PUTOST CHE GNENTA…E’ MEGLIO LOTTARE!


Sta circolando in questi giorni, tra i consueti toni trionfalistici dei sindacati confederali, la bozza (che diverrà accordo) del rinnovo del CCNL coop sociali 23/25.

A noi non piace. E’ scritto abbastanza chiaramente?

Dirlo non significa che siamo i soliti incontentabili o che siamo cocciuti che non capiscono “la crisi”, “le difficoltà” delle coop, ecc. Significa che continua, senza cambiare nulla, la situazione attuale.

Il vero, grosso, enorme problema dei lavoratori/trici del settore sono le paghe basse. Nelle coop. sociali non si guadagna, si lavora per campare.
Il rinnovo del ccnl prevede aumenti medi annuali di 120 euro parametrati a un C1 con contratto a 38 h, e questo aumento è venduto come grossa conquista. Facciamo i conti: sono circa il 10-12% di aumento, su base lorda, e neanche li vedremo tutti in una volta, col rischio di chissà quale sbronza incredibile: ci verranno elargiti in tre tranche fino all’ottobre 2025. Ergo: in soldoni prenderemo, se siamo a 38h (e la gran parte è part-time), 60 euro lordi, cioè 40 euro netti in più, e prenderemo altri 25 euro in più netti a ottobre ’24 e ottobre 2025!!!

Vi pare un aumento che giustifichi grandi entusiasmi? e intendiamoci: non c’è nessun recupero degli arretrati, per quanto irrisorio nel passato.
Poi c’è l’inganno della quattordicesima: quale? in realtà il nuovo CCNL prevede la tredicesima e mezzo, perchè è prevista al 50%, ma fino al prossimo rinnovo è previsto in realtà un 25% della tredicesima, perchè essa parte a gennaio 2025 e fino a quel momento ne vedremo il 25%.

Altro aspetto fondamentale: non cancella la notte passiva, che è la vergogna peggiore che si possa ipotizzare, ma lo ricambia di un 20 euro. La notte passiva è quell’istituzione che obbliga un lavoratore a dormire in struttura e lo paga solo se effettivamente c’è necessità di intervento: una roba da schiavi. La notte passiva va abolita e con tante scuse, da subito!

I soli beneficiari del nuovo CCNL sono le aziende della sanità privata, destinatarie del raddoppio della quota ad esse versate dalle coop (che spesso sono….titolari delle stesse), e così intanto si continua, pezzo per pezzo, a smantellare la sanità pubblica.

Ma perchè i sindacati confederali devono vendere una sconfitta come una vittoria? ma perchè ogni tanto qualche briciola la devono pur fornire ai loro iscritti, sennò non si giustificherebbe la loro presenza (o assenza). Magari brillano nella difesa di alcuni personaggi assurdi, perchè poi diventano clienti, ma su contrattazione, diritti collettivi e non privilegi di singoli a loro iscritti o che si iscrivono, lotte, sono assolutamente complementari alle centrali coop e a governi di ogni colore essi siano: magari si sciacquano la bocca con qualche slogan di sinistra, ma sono sempre la stessa roba. Facciano meno concerti e lottino di più.

E lo vediamo bene dal fatto che ancora una volta l’alleanza coop/sindacati esclude ogni diritto alla rappresentanza libera dei lavoratori e delle lavoratrici. Tutto l’impegno che non mettono nelle vertenze lo vediamo infatti nella determinazione con cui vogliono escludere che sindacati di base, a livello aziendale o territoriale, possano partecipare con le loro piattaforme alla contrattazione. La scusa del numero è ipocrita come loro stessi: come possono  sindacati di base competere sul numero. se la gara è dopata in partenza, e non sono garantite le stesse condizioni a tutti, e di fatto si obbligano i lavoratori ad una scelta (capita spesso) o si mettono così tanti ostacoli ai sindacati di base, che alla fine tanti si scoraggiano?

La realtà è fatta di collateralismo: noi ogni tanto premiamo i nostri sindacati di stato di qualche briciola, loro possono giustificarsi davanti ai lavoratori, ma noi coop li appoggiamo nell’impedire che arrivino altri “concorrenti”, così garantiamo loro mestieri, onori e incarichi…e ci garantiamo noi stesse.

Eh sì, perchè le coop, sempre pronte a recitare la parte dei padroni benefattori che hanno capito e concesso cifre che li metteranno in difficoltà (?), piangono miseria per gli aumenti che ci saranno, ma sono incapaci di una riflessione veramente seria sul ruolo del terzo settore nello sfruttamento liberista in essere, sul non essere reale “cooperazione sociale” ma semplicemente azienda, coi rischi del caso, e del fatto che il lavoro, vada pagato, e giustamente.

Lo stato assiste e tace, complice e spesso primo responsabile coi suoi ritardi, di qualunque colore sia il governo: tutti i partiti hanno accettato la logica del profitto, della svendita di diritti, della sanità e del sociale come bene pubblico, e le cooperative di fatto ormai fanno anche meglio, seppure al ribasso, ciò che il pubblico non fa più.

Ogni stipendio da coop. sociale è mediamente un terzo in meno dell’analogo del disastrato settore pubblico: forse iniziando finalmente a capire che finchè non si incide sui salari, la gente continuerà ad andarsene appena potrà, con l’inevitabile corollario di criticità che questo comporta.

Ma forse è proprio questo lo scenario che sindacati confederali/centrali coop/ governi preferiscono: una massa di lavoratori e lavoratrici tenuti al guinzaglio per pochi euro, precari, ricattabili, senza che possano consolidare servizi, saperi, consapevolezza, diritti.

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