Usi/Sanità Ist.Sacra Famiglia – LA GRANDE RAPINA!

Un percorso tutto in discesa!
Sono anni ormai che le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto della Sacra Famiglia subiscono durissimi attacchi che si concludono sempre con la riduzione dei loro diritti:
Cancellazione del contratto Sanità Pubblica / Introduzione del contratto della sanità privata Aris e successivamente, dal 2008, assunzioni con il contratto Uneba meno costoso per l’Azienda / L’Accordo Ponte con la riduzione di ferie e del premio di produzione per 3 anni.
Ogni volta sottoscritti dai sindacati confederali con la giustificazione del “meno peggio”. Un meno peggio che non ha mai fine.
Di fronte all’Azienda che da gennaio cancella arbitrariamente il contratto Aris con conseguenze pesantissime subite dai dipendenti, ancora una volta Cgil, Uil, Cisl (+ la stampella AdL), fregandosene del pronunciamento delle Assemblee dei lavoratori, ratificano la cancellazione del Contratto con un contentino previsto dal preaccordo C.I.A. (il classico piatto di lenticchie).
Come voleva l’Azienda
Quello che viene vantato come una riduzione del danno subita dai lavoratori è esattamente quello che l’Azienda voleva ottenere. Perché sarebbe stato insostenibile mantenere la pace sociale in Azienda senza un accordo a perdere, soprattutto con la ripresa del diritto di sciopero e di mobilitazione sospesi durante la Pandemia. Questo anche di fronte al pronunciamento dei giudici nelle cause individuali promosse da circa 50 dipendenti.
I danni sono irreversibili
La riduzione della paga base con cui si calcolano tutti i vari istituti / riduzione dell’indennità di turno, più la riduzione della maggiorazione del lavoro festivo e notturno / riduzione della copertura della malattia e dell’infortunio / delle ferie / aumento dell’orario di lavoro per i turnisti, da 36 a 38 ore (si lavora di più e si guadagna di meno).
Anche quelli già Uneba avranno un C.I.A. peggiorativo rispetto a quello del 2010.
E’ lo scopo banditesco dell’intera operazione quello di calpestare i diritti dei lavoratori per ridurre i costi a beneficio dei “poverelli” della Curia milanese.
Di sicuro, se passa l’intesa, non sarà l’ultimo sacrificio richiesto alle lavoratrici e lavoratore del ISF.
Puntuali come un orologio
Erano anni che l’Istituto della Sacra Famiglia minacciava la cancellazione del contratto Aris, ma non a caso hanno scelto proprio questo momento: lo sapeva sia l’Azienda, sia i sindacati firmatari della preintesa che dopo 14 anni di blocco si stava rinnovando il contratto Aris. Questo vuol dire per i lavoratori interessati perdere tutti i miglioramenti previsti, tra cui l’aumento medio mensile lordo di circa 150 euro medie, a secondo dei livelli. Il saldo forfettario previsto dall’accordo fino a tutto il 2019, non va ad incidere sull’aumento della paga base.
L’unica via di uscita è votare NO! alla preintesa
Accettare questo cappio al collo è un suicidio. Dire no! alla preintesa significa riaprire la partita per rivendicare la restituzione dei nostri diritti rubati, con l’obbiettivo sì di un contratto unico, ma nelle migliori condizioni possibili per tutti. Ieri eroi, oggi spazzatura, non va bene.

Unione Sindacale Italiana Sanità – USI CIT Cesano Boscone 19/06/2020

Potrebbero interessarti anche...