Appello del COLLETTIVO AUTONOMO LAVORATORI PORTUALI di Genova
GUERRA ALLA GUERRA! PACE FRA I POPOLI!
C’è una nave, la Bahri Yanbu, carica di potenti armi di distruzione (elicotteri da guerra, munizioni per cannoni, ecc.) che sta solcando i mari sostando in vari porti.
Una nave portatrice di morte che rifornisce le guerre in tutto il Medio Oriente.
Guerre come quella nel Kashmir, che durano da 70 anni.
Un traffico di armi che serve solo ai guadagni dell’industria bellica e per far prosperare grossi interessi economici. Che alimenta conflitti sanguinosi in diverse parti del mondo utili al predominio dei governi nello sfruttamento delle risorse locali, ma che provocano distruzione e morti innocenti tra la popolazione e impongono esodi migratori di massa.
Le prime mobilitazioni contro il traffico di armi di questa nave si sono già svolte con un Presidio ad Anversa (Belgio) l’1 febbraio 2020.
Già nei mesi scorsi, nel porto di Genova, una mobilitazione partita dai lavoratori del porto ha ottenuto un clamoroso successo, impedendo l’imbarco di materiale bellico diretto in Arabia Saudita e destinato alla guerra in Yemen. Analoghe manifestazioni a sostegno del blocco del traffico di armi si sono svolte in altri porti europei (Le Havre, Marsiglia, Bilbao) contro navi della compagnia saudita Bhari.
Il 15 febbraio (la data potrebbe variare) a Genova arriverà la Bahiri Yambu, la nave con il suo carico di armi destinate ad alimentare ulteriormente la guerra in Yemen, uno dei conflitti più sanguinosi, con terribili conseguenze soprattutto sulla popolazione civile.
Come Unione Sindacale Italiana esprimiamo solidarietà e tutto il nostro appoggio all’appello del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova:
…chiameremo tutta la città solidale ad unirsi a noi per bloccare l’ennesimo traffico di morte. Chiediamo a tutti i lavoratori, ai cittadini, ai sindacati e alle forze politiche di sostenere questo blocco trasformando questa giornata in un’occasione di lotta contro la guerra e per la pace tra i popoli e tra gli oppressi. Invitiamo tutti e tutte a raccogliere quest’appello. Dalla produzione bellica alla sua logistica, dalle basi militari ai centri di ricerca, l’ingranaggio della guerra è ampio e diffuso e permette a chiunque e dovunque di mettere in campo in autonomia ciò che vorrà e potrà.”
Sarà nostro impegno promuovere iniziative di solidarietà e di mobilitazione, dove la nostra presenza ce lo permette, in tutto il territorio nazionale ed internazionale.