Ultime da Careggi

 Comunicato
Sono trascorse poco più di due settimane ormai dal 28 settembre, giorno degli avvenimenti
che ci hanno coinvolto, insieme ai COBAS nella giornata di informazione sindacale e nel
volantinaggio presso il presidio ospedaliero di Careggi. Due settimane in cui tutti, sia
lavoratori che organizzazioni sindacali hanno avuto il tempo di riflettere e valutare sulla
vicenda. Noi crediamo che allo stato attuale delle cose, intorno alla vicenda di Careggi
vadano fatte alcune considerazioni. Il fatto che RdB, sia territoriale che nazionale, stia
facendo passare la vicenda come una faida tra sindacalisti è politicamente deprimente e con
l’unico obbiettivo di occultare il dato oggettivo dei fatti.

La realtà è che RdB sta cercando di
coprire le nefandezze firmate in azienda. Ricordiamo che mentre il sinadacalismo di base si
esprime contro il decreto brunetta il signor Aurelio Minichiello ha firmato, insieme a CGIL
CISL e UIL, un accordo aziendale che tale decreto lo legalizza nel suo contenuto. Inoltre
teniamo a precisare che mentre il sindacalismo di base si batte per difendere la democrazia
sindacale e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, questo signore aggradisce altri delegati
sindacali, alcuni facenti parte addirittura del patto di base che distribuiscono materiale
informativo contro le scelte del ministro brunetta.
Quanto avvenuto non è un evento isolato perché questo autocrate che gestisce la struttura
RdB di Careggi come una sua proprietà privata si è spesso distinto con metodi aggressivi e
provocatori contro altri delegati del sindascalismo di base. Pur essendo pienamente
consapevoli che all’interno di RdB vi siano molti compagni animati da un vero e sincero
spirito di rispetto, siamo fortemente critici rispetto al silenzio ed al disinteresse che tuttavia
essi hanno manifestato. Tale comportamento per noi non è in sintonia con quelli che sono i
valori del sindacalismo di base. Un forte senso di criticità lo ribadiamo inoltre rispetto a tutti i
“ compagni “ libertari che lavorano dentro RdB. Il loro silenzio significa giustificare, accettare
e rafforzare un modo egemone, verticista e stalinista di una struttura sindacale sempre più
lontana dai valori del sindacalismo di base. Fermo restando che la libera scelta di
rappresentanza sindacale deve essere un valore indiscutibile ed irrinunciabile, tale
atteggiamento è ben lontano dagli scopi per cui quotidianamente lottiamo, quali la
democrazia diretta, l’autogestione ed il rispetto per il nostro modo di fare sindacalismo
Libertario e federalista che ci contraddistingue in questo immenso bluff sindacale.
Sulla base e sulle ragioni di quanto affermato ed a seguito della nostra assemblea
intercategoriale degli iscritti e simpatizzanti, l’USI – AIT intercategoriale della sezione di
Firenze dichiara la propria intenzione di rompere ogni rapporto di collaborazione con RdB, sia
territoriale che nazionale, nonché con tutte le altre organizzazioni del patto di base e
politiche che con il silenzio hanno rafforzato un modo egemone, prepotente, clientelare ed
infame di fare sindacato.
I lavoratori dell’USI e dei COBAS di Careggi ringraziano per la solidarietà ed il sostegno
morale l’USI- AIT nazionale, USI sanità, CUB sanità nazionale, CUB sanità Careggi,
Confederazione COBAS nazionale sanità, SIN – Base Genova, SLAI Cobas sanità azienda
sanitaria Firenze, SLAI Cobas poste Firenze, commissione lavoro delle Federazione Anarchica
milanese – FAI Milano, COBAS sanità Pisa, Collettivo sindacale aziendale CUB sanità
Oklahoma onlus Milano,
Firenze 17 ottobre 2009
USI- AIT Intercategoriale Firenze

 

 

 

 

 

 

 

 

