Comunicato contro il tentativo di accordo sulla rappresentanza promosso dai sindacati confederati

La Rappresentanza è sempre più di regime:

Al via la dittatura sindacale

 

Non hanno mosso un dito per più di vent’anni mentre padroni e governo esportavano la produzione nei paesi dove lo sfruttamento ha ridotto alla fame intere popolazioni. Adesso che con la crisi non c’è più lavoro, i sindacati confederali rendono obbligatori, con una metodica da America latina gli accordi facendo disconoscere le sigle sindacali che osano opporsi, mettendo la parola fine al libero sindacato.

Via libera quindi all’accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacale da parte dei direttivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, che sarà portato al confronto con Confindustria. Il 30 aprile i direttivi unitari di CGIL CISL e UIL che si sono riuniti a Roma per discutere di mobilitazione unitaria,  del confronto con le associazioni di impresa, delle proposte del sindacato sul tema della rappresentanza approvano un documento che di fatto metterà la parola fine al quel misero residuo di democrazia sindacale che era ancora rimasto. L’ accordo sulla rappresentanza che CGIL CISL UIL stanno definendo con la Confindustria non è altro che un brutale atto di normalizzazione autoritaria delle relazioni sindacali. Esso stabilisce che il diritto alla rappresentanza ce l’hanno solo coloro che preventivamente accettano un accordo. In definitiva Si azzera il sistema esistente e si riparte da capo. Ai tavoli dei contratti nazionali parteciperanno soltanto le organizzazioni che rappresentano più del 5% degli iscritti. A quelli dei contratti aziendali le RSU e i loro sindacati. Gli accordi saranno validi solo quando la maggioranza dei sindacati o delle RSU lo sottoscriveranno. La consultazione dei lavoratori non sarà più obbligatoria ma auspicata. Potrà esprimere il suo giudizio finale ma non avrà valore. Con questo sistema si supera definitivamente il problema del dissenso cancellando il diritto a opporsi alle peggiori intese. Questo accordo costituisce un esproprio di quella già tanto auspicata legge sulla rappresentanza. Vietato ricorrere in tribunale, vietato protestare, vietato esercitare il diritto di essere minoranza. La dittatura del metodo FIAT è stata così esportata anche in altri settori. Lo statuto dei lavoratori somiglia soltanto ad un lontano ricordo e frutto della passata esistenza di una cosa chiamata democrazia del lavoro. Questo è in definitiva il succo di ciò che confederali e Confindustria stanno concludendo in queste ore sulla rappresentanza sindacale e  che successivamente, dopo la manifestazione farsa della Fiom, ne renderanno noti i contenuti. In una fase di forte crisi come quella l’attuale ed Ovunque ci sia una lotta o una ribellione vera allo sfruttamento, i lavoratori ed i loro sindacati non potranno più protestare e ribellarsi. Pensiamo alle lotte sindacali attuali più importanti e partecipate della Lombardia, come Trenord e S.Raffaele, dove vedono CGIL CISL UIL ostili ed estranee, oppure come accade alla lotta dei lavoratori migranti della logistica. Oppure sebbene in maniera più ridotta la lotta sull’orario di lavoro a careggi.

l’obiettivo è ridurre gli spazi democratici, colpire il dissenso e cancellare il diritto di sciopero.

È ora di ribellarsi sul serio !!

 

Sindacato autogestito USI- AIT sanità – Segreteria Nazionale usisanita.segreterianazionale@gmail.com

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