La lotta è di classe (o non é)

27 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE!

UNA IMPORTANTE PROVA DI FORZA CONTRO IL GOVERNO E IL PADRONATO

 

Che le forze padronali in stretta alleanza con quelle governative ci vogliono schiacciare fino all’umiliazione insopportabile è un disegno che soprattutto negli ultimi anni si è palesato fin troppo bene con la cancellazione delle principali conquiste del movimento dei lavoratori/lavoratrici, l’espulsione crescente dai luoghi di lavoro, la precarizzazione diffusa, fino alla eliminazioni delle forme di lotta più fastidiose.

La crisi a gran voce dichiarata è solo e unicamente subita dalla classe lavoratrice e dalle categorie subordinate: questo lo confermano le statistiche che registrano l’allargamento della forbice a favore dei profitti o meglio degli “approfitti”, soprattutto negli ultimi tempi.

La percezione delle disuguaglianze sociali sono così evidenti che l’avversione verso le istituzioni ha raggiunto i massimi livelli e si manifesta in tanti modi.

Noi da sempre abbiamo scelto la via della riscossa, anche quando è faticosamente in salita, convinti che la perseveranza e soprattutto la coerenza paghino.

Quando i sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) concordemente con la Confindustria e il beneplacito del governo hanno predisposto accuratamente l’ultima trappola, con l’accordo del 10 gennaio 2014, con cui si offre un piatto di lenticchie (una Rappresentanza Sindacale svuotata) in cambio dell’anima del sindacalismo conflittuale, come la rinuncia allo sciopero in occasione dei famigerati accordi con cui ci spennano come polli, purtroppo ci sono stati dei sindacati cosiddetti di base che hanno opportunisticamente abboccato.

Allora è iniziato un faticoso percorso per superare le avverse difficoltà che si erano formate, concordando Scioperi Generali e manifestazioni territoriali con i sindacati non firmatari del famigerato accordo. Un percorso non sempre lineare, ma costante nel tempo.

L’USI – AIT può vantarsi di aver fatto l’intero percorso senza saltare una sola tappa. Anche quando si trattava di tappe difficili e scomode, perché la nostra concezione è scioperare e lottare sempre, quando c’è coerenza nel percorso, perché alla fine è la somma dei risultati che viene premiata.

Sicuramente in questa sequenza va evidenziata l’importanza che ha significato lo sciopero nazionale del 16 giugno in cui sono stati unificati due importanti settori strategici, come la logistica e i trasporti, con un’ampiezza e un impatto tale che è stato percepito dal governo come un pericoloso allarme, tanto da indurre suoi importanti esponenti a minacciare ulteriori forti restrizioni del diritto di sciopero, come se le limitazioni già previste dalle leggi attuali non fossero abbastanza punitive per i lavoratori/lavoratrici.

Anche qualche rappresentante dei sindacati confederali, ai quali avrà tremato la terra sotto i piedi, si sono uniti al coro.

Forte di questa ultima importante esperienza di lotta i sindacati di base, conflittuali, alternativi (CUB, SGB, SI Cobas, Slai Cobas e naturalmente USI-AIT) hanno concordato lo Sciopero Generale nella giornata del 27 ottobre con l’intento di ampliare gli effetti importanti ottenuti con lo sciopero nazionale del 16 giugno.

E’ a tal fine, per una più ampia partecipazione e maggior coinvolgimento in modo unitario della base dei delegati e militanti che è stato indetta nella giornata del 23 settembre una Assemblea Nazionale a Milano per approfondire e rilanciare le importanti tematiche dello Sciopero Generale del 27 ottobre.

Si tratta di mettere a fuoco obbiettivi che vadano oltre la difesa dell’esistente e la necessaria riappropriazione dei diritti che ci hanno depredato, per delineare il percorso per una società futura

Né servi, né padroni che riportiamo nelle nostre bandiere, non è solo uno slogan, ma un obbiettivo da raggiungere. L’abbattimento delle forti disuguaglianze sociale deve essere un tema fondamentale, perché solo in una società profondamente egualitaria ci può essere giustizia. Dentro questo tema identifichiamo con forza quella di una forte riduzione dell’orario e del tempo di lavoro. Non possiamo più permetterci che l’enorme sviluppo tecnologico, frutto del nostro sfruttamento, sia utilizzato solo per aumentare profitti e per creare disoccupazione e precariato.

Lavorare meno, lavorare tutti non deve rimanere uno slogan, ma deve essere l’imposizione necessaria del movimento dei lavoratori/lavoratrici per una più equa distribuzione del lavoro.

Nello stesso tempo compito del movimento dei lavoratori/lavoratrici assieme ai movimenti sociali conflittuali deve essere quello di guidare e promuovere uno sviluppo produttivo e sociale che elimini come scorie le produzioni inutili e dannose, per costruire una società basata sullo sviluppo utile e necessario all’interesse generale anziché di pochi sfruttatori e approfittatori


Editoriale di Lotta di Classe supplemento al numero 134 settembre 2017

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