Quale futuro per le sedi bibliotecarie comunali e chi ci lavora?
Con la pensione di alcune dipendenti della biblioteca nel corso del 2015 i nodi vengono al pettine. Sono anni che li denunciamo, ma non è stato fatto niente per risolverli, anzi si è creato un problema. Creare emergenza è il modo migliore di mettere chi lavora e chi si rivolge agli uffici pubblici di fronte al fatto compiuto di una trasformazione in peggio dei servizi. La vicenda della casa di riposo insegna.
La scelta di introdurre due turni quotidiani di lavoro nelle biblioteche si rivela oggi più che mai sbagliata. Non è mai stata chiesta dagli utenti. Basta vedere la costumer satisfaction inflitta, in anni passati, alle persone che frequentavano la biblioteca, che mai avevano chiesto l’apertura del sabato pomeriggio e si ritenevano soddisfatti del servizio com’era. Il nuovo orario, con la turnazione, ha portato al ridimensionamento della biblioteca di Avenza, di fatto ridotta quasi solo a sala lettura. Oggi, se manca un dipendente per malattia o ferie, la biblioteca va in crisi e si devono chiudere servizi. Inoltre, l’introduzione dei turni è all’origine di un contenzioso legale a proposito del “demansionamento” di alcuni impiegati. Il dubbio utilizzo di Auser alla biblioteca di Avenza ha portato ad una segnalazione alla Direzione provinciale del lavoro. Si tratterà di vedere se alcune mansioni svolte dai “volontari”, non a costo zero, di Auser sono legittime e di capire che cosa contiene la convenzione tra Auser e Comune: tale convenzione, più volte richiesta al dirigente, non ci è mai stata mostrata.
Torniamo alla domanda centrale: cosa succederà, dopo gli imminenti pensionamenti di impiegati della biblioteca e bibliotecari? Avremo una gestione mista con Amia? Amia ha le professionalità bibliotecarie richieste o manderà dei custodi a tenere aperte le biblioteche? Se la scelta cadesse su Amia, almeno Amia assumerà gli ottimi bibliotecari dell’associazione Il borgo, che hanno un’autentica professionalità bibliotecaria e collaborano da anni con la biblioteca? Oppure verranno in biblioteca i colleghi della provincia? Si ricorrerà all’agenzia interinale, come già sta facendo il settore? O verranno colleghi comunali senza formazione culturale e bibliotecaria? Se mai ci fosse la gaffe dell’operatore che, in biblioteca, chiede all’utente “Come si scrive D’Annunzio”, la gaffe sarebbe tutta di chi ha fatto nel corso degli anni scelte, precise ma completamente sbagliate, di utilizzare la biblioteca come stanza di compensazione del personale degli uffici comunali e delle “abilità” gestionali dei dirigenti, con operatori che qui da altri contesti portati, sono sottoposti ad umiliazione, invece che difesi e rispettati. Sarebbe grave poi se colleghe mandate in biblioteca sbrigativamente, con ordini di servizio, dopo aver avuto conflitti con l’amministrazione, attirassero involontariamente, verso se stesse e verso la biblioteca, il discredito e il sarcasmo di quello stesso dirigente che ha firmato gli ordini di servizio che le trasferivano. Da questi episodi passa lo smantellamento della biblioteca civica che era stato uno dei fiori all’occhiello di Leo Gestri, assieme ad una buona logistica, col sistema di tram cittadino, e al tentativo, infelice, di fare buoni piani regolatori.
Anche lo sbarramento alla qualifica di “Bibliotecario”, non è solo uno squallido episodio di tattica del sindacato filo-aziendale, ma una delle tante picconate contro le biblioteche, considerate inutili.
Ciò che sfugge un po’ a tutti, anche a persone che dovrebbero saperlo, è che un bibliotecario non si improvvisa: il suo lavoro richiede anni di preparazione, aggiornamento continuo e una base culturale che non si improvvisa. Si può mandare volontari a sostituire chi lavora in biblioteca ma ciò, a parte dare origine a denunce per interposizione abusiva di manodopera, non fa altro che affossare le biblioteche pubbliche, a nostro avviso. Come ad Avenza, dove la biblioteca è stata ridimensionata, tanto da funzionare come vera e propria biblioteca, cioè con prestiti e navigazione internet, a quanto risulta, solo 9 ore la settimana (lunedì pomeriggio, mercoledì mattina venerdì pomeriggio) mentre prima tutte le mattine e pomeriggi, da lunedì al venerdì, vi operavano colleghi formati che conoscevano a menadito biblioteca e persone che la frequentano, valorizzando al meglio quel bene pubblico. Se i volontari si vogliono sostituire ai bibliotecari lo fanno in modo maldestro, improprio e illegittimo. E’ bene sottolinearlo.
Non solo la biblioteca di Avenza ha problemi, però. Qualcuno ha visto il certificato di collaudo dell’impianto antincendio della biblioteca di Carrara? Non basta un comunicato rassicurante per sostituire il collaudo dell’impianto antincendio della biblioteca di Carrara.
La vicenda dell’impianto wi-fi alla biblioteca di Carrara, fermo da mesi, sarebbe degna dei rimproveri dell’ex-ministro Brunetta tanto è avvilente, ma crea difficoltà a molti utenti, da mesi. Ripristinare l’impianto di wi-fi dopo mesi di disagi non è una vittoria.
Per eventuali servizi aggiuntivi era stata proposta la creazione dell’associazione Amici della biblioteca di Carrara, che sarebbe intervenuta a titolo gratuito. La proposta è stata ignorata e si è scelto l’Auser, che costa, come minimo, il costo del gettone di presenza per ciascun volontario. Il punto non è la regia politico-sindacale dietro queste scelte, ma cambiare rotta, costituire gli Amici della biblioteca di Carrara, che si attivi su un piano di volontariato puro e solo per servizi aggiuntivi, e non in forme improprie, tendenti forse a sconfinare dal volontariato alla sostituzione di chi lavora per un salario.
La biblioteca comunale oggi è un lusso? Al contrario, noi pensiamo la biblioteca comunale debba continuare a vivere, con personale qualificato, e funzionante su tre sedi. Sarebbe una delle risposte più serie al degrado che si vive in città. I prossimi mesi ci diranno se avremo l’ennesima conferma di una vita locale malata o segnali di novità.
Per Usi Lel
Luca Albertosi
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