USI: metodo e azione anarcosindacalista

L’UNIONE SINDACALE ITALIANA

STORIA – METODOLOGIA – AZIONE ATTUALE


La nostra storia

 

L’Unione Sindacale Italiana ha il suo primo Congresso di costituzione a Modena nel 1912. Nel solco delle idee della Prima Internazionale in Italia, l’USI collega le forze del sindacalismo rivoluzionario sorte dopo lo sciopero nazionale del 1904 e le grandi lotte agrarie ed operaie dei primi anni del secolo. L’USI si contrappone anche alla CGdL riformista e controllata dal partito politico. Le sue armi sono quelle dell’assemblearismo e dell’azione diretta. Un’altra caratteristica dell’Unione è quella di organizzare anche lavoratori non qualificati e rifiutare ogni tipo di cogestione, istituzionalizzazione del sindacato o patteggiamento con lo stato.

 

Protagonista di grandi scioperi e mobilitazioni (tra cui la settimana rossa 1914, agitazioni metallurgiche ed agrarie, ecc.) è costretta durante il primo conflitto mondiale a operare in semiclandestinità per il suo antimilitarismo e l’opposizione alla guerra. Cresce fortemente dal 1919 arrivando a contare mezzo milione di iscritti e dando vita a durissime lotte nel biennio rosso e nell’occupazione di fabbriche e latifondi. Dopo il tradimento della CGdL e la successiva criminalizzazione del movimento di lotta l’USI subisce una forte repressione che continua con lo squadrismo fascista. Le sue Camere del Lavoro (nonostante un’eroica difesa armata dei lavoratori dell’USI che riescono spesso a sconfiggere i fascisti) sono attaccate, incendiate, i suoi attivisti uccisi, arrestati o costretti ad emigrare. Sciolta da Mussolini nel 1925 l’USI opera in clandestinità in Italia e costituisce un Comitato d’Emigrazione dell’Unione a Parigi che coordina i vari nuclei e sezioni di attivisti emigrati (30.000) che operano in varie città europee. La struttura in Italia subisce duri colpi negli anni trenta da parte dell’OVRA mentre l’USI partecipa alla rivoluzione spagnola e alla lotta antifranchista (1936-1938) accanto alla CNT così come successivamente troviamo militanti USI attivi sia nella resistenza francese che in quella italiana.

 

Ricostruita nei primi anni cinquanta l’USI sarà operativa solo in alcune zone (Genova, Carrara, ecc.) portando comunque avanti lotte e vertenze. Nell’autunno caldo 1968-’69 sembra che nuovo interesse riscuota l’USI (principalmente a Milano dove nascono due sezioni dell’USI) da parte delle nuove forme di autorganizzazione operaia autonome che crescono nelle aziende. Questa fase è brutalmente conclusa con le bombe di piazza fontana e l’assassinio dell’attivista dell’USI Giuseppe Pinelli.

 

Una nuova e definitiva riattivazione nazionale si ha alla fine degli anni settanta a seguito di un nuovo ciclo di lotte sindacali e sociali fuori e contro il controllo dei sindacati confederali.

 

Attualmente l’USI, da sempre sezione italiana dell’AIT (Associazione Internazionale dei Lavoratori), opera con suoi sindacati nazionali (Sanità, Cooperative, Educazione, Industria, Enti Locali, Commercio e Lavoratori Indipendenti) portando avanti anche importanti lotte, scioperi, e dure vertenze. Un altro aspetto dell’USI è l’azione per i diritti di immigrati, precari, disoccupati e per costruire spazi liberi ed autogestiti (case occupate per i senza tetto, strutture sociali alternative al potere e alle istituzioni) con l’obbiettivo della trasformazione sociale rivoluzionaria e libertaria.

 

La metodologia e l’Azione Anarcosindacalista dell’U.S.I.

 

Per noi (al contrario degli altri che dicono di essere “sindacati” e poi sono al servizio di padroni, partiti o logiche corporative) il sindacato è unicamente uno strumento di difesa e di emancipazione delle classi lavoratrici, dei disoccupati, degli immigrati, dei precari, dei senzatetto, di tutti i deboli e gli oppressi. Usiamo lo strumento del sindacato per tutte le lotte e le conquiste possibili ma il nostro obiettivo è la trasformazione autogestionaria e libertaria della società.

 

Per questo siamo l’unico sindacato ASSEMBLEARE esistente in Italia, non abbiamo al nostro interno né vertici né burocrati stipendiati. Sono i lavoratori, gli immigrati, i disoccupati che si autorganizzano (nelle aziende e nel territorio) e decidono in completa autonomia. Ogni struttura dell’Unione (sezioni locali, sindacati aziendali e di settore, federazioni regionali o comitati dei delegati) funzionano in modo assembleare e i delegati eletti o chi assume compiti di rappresentanza, devono portare avanti esclusivamente il volere deciso dalle assemblee. Altre caratteristiche dell’USI sono la pratica dell’AZIONE DIRETTA e dell’ANTIMILITARISMO.

 

Le rivendicazioni dell’USI sono: Lavoro e una casa per tutti, diminuzione dell’orario di lavoro e dell’età pensionabile, egualitarismo e forti aumenti per salari e pensioni, sanità gratuita per tutti, abolizione delle spese militari, no a qualsiasi limitazione della rappresentanza sindacale e del diritto di sciopero, libertà di movimento senza limitazioni e pieni diritti per tutti gli immigrati (basta espulsioni, lager dei centri di identificazione e leggi xenofobe).

 

L’USI lotta anche per la creazione e la difesa di spazi autogestiti ed occupati, per chi non ha lavoro ed è senza casa e per chi vuole ricreare un’alternativa economica al sistema capitalista attraverso la riappropriazione e l’autogestione collettiva di terreni agricoli e di orti.

 

Questa è l’USI-AIT che ad aprile ha celebrato il suo XXI Congresso nazionale e, nella grave situazione che stiamo vivendo è pronta a continuare la sua lotta in difesa di tutti gli sfruttati e per costruire un mondo libero e solidale, senza più stati né padroni.

 

USI-AIT

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