Presso il presidio ospedaliero di Careggi si costituisce un comitato spontaneo di lavoratori precari.
A seguito della quasi pressochè totale mancanza di interesse da parte delle organizzazioni sindacali aziendali, sia confederali che di base, decine di lavoratori precari si sono costituiti in comitato spontaneo per difendere i propri diritti e la propria dignità.
La Federazione Regionale sanità Toscana dell’Unione Sindacale italiana – AIT storicamente e politicamente promotrice e sostenitrice dell’azione diretta e dell’autorganizzazione dei lavoratori – sostiene il comitato fin dalla sua costituzione e continuerà a sostenerlo in tutto il suo percorso con tutti i mezzi di cui è in possesso.
Non è trascorso poi così tanto tempo da quando nel corso di un’assemblea sindacale alcune organizzazioni sindacali di Careggi rivendicavano con orgoglio il fatto che in azienda, grazie alle lotte intraprese non erano presenti lavoratori precari. La realtà dei fatti è purtroppo assai ben diversa e va ben oltre al di la della propaganda aziendale. Come USI sanità del presidio ospedaliero di Careggi diciamo questo in quanto ci sembra opportuno, ancora una volta fare alcune precisazioni in merito al concetto ed al significato di precarietà. Come sostenemmo in un documento redatto insieme ad alcune realtà del privato di Careggi il concetto di precarietà è molto più ampio e più complesso di quello che si vuol far credere. Per noi infatti i lavoratori precari sono tutti coloro che hanno il proprio futuro lavorativo nelle mani degli altri, oppure tutti coloro che devono sottostare, sotto ricatto al volere dei padroni aziendali. Per noi inoltre sono precari tutti coloro che lavorano in appalto ed i quali svolgono  uguali mansioni dei dipendenti pubblici percependo meno salario, meno diritti e più carichi di lavoro e dove in molti casi la mancanza di sicurezza e l’incertezza del proprio futuro sono realtà quotidiana.
Nel presidio ospedaliero di Careggi confrontata ad una carenza di personale che metteva a rischio l’erogazione stessa dei servizi, l’azienda ha proceduto nel 2008 all’assunzione di molti lavoratori con contratto a tempo determinato. Ad oggi si avvicina il momento nel quale, progressivamente, questi perderanno il lavoro senza che le ragioni, le carenze, le urgenze che hanno motivato la loro assunzione siano state superate. Tutto ciò avviene quando le ragioni “tecnico, produttivo, organizzativo e sostitutivo “ dell’azienda sono in realtà esigenze strutturali conseguenti a carenze di organico che, a volte, mettono in discussione l’operatività o l’erogazione, in questo caso, di prestazioni assistenziali essenziali. Motivazioni le quali renderebbero necessaria  la costituzione di un  rapporto di lavoro stabile proprio perchè l’esigenza non è eccezionale o transitoria ma bensì continuativa e parte della normale e programmata attività produttiva. A seguito di tutto ciò occorre rilevare che la carenza di personale ha determinato e determina tuttora maggiori costi per l’azienda, la quale è costretta, per garantire il servizio a ricorrere massicciamente a orari aggiuntivi e straordinari determinando situazioni al limite della legalità e della sicurezza con una evidente dimostrazione di quanto siano demagogiche, disastrose e costose le politiche propagandistiche di tagli indiscriminati alla sanità pubblica.
Nonostante le vere battaglie intraprese contro l’instaurazione della precarietà nelle amministrazioni pubbliche, queste tipologie di lavoro vengono intraprese dalle aziende senza che alcuna forza sindacale si opponga o faccia resistenza seria, permettendo così  l’utilizzo del lavoratore come fosse un oggetto del mercato consumistico da usare e gettare all’occasione. Una condizione che permette forme di discriminazione e sfruttamento con il minimo di diritti e il massimo di incertezze, senza la possibilità effettiva di progettare il proprio futuro e condizionato dalla condizione di migrante: di ruolo, di inquadramento, di azienda  e a volte anche di città o regione. A nessuno sembra interessare politicamente e sindacalmente il futuro di questi lavoratori. Tutto ciò viene evidenziato Sia dalle risposte ricevute a livello individuale sia a livello collettivo. Il Comitato dei precari infatti stà riscontrando enormi difficoltà anche nel coinvolgere sia la RSU stessa sia le singole organizzazioni sindacali.  
Nonostante venga comunemente affermato, anche in sede legislativa, che la precarietà è l’eccezione e il tempo indeterminato la regola, la quotidianità la smentisce dal moltiplicarsi e dal diffondersi di forme di rapporto caratterizzate proprio dalla temporaneità. A Careggi la realtà è che allo stato attuale a partire da settembre decine di lavoratori precari saranno messi fuori dall’azienda nonostante le situazioni di criticità e di carenza di personale persistano. Queste assunzioni erano motivate ad una carenza di personale che metteva in crisi l’erogazione dei servizi e la continuità assistenziale. Accentuava inoltre in maniera pericolosa i carichi di lavoro e l’imposizione al personale di orari aggiuntivi. Queste assunzioni hanno contribuito a garantire l’assistenza ai cittadini ed hanno acquisito conoscenze e capacità nello svolgimento delle attività. L’USI sanità Toscana, per mezzo della sezione ospedaliera di Careggi chiede con forza e determinazione che tutti i lavoratori precari siano immediatamente stabilizzati e che si proceda realmente, al più presto all’attuazione del concorso per OSS. Il comitato dei precari di Careggi sostenuto dall’USI sanità Toscana si farà promotore di iniziative di lotta le quali si porranno come obiettivo massimo la stabilizzazione di tutti i lavoratori. Invitiamo pertanto tutti i lavoratori della sanità a mobilitarsi a fianco dei precari di Careggi e a sostenere una lotta congiunta per una rivendicazione che fino ad ora è stata ribadita dal sindacalismo di base solo a parole.

per l’USI Sanità Careggi
Corrado Lusi

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