Report sciopero generale 18 ottobre

Considerazioni sullo Sciopero Generale del 18 ottobre

Pur mantenendo valida la nostra critica di fondo sul metodo, centralizzato e verticistico, di come è stato inizialmente indetto lo Sciopero Generale del 18 ottobre, fotocopia di quelli precedenti, riducendone l’efficacia ed una più ampia partecipazione, anche la nostra organizzazione sindacale si è attivata in tale percorso per non compromettere ulteriormente la necessità di un percorso unitario.

La decisione dell’USI-AIT di proclamare lo Sciopero Generale nella giornata del 18 ottobre è avvenuta dopo ampia consultazione delle sue sezioni e dei militanti che hanno espresso la volontà di partecipare con una indizione autonoma, sulla base di nostri obbiettivi programmatici, e con una volontà a promuovere iniziative e manifestazioni soprattutto a livello territoriale dove c’erano le condizioni.

Questa posizione ci ha permesso di sviluppare diverse iniziative in varie località, sia con percorsi unitari, sia come nostra organizzazione sindacale dove non c’erano altre condizioni.

Soprattutto, in tal modo, abbiamo riscontrato una volontà a reagire con la lotta all’attacco quotidiano che subiscono lavoratori e lavoratrici.

Ci riteniamo soddisfatti per i risultati conseguiti in una situazione che tutti sappiamo difficile, auspicando che quella dell’attuale Sciopero Generale possa essere una spinta per una ripresa generalizzata di lotte radicali, come è necessario che sia. Da parte nostra non mancherà il contributo a continuare in tale direzione, soprattutto con la pratica del coinvolgimento di tutti i soggetti e dell’unità dal basso.

Enrico Moroni segretario dell’USI – AIT

 

 

 

Cosenza

Comunicato dell’Usi-Ait Calabria sullo sciopero del 18 ottobre 2013.

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 Una bella giornata quella del 18 Ottobre a Cosenza. L’Usi-AIt Calabria ha dato vita a una propria iniziativa in occasione dello sciopero nazionale.
I Compagni e le compagne, presenti in piazza 11 settembre, hanno distribuito i volantini dello sciopero, incontrato uomini e donne spesso interessati e favorevolmente colpiti dalle rivendicazioni espresse dall’Usi-Ait.
Il panorama sociale di cui si ha avuto sentore, durante l’iniziativa è stato, senza dubbio, quello di una scarsa informazione dei passanti circa lo sciopero e le numerose questioni ad esso connesse. Questo dato, emerso non nel corso della formulazione di sterili teorie ma raccolto sulla strada, ha dimostrato che la convinzione per la quale la lotta si fa con una presenza costante sul territorio, con l’incontro e il confronto è la strada da perseguire, fuori da ogni logica di accentramento e di verticalizzazione.
Forte di tale consapevolezza l’Usi-Ait Calabria intende continuare il proprio giovane percorso con rinnovata forza ed entusiasmo.

Usi-Ait Calabria


FIRENZE: UN CORTEO DI LOTTA

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Un corteo di circa 600 persone è partito dalla stazione Santa Maria Novella, ha percorso le vie del centro fiorentino fermandosi davanti alla sede del Consiglio Regionale e alla Prefettura, per finire davanti alla sede della Confindustria.

Un corteo di lavoratori in sciopero (soprattutto cooperative, sanità, poste, telecomunicazioni, scuola e università) e di studenti in lotta (prevalentemente studenti medi che hanno occupato alcune scuole).

Piccoli gruppi di lavoratori sono giunti a Firenze anche da Siena,  Pisa, Carrara e Livorno.

Un corteo la cui riuscita non era per niente scontata  e che ha visto la partecipazione di tanti lavoratori e studenti che di sicuro non sarebbero potuti andare a Roma o Milano.

Grosso è stato il contributo organizzativo, di presenza e di contenuti  dell’area libertaria.

Il corteo è stato convocato dall’USI-AIT Toscana, dalla CUB, dai Cobas Poste, dal Collettivo di Scienze,  da 2 centri sociali (CPA e Cienfuegos), dal dall’Ateneo Libertario Fiorentino, dal Comitato Comunista “F.Dinucci”, dal PCL. A queste sigle si è unita La Rete dei Collettivi studenteschi che è giunta in corteo al concentramento di Santa Maria Novella

Il corteo è stato aperto da uno striscione  unitario “Noi non paghiamo la vostra crisi – Opposizione sociale”.

Dopo di che si sono snodati vari spezzoni che in alcuni momenti del corteo si sono intrecciati tra loro.

Il settore studentesco , consistente soprattutto all’inizio è stato decisamente il più vivace e rumoroso ha animato la manifestazione  con slogan specifici su scuola e università, ma anche in generale contro il sistema sociale vigente.

