bambini. Lo Stato israeliano ci ha abituato ad un uso ripetuto e spregiudicato della sua potenza militare esercitata ugualmente contro Stati nemici e popolazioni civili, in spregio alle convezioni e al diritto internazionale che, d’altra parte, altro non sono che una finzione. Ma non è questo il punto principale.

 

Noi condanniamo Israele perché è uno Stato intrinsecamente militarista e integralista, il suo governo perché conduce politiche colonialiste e repressive nei confronti dei palestinesi e dei loro diritti, la sua società civile perché, nella sua maggioranza, è succube e complice di questo clima di odio e xenofobia, anche se non dimentichiamo che una minoranza (tra cui gli attivisti di Anarchist Against the Wall), speriamo sempre più consistente, lotta per i diritti di tutti sfidando la repressione poliziesca più violenta e anche recentemente è scesa in piazza contro il massacro.

Condanniamo l’integralismo israeliano come condanniamo quello islamico che strumentalizza la miseria e la rabbia delle masse arabe sfruttate, distogliendole dalla lotta per l’emancipazione sociale, come condanniamo l’integralismo cristiano di Ratzinger e soci, spregiatore della vita e complice della miseria in terra.

Siamo contro tutti gli Stati, tutti gli eserciti e le loro miserabili guerre, che servono solo a perpetuare sfruttamento, ingiustizie sociali, discriminazioni di ogni sorta.

Siamo per la solidarietà internazionale degli sfruttati e le loro lotte, al di là di ogni etnia, lingua, cultura.

4/6/2010

Segreteria nazionale USI-AIT

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