La Versilia va verso la miseria economica e morale …
Turismo: dalla Versilia a Venezia e ritorno.
Il sindaco Del Dotto ha trovato la quadratura del cerchio? A Camaiore (LU), contro la direttiva Bolkestein, che sradicherà l’industria turistica come la conosciamo, progetta:
1) dare al comune potere di pianificare in dettaglio gli indici urbanistici e il tipo di concessione sull’arenile. Così eliminerebbe il confronto concorrenziale previsto da Bolkenstein;
2) Il comune concederà un bene, non un servizio. La direttiva infatti riguarda solo i servizi. Si pensa ad una sola autorizzazione con volumi di costruzione e canoni già fissati dai Piani di Utilizzo dell’arenile (PUR) e dall’Agenzia del demanio.
E l’Agenzia del demanio? Alcune direttive di riforma che propone sono: spostare la linea del demanio, che è incedibile, trasformandolo in patrimonio, che si può vendere al concessionario. L’affidamento durerà da 6 a 30 anni in base a investimenti e opere realizzati dal concessionario. Si prevede un condono a chi non ha pagato i canoni. Si tratta, come nel caso del litorale veneziano, compresa la ‘Venezia spiagge’ controllata dal comune, di debiti col comune per 6 milioni fra concessioni, Ici e Imu. Stona anche che resti la sub-concessione, meccanismo che permette di “pagare poche migliaia di euro di canone e subaffittare per somme a cinque zeri, come accade in Versilia con il Twiga di Briatore” (cfr. L’Espresso 4/12 ‘Spiagge in svendita”).
L’industria del turismo come la conosciamo si basa sui beni collettivi: la cultura, l’immagine stessa di un luogo come la Versilia, è prodotta da una collettività; il paesaggio è costruito dalla fatica di generazioni; le reti di trasporto che muovono milioni di turisti non funzionano senza sforzi collettivi coordinati.
L’industria del turismo come la conosciamo porta con sé una domanda: gli imprenditori balneari pagano tasse quanto pensionati e dipendenti? La proposta di legge non li tocca.
L’industria del turismo come la conosciamo si fonda su appropriazioni di beni comuni e sullo sfruttamento di tutte le persone che ci lavorano, con qualunque mansione, tutte le estati.
Non c’è seria azione di contrasto alla Bolkenstein senza il consenso della comunità che vive e lavora in Versilia. Un punto minimo su cui intendersi è: contratti di lavoro subordinato e a tempo indeterminato a chi lavora nel turismo.
Contratti da aprile a ottobre a tempo indeterminato? Sul tempo di lavoro vale ricordare Sergio Bologna: l’economia dell’evento dilata il tempo di lavoro di una stagione a tanti momenti di un anno: le feste invernali, i ponti, il Carnevale. Un contratto annuale inoltre compenserebbe i picchi di lavoro che si raggiungono in estate. Quindi, noi siamo per contratti che durino tutto l’anno e siano a tempo indeterminato.
Un contratto a tempo indeterminato non esclude lavoro flessibile: è il lavoro flessibile che deve essere un’eccezione. La bozza proposta dall’Agenzia del demanio prevede che farà punteggio, per affidare l’arenile, anche il mantenimento dei livelli occupazionali. Il sindaco di Camaiore inserirà il riferimento al contratto a tempo indeterminato nei bandi per affidare lo sfruttamento del litorale?
Il mercato del lavoro è cambiato. Il lavoro nero o atipico nel turismo, oggi, non è quel guadagno in più che dava benessere alle famiglie. La Versilia va verso la miseria economica e morale. L’intervento sul territorio e nel lavoro può cambiare le cose.
UNIONE SINDACALE ITALIANA – CARRARA
Usi Lucca usilucca@yahoo.it
Usi Lel usientilocali@libero.it
Sezione Italiana dell’Association Internationale des Travailleurs (A.I.T.)