PRECARIE E PRECARI DELLA SCUOLA NON RINUNCIATE A I VOSTRI DIRITTI PRESENTI O FUTURI!
MANTOVA, E NON SOLO: CHI FA RICORSO NON LAVORA!
Circa 150 docenti di Mantova hanno vinto la causa in primo grado ottenendo il riconoscimento economico del danno subito che varia tra gli ottomila e i diecimila euro (sentenza del Tribunale del Lavoro di Mantova n. 258/2011) ed un contratto a tempo indeterminato dopo tre assunzioni annuali consecutiva.
Ma il provveditorato di Mantova ha escluso dalle nomine proprio quei docenti che avevano ottenuto il risarcimento danni per “evitare che nuove assunzioni a tempo determinato potessero causare un nuovo illecito.”
La proposta rivolta ai docenti precari di Mantova è stata quella di conciliare in base all’art. 135 del Contratto, rinunciando agli effetti della sentenza pur di ricevere la supplenza. Sembra pertanto che i docenti coinvolti avrebbero sottoscritto la conciliazione, rinunciando al giudicato della sentenza per avere in cambio una supplenza.
Un ricatto di un’arroganza inammissibile, soprattutto alla luce del fatto che la Commissione europea ha aperto due procedimenti di infrazione nei confronti dello Stato italiano successiva alla sentenza del 20 giugno 2012 con la quale la Corte di Cassazione ha detto no alla stabilizzazione e al risarcimento dei danni per la abusiva reiterazione dei contratti dei precari della scuola da parte dell’Amministrazione Scolastica. Il che significa che in futuro potrebbero ottenere quella stabilizzazione e risarcimento a cui oggi gli si chiede di rinunciare per sempre!.
L’USI-IUR (Istruzione, Università e Ricerca) esprimendo la massima solidarietà nei riguardi delle precarie e dei precari della scuola di Mantova che il 5 settembre scorso sono stati esclusi dalle nomine su posti di precario in seguito al riconoscimento economico del danno subito e in riferimento alla direttiva europea che prevede invece l’assunzione in ruolo, denuncia l’ennesimo ricatto padronale e auspica una mobilitazione nazionale di tutte le lavoratrici e i lavoratori della scuola per respingere con forza il nuovo modello di istruzione e di lavoro che il governo vuole imporre. Si ribadisce che solo l’autogestione delle lotte e l’azione diretta possono condurre all’emancipazione sociale.
USI-AIT (Istruzione-Università-Ricerca)