Lunigiana: terremoto (speculativo) nell’edilizia

Un nuovo terremoto sta per colpire la Lunigiana: è la vendita delle case popolari!

Il governo ha già trasmesso alla Conferenza unificata il disegno che la prevede. Gli immobili fatiscenti (circa l’80%) addirittura andranno all’asta in blocco. Se ne discute in questi giorni, ma cosa succede se passa questa misura?
Se le case popolari sono vendute, gli inquilini con bassi redditi riusciranno a esercitare il diritto di prelazione e a comprare? Se vengono sfrattati dove andranno? Il mercato risolverà tutto? Ne dubitiamo. Al contrario, avremo un terremoto sociale : sfratti, scontri, persone disperate. L’ex sindaco Renzi apre la strada agli speculatori che avranno a poco prezzo immobili nelle maggiori metropoli, ma la speculazione si abbatterà anche in Lunigiana.
Quindi, iniziamo a fare un po’ di chiarezza:
– le case popolari sono state costruite coi soldi di tutti, in particolare col contributo Gescal che veniva preso dalla busta paga degli operai;
– le case che Renzi vuol vendere sono proprietà dei comuni, mentre l’ERP si occupa della manutenzione. Quale utilizzo è stato fatto dei profitti provenienti dalle case popolari? Perché non sono stati riutilizzati nella manutenzione? La mala gestione ha reso fatiscenti molte case popolari. Prendiamo il L.O.D.E., l’unione di sindaci nata per ottimizzare la gestione di case popolari. Ad Albiano Magra (MS) c’è un immobile pubblico del L.O.D.E., con una ventina di unità abitative vuote, che senza manutenzione rischiano di essere condizioni fatiscenti.

 

Contro lo smantellamento cercato da Renzi, perché non scegliere la vendita diretta all’assegnatario? Si calcolano i versamenti degli affitti negli anni ed è possibile che qualcuno abbia già pagato tutto, o in buona parte, il valore dell’unità abitativa in cui vive. Questa sarebbe una misura con un contenuto sociale.
Unione inquilini e Usi Lel denunciano, in ogni sede, il tentativo di svendere il patrimonio edilizio pubblico;
si rivolgono alla popolazione, alle persone che lavorano, alle associazioni perché facciano pressioni e chiedano che nella Conferenza unificata ( dove sono rappresentati comuni e regioni) e in qualsiasi altra sede sia rigettata l’ipotesi di vendita in discussione.

Unione inquilini Massa ed Usi Lel Carrara

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