Unione Contadina/Usi – Fermo

Sabato 21 dicembre 2019 Unione Contadina/USI ha partecipato, autonomamente e con i suoi contenuti, con un suo spezzone al corteo di Fermo per i lavoratori della Ambrosi Viscardi. Di seguito pubblichiamo il testo del volantino da noi diffuso in occasione della manifestazione:

 

L’Unione Contadina, sindacato autogestito delle lavoratrici e dei lavoratori della terra, nasce per tutelare e raccordare tutte/i coloro che praticano lavoro agricolo attraverso il mutuo appoggio tra aderenti, per sostenere il diritto ad un lavoro libero dallo sfruttamento, autogestito e rispettoso della salute e della dignità umana, animale e dell’ambiente.

Obiettivo è superare la logica autoritaria e capitalistica attraverso la promozione di strutture autogestite, cercando di raccordare i vari soggetti e sostenere la solidarietà reciproca.

Per una critica al modello agroindustriale e GDO

Le logiche del sistema economico-sociale vigente, soprattutto quelle applicate all’agricoltura, plasmano un modello produttivo per noi insensato ed inaccettabile.

Produrre cibo all’interno del paradigma agroindustriale significa negare ogni principio di sovranità e di democrazia alimentare, distruggere i tessuti sociali delle aree più marginali, sopprimere la biodiversità, annullare la fertilità dei suoli, rendere i nostri territori più fragili nei confronti dei fenomeni atmosferici, aggravare la crisi climatica ma significa anche nutrirsi di prodotti di scarsissima qualità e dannosi per la salute o dover lavorare in condizioni di estremo sfruttamento.

Pensiamo insomma che tale modello sia folle, ingiusto ed insostenibile da tutti i punti di vista. Un esempio eclatante: vertenza Ambruosi e Viscardi

La vertenza è riassumibile nelle seguente tappe:

-il 5.10.2018 ci fu il primo sciopero SI COBAS per denunciare lo sfruttamento lavorativo (15/16 ore al giorno di lavoro per ciascuno, paga oraria inferiore ai minimi contrattuali, molte giornate e ore di lavoro effettuate non inserite in busta paga in modo regolare);

– il 6.12.2018 i tre sindacati confederali (CGIL CISL E UIL) sottoscrivono con l’azienda un accordo con cui convengono di assumere 27 lavoratori e di “EVENTUALMENTE” assumere a “TEMPO DETERMINATO PER UN MINIMO DI 180 GIORNATE” i lavoratori con maggiore anzianità lavorativa;

– dal 25.10.2019, sciopero nazionale dei SI COBAS, 123 indiani iscritti a tale sindacato (e scioperanti in quella giornata) non vengono più richiamati al lavoro pur avendo contratti in vigore fino al 31.12.2019, sostituiti con altri lavoratori presi alla bisogna.

Mentre la lotta di questi lavoratori andava avanti con altre giornate di mobilitazione nessuno dei sindacati coinvolti nella trattativa fino al 2 Dicembre 2019 informava gli operai del loro diritto al rapporto di lavoro a tempo indeterminato, diritto che negli anni avevano maturato più volte e mai rivendicato formalmente. Per questa mancata informazione, nessuno di loro impugnava l’accordo e/o rivendicava il diritto alla conversione in tempo indeterminato entro i sei mesi previsti dall’art. 23 ccnl come termine di decadenza.

Contro ogni sfruttamento

Le logiche del profitto capitalista, applicate al settore dell’agroindustria, mostrano come non basti estrarre ogni possibile risorsa dal suolo e dall’ambiente, incuranti dei danni irreparabili che vengono prodotti a discapito della collettività. Per poter stare sul mercato, in maniera competitiva, occorre applicare la stessa logica anche nei confronti della forza lavoro, sugli uomini e sulle donne che materialmente coltivano, raccolgono, pulisco ed imbustano le insalate pronte all’uso in bella mostra nei nostri supermercati.

Indipendentemente dal tipo di accordo che si riuscirà a negoziare in questi giorni e dalle evidenti responsabilità di tutte le sigle sindacali coinvolte come Unione Contadina riteniamo che la vertenza A&V non sia un’eccezione ma rappresenti un esempio paradigmatico di un modello di sviluppo inaccettabile. Se da un lato è importante stare dalla parte delle lotte dei lavoratori, per rivendicare diritti e dignità, lo è altrettanto lottare per il superamento di questo sistema.Riteniamo, in particolare, che porsi contro ogni sfruttamento significhi essere, allo stesso tempo, per i diritti dei lavoratori , per la difesa della terra, dell’ambiente e per un cibo sano e di qualità. Unica via, per raggiungere tutto questo, è promuovere un modello produttivo fondato sull’agricoltura contadina,  naturale ed autogestita, in aperto contrasto con quanto imposto dall’agroindustria.

 

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