A quale età si diventa … “maggiorenni”?

STUDENTI MAGGIORENNI ALL’ISTITUTO ALBERGHIERO PELLEGRINO ARTUSI DI FORLIMPOPOLI.
 
 
Il raggiungimento della maggiore età, dipinge il giovane come il futuro della società, gli viene consegnato un pezzo di carta (scheda elettorale) con la quale dovrebbe – nell’immaginario democratico borghese – cambiare le sorti di paesi/Stati. 
 
Anche al compimento del 18° anno, un altro documento permette di poter scorazzare lungo le strade di centri abitati e autostrade, con una responsabilità equiparata al rischio di causare serio pericolo a chi lo incrocia a bordo di veicoli o il qualità di pedoni.
 
Tempo addietro, la maggiore età rappresentava l’avviamento al servizio militare, significava imbracciare armi, si andava alla guerra. Oggi a 15 anni si può accedere alle scuole militari e dal 17° anno si può entrare all’Accademia Militare. Dal 18° si può divenire Volontario in Ferma Prefissata per un anno. Stiamo parlando di essere parte delle forze armate, di armi, di morte.
 
Già a vario titolo i giovani accedono al mondo del lavoro (ancora in ambito scolastico gli studenti di scuola superiore vengono a conoscenza molto bene di cosa è il mondo del lavoro, pochi giorni fa uno studente in Alternanza Scuola-Lavoro è rimasto vittima di un incidente sul lavoro mentre maneggiava un muletto. Ricordiamo che è in aumento il tasso di incidenti e morti sul lavoro nella fascia di età che va sino ai 29 anni, quindi tra i giovani soggetti a tutte le forme di precarietà lavorativa che va dall’Alternanza Scuola-Lavoro alla Garanzia Giovani ai tirocini), ma certamente la fine dell’obbligatorietà scolastica li consegna al mercato del lavoro, quali salariati e con il Job Acts, veri schiavi in mano al sistema capitalista.
 
Potremmo pure continuare, evidenziando cosa avviene al ragazzo o alla ragazza al momento del compimento del 18° anno di età: divengono a pieno titolo cittadini di questa società.
 
Eppure succedono fatti strani che pongono in contraddizione tutto ciò che fin ora scritto.
 
Capita che all’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli (FC), questa età “emancipatrice” (!?), rimane burlescamente lettera morta. E si tratta di una bazzecola, una stupida stupidaggine. Sebbene lo studente maggiorenne può firmarsi direttamente il motivo dell’assenza dalla lezione (giustificazione), per un “editto” del Dirigente/Monarca scolastico il LIBRETTO DELLE GIUSTIFICAZIONI deve essere consegnato ai genitori, anche se i genitori dello studente o della studentessa maggiorenne danno il consenso scritto o verbale. 
 
Ripetiamo, si tratta di una stupida stupidaggine, ma è su una stupida stupidaggine che il “leader maximo” dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi si impunta come se si trattasse della battaglia tra le battaglie, della “Stalingrado” che non può capitolare, a cui nessuno del personale scolastico ha voglia e coraggio di questionare: la Buona Scuola di Renzi e ora della Fedeli (ex sindacalista come per altro il Dirigente di Forlimpopoli) ha consegnato poteri dominanti ai dirigenti, evidente senza più veli la autoritaria evoluzione nella scuola pubblica. Non sarebbe più opportuno rendere note le condizioni di sicurezza di quel Istituto, se i laboratori sono a norma e sicuri per l’integrità di operatori e studenti, se l’accesso agli stessi è possibile anche per l’apprendimento. Magari verificare come funziona l’Alternanza Scuola-Lavoro e a quali condizioni sono soggetti gli studenti vincolati a svolgere una attività gratuita e obbligatoria, per di più soggetta a giudizio da parte di datori di lavoro. 
Be, per ora accontentiamoci di misure “educative” e di costruzione di responsabilità ai nuovi maggiorenni cittadini/studenti determinando che il LIBRETTO DELLE GIUSTIFICAZIONI che useranno a loro uso e consumo deve essere ritirato dai genitori. Per altro, interessante sapere a quali norme giuridiche si appoggia il Dirigente, visto che in altre occasioni l’operato è stato dubbio e prossimo alla violazione del codice civile.
 
UNIONE SINDACALE ITALIANA Sezione di Cesena (USI-AIT)

 

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