Trenta più trenta uguale 60!

30 ore settimanali, 30 anni di contributi: 60 anni come limite dell’età pensionabile.

E’ questa la, storica, rivendicazione che USI-AIT promuove da diversi anni e che ripropone, con forza, anche in occasione dello sciopero generale del 27 ottobre prossimo.


Agli scettici, a coloro nei quali tale obiettivo suscita ilarità o scherno ricordiamo che, analogo atteggiamento, fu utilizzato (dai padroni e dagli Stati) in occasione delle “tre otto” (otto ore di lavoro, otto di svago e otto di riposo) lanciato alla metà dell’ottocento da milioni di lavoratori in tutto il mondo e culminato (nel 1886) nell’eccidio di Hymarket Square a Chicago e alla, conseguente, condanna a morte di 8 lavoratori anarchici.

D’altro canto i lavoratori hanno di fronte a sé due sole strade percorribili: accettare che la progressiva robotizzazione industriale depauperi ulteriormente la già diminuita richiesta occupazionale che li mette in, feroce, concorrenza con altri lavoratori e lavoratrici provenienti dal “terzo o quarto” mondo e, contestualmente, sottostare al ricatto dello “straordinario obbligatorioimposto da parecchie aziende soprattutto del settore metalmeccanico oppure “capitalizzare” (a proprio vantaggio e non più ad esclusivo beneficio della classe imprenditoriale) le nuove tecnologie costringendo i padroni ad una drastica diminuzione delle ore lavorative (da 8 a 6 giornaliere e da 40 a 30 settimanali) per consentire ad un maggior numero di soggetti di guadagnarsi da vivere in modo onesto e dignitoso.

Lavorare meno, lavorare tutti, dunque, non è un semplice slogan ma un obiettivo alla nostra portata.

Basta volerlo e lottare per ottenerlo!.

USI-AIT Puglia

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