VENERDI’ 12 MARZO: UN’IDEA DIVERSA DI SCIOPERO

VENERDI’ 12 MARZO: UN’IDEA DIVERSA DI SCIOPERO
Come ogni volta che si è dichiarato uno sciopero, a prescindere da chi l’ha indetto, siamo sempre stati stimolati a parteciparvi come lavoratori consci della necessità di quel momento, perché sappiamo bene da che parte stare.
Negli ultimi anni abbiamo sempre più faticato nel prendere una decisione in senso positivo in merito all’attuazione o partecipazione ad uno sciopero indetto dai sindacati confederali, anche a malincuore, perché non è bello assistere ad assurde divisioni in materia sindacale su temi che riguardano tutti i lavoratori e di conseguenza l’intera società.
Si è fatta valere, però, l’equazione governo amico uguale pace sociale e questo ha portato ad un’inevitabile scollegamento con gran parte dei lavoratori.
Leggendo la piattaforma delle rivendicazioni della CGIL per lo sciopero generale del 12 Marzo, non può e non deve passare inosservata la ripetizione di tutti i punti per i quali il sindacalismo di base, quello conflittuale e non concertativo, ha portato avanti una lotta che dura da ormai più di vent’anni!
Solo negli ultimi due anni sono stati almeno quattro gli scioperi generali indetti dalla galassia del sindacalismo di base. Inevitabile la domanda: ma la CGIL dov’era?
Purtroppo era lì ad ostacolare (insieme a CISL e UIL che da sempre sono appiattite e condiscendenti alle politiche del governo di turno) il tentativo di rivendicazione di diritti naturali quali quelli che solo oggi rivendica a gran voce, ma dall’alto della sua gerarchia.
La sensazione è quella che la CGIL stia cercando di rilanciarsi di fronte ai lavoratori, che non ne possono più della situazione in cui si trovano, e che nello stesso tempo cerchi di smarcarsi dall’impiccio in cui si è cacciata e ci ha trascinato.
La sensazione è quella che ci sia la volontà, da parte della CGIL, di recuperare il terreno perso nel campo della concertazione, di riprendere il posto che gli compete al tavolo della contrattazione.
E come reagisce a tutto questo? Con quattro ore di sciopero generale.
Disarmante.
Abbiamo sempre creduto che un sindacato non debba firmare contratti nazionali a perdere, che non debba approvare o fare da spalla a politiche di governi amici, che non debba sostenere legislazioni anti-lavoratori, che debba esprimersi, sempre e chiaramente, contro la guerra e contro le cosiddette missioni umanitarie. Che si opponga alle grandi opere inutili e dannose, dalla TAV, al ponte sullo stretto, al nucleare. Che si opponga alle diverse pratiche di razzismo sia dei centrosinistrorsi che dei centrodestrorsi, eccetera, eccetera, eccetera.
Anche nel nostro piccolo si ripete quello che va in scena a livello nazionale.
Si dichiara uno sciopero e non si fa neanche un minuto di assemblea?!
Lo sciopero non è uno scherzo e non può essere utilizzato ad uso e consumo di schizofrenici funzionari sindacali asserviti al sistema.
Nella situazione attuale, che ci vede in una crisi devastante, generata certamente non dai lavoratori ma da una classe dirigente pescecan-mafioso-finanziario-capitalistica, che ai lavoratori stessi la crisi vuol far pagare e che sta facendo pagare, indire quattro ore di sciopero generale, limitandosi ad affiggere in bacheca sindacale un bello e costoso manifesto stampato su carta extra-lusso, senza mai discuterne tra di noi, è segno di poco rispetto nei confronti dell’intelligenza dei lavoratori. Di tutti i lavoratori.
Lavoratori USI – Centrale del Latte di Genova

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