Un insulto ai lavoratori che rimandiamo al mittente

Dopo sette anni di attesa i lavoratori vengono ancora una volta svenduti. Non hanno perso proprio alcun tempo, governo e sindacati confederali nel divulgare la notizia in merito al rinnovo del contratto della pubblica amministrazione. Lo hanno fatto attraverso gli organi informativi di stato e di stampa che di fatto si sono mostrati compiacenti nel spacciarlo come contratto, nonostante si fosse perfettamente a conoscenza che tale notizia fosse tendenziosa. Lo hanno fatto peraltro nel momento in cui lavoratori e cittadini si trovavano di fronte ad una scadenza politica di grande interesse mediatico. Quale momento migliore, quello della soglia di un referendum costituzionale per cercare di raccogliere consensi continuando a vendere fumo. Proprio così, perché quanto accaduto corrisponde soltanto a verità parziale. I lavoratori sappiano che non è stato firmato nessun contratto, ma bensì soltanto un accordo quadro, anche se ciò sarà quello che ci troveremo catapultato sulle nostre spalle. Quella apposta è una prima firma che deve essere successivamente sottoposta alla conferenza stato- regioni.

Secondo l’accordo che regola la contrattazione nella pubblica amministrazione dovrà essere approvato all’Aran. Allo stato attuale questo per adesso resta soltanto un accordo quadro per tutta la pubblica amministrazione. L’accordo disegna quelle che saranno le linee guida su cui verranno successivamente sottoscritti i contratti dei comparti per il triennio 2016-2018. Come USI Sanità Respingiamo e rimandiamo al mittente questo accordo perché riteniamo pericolosamente chiaro quale sia l’ intento di chi lo ha sottoscritto. l’aumento medio di 85 euro mensili lordi per ogni lavoratore per quanto ci riguarda è già di per se una cifra ridicola. Sappiamo bene che equivarranno a circa 50 euro netti, di fronte ad una perdita salariale , maturata in questi sette anni molto più alta. 85 euro lordi a fine 2018 dopo sette anni di blocco contrattuale lo riteniamo un affronto. Inoltre, dal momento che una parte dell’aumento valorizzerà la professionalità e le competenze, gli 85 euro saranno quindi legati alla produttività ed alla valutazione. Senza considerare inoltre che 800.000 lavoratori saranno penalizzati in quanto gli 85 euro medi faranno saltare il bonus. Tutto ciò cosa vuol dire che questi lavoratori percepiranno un aumento di cinque euro ?

Quello che è stato raggiunto è un accordo che al suo interno prevede il welfare aziendale . Sarà un evidente ed ulteriore sostegno allo smantellamento della sanità a vantaggio del privato. Come USI sanità siamo contro l’aumento dell’orario di lavoro, Contro il blocco delle assunzioni e Contro l’estensione al pubblico impiego dell’accordo del 10 gennaio ! Per queste motivazioni, ritenendo questo accordo un affronto ed un oltraggio, chiediamo e facciamo appello affinchè tutti i lavoratori lo rispediscano al mittente. Quello che noi vogliamo è un contratto che sia dignitoso e che preveda realmente il recupero del potere di acquisto perso negli anni. Quello che vogliamo è un aumento reale della paga base. Quello che noi vogliamo è che i lavoratori prendano in mano il proprio futuro e respingano con forza e determinazione questo affronto.

UNIONE SINDACALE ITALIANA – AIT

Federazione Nazionale Sanità

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