Sanità in pericolo anche in Lombardia

Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) era nato pubblico, universale, gratuito, ugualitario, comprensivo di prevenzione e riabilitazione, una conquista dei lavoratori e dei cittadini che è oggi in grave pericolo. Sotto la pressione di “speculatori sulla salute” è stato indebolito: con l’introduzione dei ticket, con la cosiddetta aziendalizzazione, gli aumenti di orario e la precarizzazione del personale, l’esternalizzazione dei servizi, l’introduzione della libera professione, con le riduzioni di bilancio (quest’anno un altro taglio di 4 miliardi), la scelta dei dirigenti non per capacità professionale ma per fedeltà politica o confessionale. Le conseguenze sono condizioni di lavoro peggiorate per il personale, lunghe liste di attesa per gli utenti, il taglio di servizi essenziali, il disagio di un servizio mal diretto. Recenti provvedimenti rischiano di dare un colpo finale alla nostra salute.

 

Facciamo qualche esempio.

 

1. La Legge regionale 11.08.15 (proposta dall’Assessore Rizzi, oggi arrestato per varie truffe sulla sanità) riduce le Asl a 4 per tutta Milano (San Paolo e San Carlo fusi in un solo ospedale) con inevitabile disagio per gli utenti, taglia i posti letto (oltre 7000 posti persi in 3 anni e 45.000 dal 2000 al 2009, al San Carlo dagli originali 1200 saranno alla fine ridotti a 400).
2. Il provvedimento governativo che riduce ai medici la possibilità di prescrivere esami e controlli sanitari costituisce un attacco alla loro dignità professionale, ma anche una riduzione delle possibilità di cura specie per i più indigenti già costretti a ridurre il ricorso alla sanità per i costi intollerabili dei ticket e per gli altri disagi a cominciare dalla lunghezza delle liste d’attesa (ma non per chi paga).
3. Con i rinnovi dei contratti di molte categorie si stanno proponendo le cosiddette “prestazioni sanitarie integrative” cioè alternative a quelle fornite dal servizio sanitario. Sono soldi dei lavoratori che invece di essere destinati a migliorare il Sistema Sanitario vengono dirottati ai privati.
4. Nei nuovi contratti saranno applicati aumenti di orario da 36 a 38 ore settimanali (oltre gli straordinari ormai inevitabili per la cronica carenza degli organici). In altri ospedali vengono proposte turnazioni che prevedono 13 ore giornaliere (oltre gli straordinari!). Una soluzione che determinerà condizioni di lavoro ancor più logoranti e conseguenze anche gravi per i degenti.
5. L’abolizione delle Province, i tagli di risorse ai Comuni, provvedimenti iniqui della Regione hanno gravemente compromesso tutte le garanzie dell’assistenza: dai costi dei ricoveri in RSA che dovrebbero essere garantiti dai Comuni, all’assistenza domiciliare, dalla disorganizzazione dei servizi (in particolare quelli territoriali e sulla cura della salute mentale) alla chiusura dei SERT, ecc.

Il servizio sanitario va difeso: servirebbe – e lo auspichiamo – uno SCIOPERO GENERALE nazionale PER IL DIRITTO ALLA SALUTE, per un sistema sanitario pubblico universale e gratuito (che già abbondantemente paghiamo con le tasse), diretto da parte dei cittadini organizzati. Perciò occorre unire tutte le forze per non perdere i diritti acquisiti e combattere contro il clientelismo e la corruzione.

Di tutto questo discuteremo con i cittadini in un incontro che si terrà SABATO 27 FEBBRAIO alle ore 16 presso il CIRCOLO MICENE
via Micene 4 (autobus 49 e 98)

Coordinamento lavoratori utenti della sanità

coordinamentosanita@googlegroups.com

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