RAV: cosa nasconde questo acronimo?

Venerdì passato, in un pomeriggio incandescente, in tutti i sensi, si è tenuto il collegio dei docenti dell’Istituto alberghiero di Seravezza e Viareggio (Lu). Il punto fondamentale era quello relativo alla formazione del comitato di autovalutazione, vero e proprio strumento di divisione tra i lavoratori, che verranno classificati in fasce con retribuzioni diverse e di autovalutazione della scuola in un’orgia di oggettivazione, che dovrebbe preludere ad una classificazione delle diverse scuole, che in base a punteggi astratti, riceverebbero finanziamenti da parte dello stato per attivare ‘progetti’, per fare progetti, partorendo così una burocrazia autoreferenziale e stracciona che dividerà ancora di più i lavoratori. Malgrado il preside, anzi di dirigente scolastico, abbia insistito sull’obbligatorietà dell’istituzione di questa commissione, il collegio dei docenti l’ha bocciata con 80 voti contrari ed appena 11 favorevoli. Notevole lo scorno del dirigente scolastico. Vi mando in allegato le motivazioni, con tanto di riferimenti legislativi che un compagno ha espresso. L.M.


PUNTI CRITICI DEL RAV


1. Il Nucleo di Valutazione non è previsto da nessuna legge; il DPR 80/13 e la Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 imporrebbero alle scuole l’autovalutazione, ma non dicono assolutamente nulla su chi deve svolgerla. L’accenno non prescrittivo ai Nuclei viene fatto nella Circolare Ministeriale 47 del 21 ottobre 2014 («Le scuole si doteranno di un’unità di autovalutazione, costituita preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio Docenti»). Ma considerato che le circolari non hanno nessun valore impositivo, (non sono leggi) si tratta semplicemente di consigli che l’amministrazione dà al suo interno e, quindi, la costituzione del nucleo di valutazione non è un obbligo: per imporcelo dovrebbero modificare la legge sugli Organi Collegiali.

 

Infatti, deve essere il Collegio Docenti a deliberarlo come si fa con le altre commissioni che possono o no essere costituite. In questo caso, si dovrebbero stimare il possesso delle adeguate competenze in ambito valutativo dei docenti che dovrebbero farne parte, perché i compiti che sono chiamati a svolgere i componenti di questo nucleo sono abbastanza definiti ed è necessaria competenza, responsabilità e molta abnegazione considerato che si tratta di
2. un’enorme mole di lavoro. Per il momento, infatti, il compito principale di questo nucleo di valutazione è quello di compilare il documento in formato digitale predisposto dall’Invalsi chiamato Rapporto di AutoValutazione (RAV). Tutto questo lavoro come verrà retribuito? Non sono previsti compensi specifici per il nucleo di valutazione, eventualmente andrebbe retribuito con i fondi del FIS come ogni altra commissione, a tal proposito sappiamo tutti quanto siano esigue le risorse del nostro FIS, considerato che dovrebbero essere retribuite anche le altre attività deliberate, è facile dedurre che il tutto dovrà essere fatto “gratis et amore Dei” o tolto ad altre attività certamente più importanti per la scuola.In esso, attraverso precisi parametri, dovranno essere contenute:
– tutte le informazioni relative al “contesto e alle risorse materiali” in termini di strutture scolastiche: edifici, aule, dotazioni tecnologiche e loro effettivo utilizzo;
– le risorse professionali del personale della scuola;
– le pratiche educative e didattiche: POF, progetti, curricoli verticali, piani di orientamento, di inclusione…;
– gli esiti dei risultati scolastici rilevati dai risultati delle prove invalsi, ecc….;
– inoltre, il RAV dovrà contenere anche la rilevazione delle “pratiche gestionali e organizzative” attraverso strumenti d’indagine quali questionari rivolti a dirigenti scolastici, docenti, personale, genitori e studenti.
Tali strumenti per il momento possono essere predisposti dal Nucleo (ovviamente dovranno passare al vaglio del Collegio Docenti per l’eventuale approvazione in quanto anche il RAV deve poi essere approvato dal Collegio). Il Nucleo dovrà anche prendersi la responsabilità di fare un’attenta valutazione dei risultati di tutte queste attività. “Gli indicatori contribuiscono a supportare il gruppo di autovalutazione per l’espressione del giudizio su ciascuna delle aree in cui è articolato il Rapporto di Autovalutazione. L’espressione del giudizio non dovrebbe derivare dalla semplice lettura dei valori numerici forniti dagli indicatori, ma dall’interpretazione degli stessi e dalla riflessione che ne scaturisce. D’altra parte è necessario che i giudizi espressi siano esplicitamente motivati in modo da rendere chiaro il nesso con gli indicatori e i dati disponibili”. Infine, si devono indicare le priorità e i traguardi che la scuola si prefigge di realizzare attraverso l’azione di miglioramento: “la mission e vision della scuola…” come scrivono nelle varie normette e notarelle del MIUR.