Decisamente numerosa la presenza in piazza della CUB che come l’USI ha optato per le manifestazioni locali.

All di sopra delle aspettative, è stato il settore dell’USI e dell’Area Libertaria . Più di un centinaio di compagni hanno sfilato dietro a gli  striscione dell’USI,  dell’Ateneo Libertario Fiorentino, del Kronstadt Anarchico Toscano. Tante le  bandiere anarco-sindacaliste e anarchiche,  con una consueta buona diffusione di Umanità Nova, Lotta di Classe e Kronstadt.

La manifestazione si è caratterizzata molto attorno ai temi della sanità (in Toscana stanno nascendo comitati popolari contro i tagli), della scuola e dell’Università.  Ma anche sul blocco salariale nel pubblico impiego e sul quasi blocco nel settore privato. Non ultimo il tema del diritto di sciopero attaccato dall’accordo del 31 maggio tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil.

Poi naturalmente l’opposizione alla guerra e la questione dei migranti. Lo slogan sicuramente più “gettonato”  della manifestazione è stato : “Se ci sono i disoccupati la colpa è dei padroni e non degli immigrati”.

Il corteo si è quindi concluso davanti alla sede di Confindustria con slogan e poi una assemblea conclusiva a microfono aperto.

Claudio Strambi

 

Audio

 Claudio da Firenze:

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Foto da Firenze Today


Milano

La manifestazione a Milano nello sciopero generale del 18 ottobre

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Il luogo del concentramento è quello tradizionale: Largo Cairoli, davanti al Castello Sforzesco.

La manifestazione si è mossa circa un’ora dopo, alle 10,30, dall’appuntamento indicato, per dare la possibilità della massima partecipazione. Era preannunciato lo sciopero dei mezzi pubblici, con inizio alle 8,45, con le fasce orare imposte dalla regolamentazione, mentre i metrò avrebbero scioperato dalle 18, per facilitare la partecipazione alla manifestazione. Quando il piazzale si è abbastanza riempito il corteo si è messo in marcia. La CUB si è posizionata davanti. I vari striscioni indicavano i settori di appartenenza (sanità, scuola, metalmeccanici, chimici, commercio) le aziende in lotta e i comitati di occupazione delle case. L’Unione Sindacale Italiana si è posizionata dietro lo striscione del “Coordinamento Lavoratori Ospedalieri – Milano” sostenuto da diversi nostri compagni. In questo spezzone sono confluiti anche compagni di area libertaria. Ci ha fatto molto piacere constatare che diversi nuovi iscritti, alla loro prima presenza, hanno sventolato le nostre bandiere rosso/nere. C’è anche chi ha approfittato dell’occasione per chiedere l’iscrizione al nostri sindacato e poi ci ha accompagnato nel percorso. Dietro di noi anche aree dei centri sociali e si è posizionato il SI Cobas con una presenza molto numerosa di immigrati protagonisti delle lotte nel settore della logistica.

Il corteo si è snodato soprattutto nel centro cittadino, molto comunicativo e rumoroso. Sicuramente anche lo spezzone USI ha fatto la sua parte comunicativa lungo il percorso. Muniti di un amplificatore portato da un carrello a mano abbiamo fatto sentire la nostra voce lungo tutto il percorso, sviluppando le principali tematiche: Sul significato di quanto riportato nelle nostre bandiere “né servi, né padroni”; sulla responsabilità, oltre naturalmente dei padroni, della chiesa, dei partiti, soprattutto dei sindacati confederali nel clima di rassegnazione che pervade gran parte di lavoratori e lavoratrici che impedisce una adeguata risposta alla pesante situazione di crisi che subiamo. Una crisi che colpisce a senso unico, impoverendo i strati già poveri della popolazione e allargando al forbice a favore degli straricchi. Una crisi dalla quale vogliamo uscire approdando ad una società libera da ogni forma di sfruttamento. Tutto questo lottando contro i tagli di un governo che unisce centro-destra e centro-sinistra e programma tagli ai salari, alle pensioni, ai servizi sociali; per rivendicare invece i tagli utili, quelli alle spese militari.

A questo punto si è sostato davanti al palazzo della Borsa e ne abbiamo approfittato per gridare contro il tempio dove si prega il dio degli affari, dove le mafie si uniscono ad ogni forma di speculazione, dove finisce la giustizia e inizia il furto legalizzato, come le guerre legalizzano l’assassinio. La chiamano civiltà ma si tratta di barbarie allo stato puro.

