Report presidio 15 Ottobre al san Paolo di Milano

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Come preannunciato dal comunicato USI San Paolo nella mattinata di mercoledì 15 ottobre si è svolto il presidio di protesta davanti alla 

Palazzina della Kinesiterapia sede anche degli uffici dirigenziali del San Paolo in viale Famagosta, con il sostegno del Coordinamento Lavoratori e Utenti della Sanità Milanese, nella prima giornata d’inizio della sospensione dei due delegati USI (Pino e Giovanna) per la durata di 11 giorni, fino al 25 ottobre.

Sono stati affissi nel recinto dell’entrata gli striscioni (del Coordinamento e di UPD = Ufficio/Persecuzione/Dipendenti, ecc.). Erano presenti oltre compagni dell’USI del San Paolo anche altri compagni del sindacalismo di base e del movimento. Ci sono state due incursioni da parte di una delegazione all’interno dell’edificio fino a salire negli uffici direzionali, accolta con minacce di ricorso all’intervento della forza pubblica e di denuncia per interruzione di pubblico ufficio, dove è stato fatto presente che essendo pubblico servizio erano tenuti ad ascoltare anche le pubbliche proteste. All’esterno dell’edificio veniva distribuito il volantino informativo predisposto e ci sono stati interventi al megafono da parte di delegati e lavoratori/trici che hanno denunciato la ben più grave “interruzione di pubblico servizio” con l’allagamento per due giorni del Pronto Soccorso del San Paolo le cui responsabilità non sono mai state definite, come l’insabbiamento degli scandali degli appalti che hanno coinvolto la direzione stessa dell’ospedale e il discriminante utilizzo dei licenziamenti per motivi punitivi mentre si è data copertura a gravi fatti avvenuti all’interno come la violenza sessuale di cui è stata vittima una dipendente da parte di colleghi.

pubblico servizio

C’è stato anche l’intervento da parte della segreteria USI, portando la solidarietà verso le vittime della direzione aziendale che colpisce soprattutto tutti coloro che si ostinano a difendere gl’interessi generali dei lavoratori e lavoratrici. E’ stato messo sotto accusa la doppia faccia del comportamento della direzione aziendale che mentre firma gli accordi, come è avvenuto, nel momento della lotta, in particolare contro l’allargamento della precarietà del lavoro e contro i provvedimenti repressivi ed altro, poi come è solita fare non li rispetta e arriva a sanzionare fino a 11 giorni di sospensione i due delegati USI che in quella lotta sono stati attivi protagonisti. Una vigliaccata che ha tutto il sapore della vendetta per dovuto reintegrare il lavoratore Raffaele che era stato licenziato, costretta da una lotta durata più di venti giorni (presidio dentro l’ospedale e sciopero della fame).

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Tutto questo è la conseguenza della ripartizione della torta della sanità pubblica da parte partiti, per cui alla famelica Lega è toccata la fetta del San Paolo, di cui questi signori della direzione sono diretta emanazione. Ma se pensano di intimorire i compagni dell’USI con atti repressivi che stanno mettendo in campo ebbene che sappiano che si continuerà come prima e più di prima nella difesa delle conquiste e dei diritti generali di tutti i lavoratori e lavoratrici.

Enrico Moroni

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