Privatizzare. Di cosa stiamo parlando?

Anche il “Tendola”, asilo comunale di Sarzana, va in gestione a Coopselios di Parma, che ormai svolge l’intero ciclo di assistenza alla persona di competenza comunale.

 

Il tema merita davvero una polemica, oggi, dopo che son passati anni per arrivare a questo risultato? La polemica ritardataria non tocca la vera questione: il lavoro e le condizioni di lavoro. In altre parole: il controllo da parte di chi lavora sul proprio ambiente di lavoro. Dalle condizioni di lavoro dipende la qualità del servizio, il controllo pubblico è uno specchietto per le allodole. Affidare i servizi comunali alle cooperative, secondo noi, vuol dire anzitutto spostare le spese di bilancio dalla voce “Spese di personale”ad altre voci di bilancio, facendo intendere che si sono ridotte le spese per pagare i comunali, fannulloni e improduttivi per principio. Il comune spende meno? No, spende come prima o di più, ma ha spostato la spesa all’interno del suo bilancio. Dov’è l’utilità? Poi, a parità di lavoro, ad es. di maestra o di infermiera, chi lavora per una coop spesso è pagato meno, è più flessibile rispetto a chi svolge pari mansioni con un contratto di dipendente comunale o di asl.


Nelle privatizzazioni, c’è sempre un attacco alle condizioni di lavoro di un settore di dipendenti pubbliche sicure, in qualche modo (seppur con molte imperfezioni) ancora autonome e garantite rispetto a chi in cooperativa ha gli svantaggi del pubblico (l’incertezza delle politiche pubbliche; i tagli di risorse dallo stato centrale) e quelli del privato (l’incertezza di stare sul mercato come socio di impresa cooperativa). Per questo Usi ha un sindacato degli enti locali che riunisce chi lavora per l’ente locale, senza guardare al contratto di lavoro. Se si parla di coop, non avremmo alcun incertezza nel considerare positivamente le coop delle origini del movimento operaio, che liberavano il lavoro e creavano rapporti sociali di parità tra i cooperatori.


Quali sono le condizioni di lavoro in una coop oggi, anche se lavora per il comune o la Asl? Nel dubbio, preferiamo i contratti di lavoro della sanità pubblica e degli enti locali, perché offrono più garanzie alla lavoratrice, ma guardiamo soprattutto alle condizioni di lavoro negli asili, nei reparti, negli uffici al di là della forma di contratto. Nella roccaforte sarzanese del PD notiamo con rammarico che manca una discussione sulle condizioni di lavoro per conto del comune. Cosa dice l’associazione Il pane e le rose? Si smarcherà dalla parodia di liberalismo che ha contaminato il PD, cancellando il fatto che il lavoro è la base di tutto, e lo sta facendo franare anche in Val di Magra?

Soprattutto, i lavoratori e tutte le persone interessate ai servizi di assistenza dell’ente locale, sapranno tornare a riflettere su questioni di base come le condizioni di lavoro, il valore del lavoro, e agire di conseguenza?

Usi La Spezia e territorio
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UNIONE SINDACALE ITALIANA
Sezione Italiana dell’Association Internationale des Travailleurs (A.I.T.)

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