Il corteo è ripartito, ma anche la nostra comunicazione, sottolineando che gli investimenti principali i vari governi li stanno facendo nel campo della repressione, sia militare esterna, sia poliziesca interna, per aggredire tutte le lotte che si oppongono a questo sistema: vedi la militarizzazione dell’ospedale San Raffaele quando i lavoratori e le lavoratrici lottavano per difendere i propri diritti acquisti negati dal nuovo proprietario; contro il movimento No Tav e No Mous, contro i manifestanti ad Ancona, tra cui compagni USI e libertari, che protestavano contro la presenza di Letta e del suo governo, contro chi si è opposto alle onoranze funebri di un criminale nazista, autore di stragi di popolazione innocente, senza alcun pentimento.

A questo punto siamo arrivati in Piazza della Scala, dove risiede anche il Palazzo Comunale e deve concludersi la manifestazione. Man mano che la piazza si riempie ci si rende conto che eravamo tanti a partecipare alla protesta. Iniziano gl’intervento dal camion predisposto per l’occasione. Parla il coordinatore della CUB immigrazione che attacca duramente le responsabilità dei governi nelle stragi degli immigrati nel mare, colpevoli le leggi come la Bossi-Fini, rivendicando il diritto ad una vita dignitosa, in questo paese, per tutti i lavoratori indistintamente, italiani o immigrati che siano. E’ intervenuto un rappresentante delle lotte sindacali e sociali del Brasile che ha esaltato la necessità di una lotta unitaria a livelli internazionale contro lo sfruttamento capitalistico ovunque. Fabio, per la rappresentanza del SI Cobas, ha esalato le dure lotte nel settore della logistica, per il rispetto dei contratti di lavoro, ma anche soprattutto per la dignità, contro la repressione padronale e governativa nel tentativo di impedire la radicalità e l’allargamento del conflitto. L’intervanto del segretario dell’USI si è centrato soprattutto sui temi locali: dal Teatro della Scala dove tutti gli anni, nelle giornate si Sant’Ambrogio, ci si scontra contro l’ostentazione del potere economico e politico, al Palazzo Comunale che recentemente ha cambiato di segno, passando dal centro-destra al centro-sinistra, ma non certo la “rotta”, come promesso. Appena inserita la nuova giunta ha affrontato il problema dei trasporti pubblici con un aumento secco del 50%. L’emergenza sfratti, continua ad essere tale, contro il diritto alla abitazione per tutti. Sulla sanità si lascia operare il governo e la regione, con la politica dei tagli, tutto a vantaggio della sanità privata, come è dimostrato dall’intenzione di ridimensionare ai minimi termini un ospedale storico come il San Carlo. Sul diritto al lavoro, al contrario di quanto era stato promesso in campagna elettorale, con la regolarizzazione dei contratti precari, si è agito in senso opposto, non rinnovando molti contratti dei precari scaduti. Si è indicato l’uscita dalla crisi nella prospettiva di una società senza sfruttamento, nell’uguaglianza, nella libertà, attraverso l’autogestione. Sono seguiti gli interventi di Cosimo Scarinzi e Stefano Capello e altri.

La manifestazione si è conclusa con la soddisfazione di aver dato un buon contributo allo sprono per la ripresa delle lotte in forma più unitaria, più radicale e più allargata, nelle aziende e sul terreno sociale, per contrastare la volontà repressiva di padroni e governo.

Enrico

 

Stefano da Milano:

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Modena

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2 Presidi con Sciopero.

Venerdì 18 ottobre, dalle 9 di mattina fino alle 14, si è svolto il preannunciato presidio indetto dalla sezione USI di Modena, nella centrale piazza Matteotti a cui hanno aderito anche la sezione di Reggio Emilia e Bologna. Presidio indetto per pubblicizzare e spiegare le motivazioni dello sciopero generale che nella settimana precedente era stato annunciato con la diffusione di oltre 3.500 volantini. Il numero dei partecipanti, sia lavoratori che usisti, che nella punta massima ha raggiunto le 50 unità, non ci ha permesso di muoverci in corteo, cosa che invece aupicavamo. Ottima comunque la diffusione di Lotta di Classe, ottimi gli interventi dal microfono e ottimo il pranzo popolare gratuito a base di lenticchie, farro con piselli, torte salate e biscotti casalinghi da intingere nel vino bianco e rosso. Molti studenti hanno scioperato e buone anche le notizie che in alcune fabbriche ci sono state più di un centinaio di adesioni operaie. Un dato importante da notare è la ottima collaborazione che i sta sviluppando tra l’USI di Reggio Emilia, Bologna e Modena che con quella di Parma (che venerdì aveva un proprio presidio) ha posto le basi per creare, a distanza di pochi chilometri, una rete di mutuo appoggio con un nutrito numero di iscritti. Sabato 19 al pomeriggio altro presidio nell’ancora più centrale piazza Torre, altra diffusione di Lotta di Classe ed altri interventi.


