Usi-Cit Puglia – ILVA

ILVA il diritto alla sicurezza sul lavoro dei lavoratori ed il diritto alla salute dell’intera comunità tarantina e, più in generale, dell’area jonica pugliese interessata dal grave inquinamento atmosferico e delle falde acquifere viene prima del profitto e delle contingenze economiche di un paese come l’Italia che svende i diritti dei lavoratori (sicurezza sul lavoro e diritto alla salute) pur di garantire il mantenimento di una produzione altamente obsoleta e inquinante in nome di un principio astratto frutto del mito postsovietico dell’importanza strategica dell’industria pesante. Mito che coniugato in versione “sinistra radicale” assegna all’operaio metallurgico il ruolo guida nella “rivoluzione che verrà!!!
Doppiamente incongrua poi appare la posizione di quanti (a cominciare dalla CGIL di Landini e fino alla richiesta di nazionalizzazione formulata da Giorgio Cremaschi a nome di Potere al popolo) ne chiedono la continuità nel ” rispetto” (Landini docet) dell’accordo farlocco perfezionato da Carlo Calenda con ArcelorMittal all’epoca in cui lo stesso Calenda era ministro del lavoro del governo Gentiloni.

A questo proposito ricordiamo e facciamo nostra le osservazioni e le proposte avanzate dal prof. Alessandro Marescotti che riportiamo nel link in allegato.

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