Comunicato USI-Sanità – 16/09/2019

DICIAMO NO! ALLA RIDUZIONE DEI DIRITTI ALLA “SACRA FAMIGLIA”

La direzione ISF ha tolto la maschera nell’ultima trattativa del 3/9/19 dichiarando chiaramente che se non ci sarà l’accordo sul contratto integrativo aziendale al ribasso, da gennaio 2020 a tutti i lavoratori ARIS sarà applicato il CCNL UNEBA.

E’ il solito ricatto che si ripropone, di cui sono responsabili quei sindacati che hanno permesso all’azienda prima di passare dal contratto della sanità pubblica a quello privato dell’Aris e poi di assumere altri dipendenti , facenti le stesse funzioni, con il contratto peggiorativo dell’Uneba per meglio dividere i lavoratori. Questi sono i risultati.

Cosa prevede il rinnovo del contratto integrativo aziendale per i lavoratori ARIS prospettato dall’Azienda: meno soldi per la malattia, infortunio, indennità di presenza, maggiorazioni su straordinari e festivi e meno ferie.
Sommando i tagli di questi istituti contrattuali ogni lavoratore ARIS andrebbe a perdere 200/250€ al mese.
Peccato che la direzione ISF dimentica che il rinnovo del contratto integrativo aziendale dovrebbe essere migliorativo. Ma come era facile aspettarsi dalla nostra direzione aziendale la storia è sempre la stessa: a Voi la gloria, ai lavoratori…i Vostri debiti.

Come USI l’avevamo previsto e denunciato 3 anni fa, ma non ci voleva nè un mago nè uno scienziato per capire che il ricatto si sarebbe ripresentato. Già l’accordo sottoscritto sul premio di produzione era molto eloquente della logica aziendale nella sua unificazione al ribasso fra due contratti, per cui l’assenza per malattia e dai corsi professionali viene punita con pesanti decurtazioni. Un accordo mai sottoposto alle assemblee dei lavoratori e scavalcando la stessa RSU, ma sottoscritto dalle burocrazie sindacali esterne.

La direzione ISF dimentica che i lavoratori negli ultimi 11 anni sono stati spremuti come limoni dalla Fondazione per colmare i debiti e per i loro progetti . Facciamo un piccolo elenco di quello che hanno dato i dipendenti in questi anni: lavorare sotto organico per le non sostituzioni nel periodo di ferie estive, malattia lunga, infortunio, aspettativa, maternità, non sostituzioni di operatori che vanno in pensione, la gestione totale delle ferie, lo slittamento dello stipendio da fine mese al 5 del mese successivo, rifacimento letti, progetto ausiliariato, servizio guardaroba e il famoso accordo ponte che in tre anni ha portato via ad ogni lavoratore circa 3.000 euro.

Se ci stiamo dimenticando qualcosa ci scusiamo con i lavoratori.
Come USI ci pare che la misura dei sacrifici sia colma e non si può andare oltre, per cui crediamo che davanti a queste proposte ci sia poco da trattare.
Come già dichiarato alla direzione nell’ultima trattativa del 3/9/19 noi saremo pronti per difendere i pochi diritti rimasti, prima riprendendo quella lotta interrotta tre anni fa e dopo, se sarà necessario, ricorrendo anche alle vie legali, se al prossimo incontro le proposte della direzione saranno le stesse.
Lavoratori/ci è il momento di dire basta ai continui ricatti, tagli economici e continuare a lavorare in modo massacrante nei reparti in funzione di un’organizzazione di lavoro pessima che sta creando demotivazione e malattie ai lavoratori.
Lanciamo un appello al sindacato di base presente in ISF, e a quanti vorranno opporsi, per fare un fronte unico, per contrastare la direzione e i suoi complici…. per evitare un altro bagno di sangue che darebbe il colpo di grazia a tutti i lavoratori! Facciamo presente alle OOSS territoriali CGIL CISL e UIL che, a queste condizioni non c’è niente da trattare ne tantomeno da firmare!

A queste condizioni noi dell’USI conosciamo una sola parola LA LOTTA!!!
Noi vogliamo contrastare le disuguaglianze ma non come intende la direzione ISF togliendo diritti, ma unificando i lavoratori e le lavoratrici nel contratto più vantaggioso per tutti.

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