 Parma

Manifestazione davanti al Maggiore

Altre immagini da La Repubblica

Venerdì 18/10/’13 si è svolto il presidio davanti all’ospedale maggiore di Parma indetto dalla sezione locale USI in occasione dello sciopero generale. Fin dal primo mattino, diversi compagne e compagni (alla fine, almeno 70/80) si sono alternati al presidio, volantinando e informando col megafono le ragioni dello sciopero oltre ad evidenziare la difficile situazione della sanità, settore particolarmente toccato dalle ultime manovre finanziarie. La scelta di indire iniziative sul territorio si è dimostrata particolarmente felice, non solo perchè ha permesso un contatto diretto con la gente, ma anche perchè, per una volta, la copertura mediatica locale è stata notevole.

 

Audio

Massimiliano da Parma:

http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/2013-10-18-sciopero-parma.mp3

Video

  • https://www.dropbox.com/s/9sf6rmpd3z2c5th/sciopero_18-10.AVI
  • http://www.tvparma.it/Video/tg-parma—telegiornale/sciopero-sindacati-di-base–tante-adesioni-anche-a
  • http://www.parmatoday.it/cronaca/sciopero-generale-18-ottobre-parma-usi.html
  • http://www.parmatoday.it/cronaca/sciopero-generale-18-ottobre-ospedale.html

  • Pesaro

    A PESARO LO “SCIOPERO SOCIALE”

    Nelle Marche l’appuntamento dello sciopero generale del 18 ottobre, indetto dai sindacati di base, ha avuto come punto centrale di mobilitazione la manifestazione di Pesaro dello “sciopero sociale”. Indetto dalla rete dei precari/e e disoccupati/e, il corteo del 18 è stato preceduto da un mese di iniziative (nella provincia di Pesaro ma non solo) e di assemblee di realtà sociali e sindacali.
    Come sindacati di base la Federazione Regionale dell’Unione Sindacale Marche USI-AIT ha dato l’indicazione di partecipare al corteo di Pesaro dove si è mobilitato anche l’Unicobas. Ad Ancona anche una iniziativa per lo sciopero (con discreta adesione) da parte degli autotrasportatori. A Pesaro si sono aggiunti allo sciopero anche gli studenti che sono partiti in corteo dal campus per poi congiungersi con lavoratori, precari e disoccupati in piazza Lazzarini da dove è iniziato un bel corteo unitario, partecipato e fantasioso, che ha raccolto attorno alle 400 e piu’ persone, attraversando le vie del centro cittadino. Molte le realtà presenti a partire dal CSA Oltrefrontiera di Pesaro e dal Collettivo per l’Autogestione di Urbino. L’USI-AIT Marche era presente con un suo striscione. Diverse le bandiere dell’Unicobas. Presente l’Unione Inquilini ed altre associazioni, movimenti di base e gruppi anarchici del pesarese, valcesana ed Ancona (adesione del “Malatesta”). Il corteo si è piu’ volte fermato permettendo interventi a microfono aperto che hanno evidenziato le parole d’ordine del corteo riassumibili in “nessuno ci rappresenta” e che occorre “ribaltare il tavolo” dando vita a una rivolta sociale. Esposte anche le tematiche dell’antirazzismo, la questione case, la lotta contro gli sfratti, i diritti degli immigrati, il precariato, sanità, scuola, ecc.
    Una rete, che ha organizzato l’appuntamento di Pesaro, che intende proseguire il suo impegnbo nella costruzione di un movimento di lotta e solidarietà che possa invertire la drammatica situazione che viviamo in favore di una radicale trasformazione sociale autogestionaria.

     

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     Il Resto del Carlino: Sciopero sociale: 300 in corteo ‘Stop sfruttamento e precarietà’


    Trieste

    Buona la partecipazione al presidio indetto dalla Federazione provinciale dell’USI-AIT. Per tutta la mattinata una quarantina di lavoratori e lavoratrici, precari e disoccupati, sono stati presenti all’iniziativa nella centrale piazza di Largo Barriera, addobbata per l’occasione con striscioni del sindacato, banchetto informativo e numerose bandiere.
    Oltre a iscritti all’USI-AIT c’erano anche singoli iscritti a Usb e Cobas (gli altri due sindacati di base presenti in città che però avevano organizzato pullman per andare alla manifestazione romana) e altri solidali. Centinaia i volantini distribuiti e ottima visibilità in una zona popolare trafficatissima. Si è dimostrata quindi azzeccata politicamente la scelta di puntare su manifestazioni (anche se piccole) a livello locale, per dare visibilità e radicamento territoriale allo sciopero e alle sue motivazioni. Presenti come sempre vari compagn* anarchici e libertari.

    Un compagno presente

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    Audio

    Federico da Trieste:

    http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/2013-10-18-sciopero-trieste.mp3

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