Una proposta indecente: lavorare 13 ore al giorno?

Con la fine di novembre 2015, per evitare altre multe, l’Italia dovrebbe attuare la direttiva UE n. 66 che impone che l’orario massimo giornaliero del personale sanitario non può superare le 13 ore (7.40 di contratto+straordinari in caso di urgenti necessità), obbligatoriamente seguite da un riposo non inferiore alle 11 ore tra un turno e l’altro. Invece, in alcuni ospedali vengono presentati nuovi modelli organizzativi che prevedono turni di 12 ore per tre giorni alla settimana. La proposta viene presentata come “sperimentale” ma va rifiutata anche perché il rischio che tali “esperimenti” diventino pratica permanente sono troppo facili da immaginare.

CONSEGUENZE PER IL PERSONALE SANITARIO: aggravio di un servizio già in sé logorante Alcuni lavoratori – specie quelli che devono subire quotidianamente tre, quattro ore di viaggio- sono tentati di accettare, ma devono convincersi che il presunto risparmio di tempo sarebbe pagato a caro prezzo dal peggioramento delle condizioni di lavoro. Turni di questo tipo sono gravemente lesivi della salute perché troppo logoranti. Tra gli effetti negativi del sovraffaticamento vi è il maggior rischio di malattie cardiovascolari e oncologiche, attestato da importanti studi internazionali, oltre a quello di dover subire le conseguenze penali e amministrative in conseguenza di eventuali incidenti occorsi ai pazienti specie nelle ore finali del turno quando l’attenzione diminuisce. L’esperienza è già stata fatta per sei mesi all’ASL di Torino (To5, Chieri-Carmagnola-Moncalieri-Nichelino) dove trenta lavoratrici e lavoratori hanno denunciato l’azienda, documentando gravi incidenti sopravvenuti a causa dei nuovi turni.

La Magistratura ha dovuto accettare la denuncia e a giorni si aprirà il processo. Queste proposte rappresentano anche un furto di salario perché il passaggio da cinque a tre giorni di lavoro porta a tagli sul diritto al compenso di lavoro straordinario, sulle indennità di turno, sui festivi e sui notturni.


CONSEGUENZE PER GLI UTENTI DELLA SANITA’: peggioramento della qualità della cura e della sicurezza per i degenti Il logoramento che questi turni impongono a infermieri e operatori sociosanitari è ragione di decadenza, specie nelle ore finali dei turni, dell’attenzione e della disponibilità che vanno garantiti per il servizio ed è pertanto causa frequente di inconvenienti anche di grave entità. Nell’interesse dei pazienti dobbiamo rifiutare questa “sperimentazione” sulla pelle di lavoratori e ammalati.

La difesa della condizione di lavoro nella sanità deve servire anche a garantire la qualità delle prestazioni del servizio sanitario per il quale paghiamo le tasse. Se otto ore vi sembran poche.. Per tali ragioni e per il rispetto della dignità del lavoro a cui tutti siamo tenuti, dobbiamo contrastare queste nuove turnazioni e imporre l’osservanza di conquiste come quella della giornata di non oltre 8 ore, per il cui ottenimento si sono avute grandi lotte e sacrifici. Il progresso tecnico e le esigenze attuali devono portarci a una lotta rivendicativa per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, ormai fermo da troppi anni, per una maggior salvaguardia della salute dei dipendenti, degli utenti e per un giusto incremento dell’occupazione. Vanno stroncati i tentativi in atto nel settore sanitario, da parte di alcune aziende e complici le confederazioni sindacali, di aumentare l’orario di lavoro da 36 a 38 ore settimanali come dispongono alcuni Contratti del privato. Dobbiamo fare il contrario. Riduzione d’orario = benessere e sicurezza = progresso sociale.


Coordinamento lavoratori e utenti della Sanità


coordinamentosanita@googlegroups.com

 

Potrebbero interessarti anche...