SOLLEVAMENTI DELLA TERRA resoconto della seconda marcia contro le opere inutili

Ha avuto luogo, dall’8 al 17 settembre, la seconda marcia dei “Sollevamenti della Terra” contro le opere inutili. Ed anche questa volta può dirsi sostanzialmente riuscita.
I marciatori sono partiti, come già lo scorso anno, dalla risaia di Ponticelli di Malalbergo (BO), salvata dalla speculazione che la stava per trasformare nell’ennesimo polo logistico. Giunti in serata presso il Museo della Civiltà Contadina di S. Marino di Bentivoglio, dopo una ricca grigliata, hanno partecipato a un’interessante assemblea sulla gestione del territorio, nel corso della quale Gaetano Alessi ha parlato diffusamente della presenza delle mafie in Emilia-Romagna.
Il giorno successivo la marcia è arrivata a Bologna, dove è stata raggiunta da più di un centinaio di ciclisti che si erano appena resi protagonisti di una critical mass sul Passante, il cui raddoppio (che lo porterebbe, in alcuni punti a diciotto corsie) rappresenta un’altra opera inutile e dannosa per la salute.
I volantinaggi e l’assemblea di domenica 10 settembre, che ha visto la partecipazione di circa duecento persone, si sono incentrati appunto sulla lotta contro il raddoppio del Passante; e così è stato anche per la tappa di lunedì che, guidata da Wu Ming 2, ha portato i marciatori fino all’azienda agricola Arvaia, dove ha avuto luogo un’interessante conferenza di Daniela Conti circa “I nuovi OGM: quali rischi per l’agricoltura, l’ambiente e la biodiversità?”
Martedì 12 i marciatori sono saliti sul treno regionale che porta a Porretta (una novità rispetto allo scorso anno, quando tutto il percorso era stato fatto a piedi). Da qui, dopo un volantinaggio teso a spiegare l’inutilità della costruzione di nuovi impianti di risalita in aree nelle quali la neve è sempre meno presente, e l’opportunità di potenziare invece le strutture ospedaliere, hanno raggiunto un’altra azienda agricola in prossimità di Castelluccio.
La serata è stata vivacizzata dallo spettacolo teatrale costruito a partire da una vertenza reale che ha visto protagonisti gli ospiti di una comunità terapeutica, ospiti che si sono poi riproposti come attori.
Il giorno successivo la marcia è arrivata a Lizzano in Belvedere, dove ha avuto luogo un’assemblea nella piazza principale del paese. Si è parlato di “Quale futuro vogliamo per la montagna”, entrando nel merito di problemi non facili da risolvere.
Da Lizzano i marciatori sono saliti, attraverso imponenti boschi di alberi ad alto fusto, fino alla Sboccata dei Bagnadori, dove hanno dormito nel rifugio e, il giorno successivo, sono arrivati al Lago Scaffaiolo dal quale si vedono un meraviglioso panorama e, in lontananza, le Alpi Apuane.
Sabato 16 settembre, finalmente, la marcia ha raggiunto la Toscana e, in particolare, il bel paese di Cutigliano, in provincia di Pistoia, dove Michele Nardelli ha presentato il suo libro “Inverno liquido”. Qui, il giorno successivo ha avuto luogo, nella sala del consiglio comunale, l’assemblea finale, nel corso della quale si è parlato soprattutto dell’inutilità della nuova funivia che, secondo i sostenitori del progetto, dovrebbe portare gli sciatori in prossimità del lago Scaffaiolo, dando loro la possibilità di scendere anche dal versante emiliano.
Questa la cronaca ma, come già si era verificato lo scorso anno, la marcia ha svolto anche un’altra importante funzione: favorire lo scambio di idee e la solidarietà tra i partecipanti.
Da troppo tempo ormai, all’interno della sinistra, i rapporti sono deteriorati e la litigiosità esasperata. Marciare insieme significa anche prendersi il tempo per conoscersi e capirsi. Organizzare insieme un evento complesso da un punto di vista logistico, come una marcia di dieci giorni, fa comprendere, nella pratica, l’importanza della collaborazione (non è come scrivere una mail o stendere un comunicato!).
E, come già si è verificato lo scorso anno, da tale collaborazione nascono poi iniziative unitarie di lotta.

L’USI-CIT di Bologna è stata presente, con le sue bandiere, durante tutto il percorso, suscitando simpatia da parte dei marciatori, buona parte dei quali erano di chiara tendenza libertaria.

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