3. Tuttavia i compiti del nucleo non si esauriscono in questo ma come ben sappiamo è chiamato ad un altro gravoso compito in termini di responsabilità e scomodo impegno, ed è quello previsto dalle linee guida del piano “La buona scuola” di Renzi, che prevede che la progressione di carriera dei docenti sia stabilita dal merito che essi conquistano attraverso i vari crediti: didattici, formativi e professionali e che andranno a costituire il portfolio di ciascuno. Testualmente il piano recita: “La progressione di carriera si articolerà in un riconoscimento ed in una valutazione delle competenze acquisite, e dell’attività svolta per il miglioramento della scuola. Il portfolio del docente è vagliato dal nucleo di valutazione interno di ogni scuola a cui parteciperà anche un membro esterno.

4. Il P.T.O.F prende il posto del POF. Ma il PTOF sarà redatto in base a ciò che risulta dal RAV. Il RAV darà le indicazioni per sviluppare i piani di miglioramento della scuola, fra cui rientrano (cosa che non era fra i compiti del POF) le DOTAZIONI DI ORGANICO.. Quindi:
– il PTOF richiede gli organici;
– li richiede in base al piano di miglioramento deciso dal RAV
– l’auto-valutazione è fatta dal RAV su parametri e schede di rilevamento decise e supervisionate dall’INVALSI!!
Nel RAV non c’è niente di “autovalutazione”: si è trattato di riempire delle caselle decise centralmente in base alle quali poi il MIUR assegnerà risorse e personale alle nostre scuole. Il RAV non è uno strumento di rilevazione della qualità, ma un ulteriore strumento di controllo delle attività delle scuole: i parametri scelti dall’INVALSI, possiamo starne certi, si accamperanno al centro della nostre scuole le quali indirizzeranno risorse economiche e umane al raggiungimento degli obiettivi prescritti che assumeranno dunque un potente effetto retroattivo. Saranno meglio valutate e finanziate quelle scuole che sforneranno progetti, meglio se sviluppati in compartecipazione con altri enti pubblici e privati; viene premiato insomma chi meglio si adatta ai tagli dei finanziamenti statali: non manca infatti il rilevamento della quantità di soldi rastrellati attraverso i contributi “volontari” dei genitori e le “donazioni” dei privati, nonché ovviamente i legami più forti possibili con le aziende. Premi anche a chi meglio saprà produrre inutile carta come POF, curricoli verticali, piano dell’inclusione, piani di orientamento, individuazione della mission della scuola; e ovviamente al centro di tutto i molto discutibili quiz Invalsi usati per misurare la qualità della scuola, dei ragazzi, dei docenti. Il fine ultimo del RAV è infatti quello di istituire una classifica tra le scuole per far credere, con le armi della propaganda e della pubblicità, ai genitori potenziali clienti che le scuole meglio classificate sono le scuole “migliori”, in una concorrenza tra scuole e scuole e tra docenti di una stessa scuola.

E non è tutto, perché tra pochi mesi usciranno dei valori base di efficienza ed efficacia (ovviamente definiti dall’Invalsi e al momento sconosciuti) sotto i quali le scuole non potranno andare, pena la valutazione esterna a suon di ispettori e di corsi di aggiornamento (circa il 10 % delle scuole italiane, di cui il 7% quelle che saranno sotto i parametri base e il 3% su campione casuale). Insomma, chi non si adatta, sarà “rieducato”.

Oltre che sotto il controllo ferreo dei presidi che potranno assumere personale e licenziarlo a loro piacimento, che potranno distribuire i “premi di merito” ai docenti, vogliono che le scuole siano fortemente controllate e eterodirette attraverso i parametri che via via saranno decisi centralmente e che potranno essere rivisti di tre anni in tre anni.

Dobbiamo continuare a combattere la mala scuola di Renzi e finché ce ne daranno la possibilità, dobbiamo ribadire la centralità deliberante dei Collegi Docenti per tutto quanto riguarda le scelte didattiche della scuola. Pretendiamo che l’Organo deputato a decidere sull’attività scolastica esprima la propria contrarietà.

ESEMPIO DI MOZIONE:

Il Collegio Docenti, preso atto che il RAV si configura come uno strumento di misurazione della qualità dell’attivitàscolastica
– che prende in considerazione solamente alcuni aspetti dell’attività scolastica;
– che elude i problemi centrali della qualità della scuola (numero alunni per classe, compresenze, ore di recupero, ore di sostegno, ecc.);
– che insiste sulla centralità dei discutibili Invalsi quale misurazione della qualità degli studenti, dei docenti, della scuola;
– cheè stato deciso centralmente su parametri mai discussi con il mondo della scuola;
– che rappresenta un segmento centrale del Ddl “buona” scuola;
– che in base ad esso saranno individuate le priorità didattiche e organizzative della scuola, nonché la destinazione delle risorse;

considerate le forti ricadute didattiche delle materie trattate e le competenze a tutt’oggi assegnate al Collegio Docenti, delibera di non approvare il RAV.

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