SOLIDARIETA’ CON LA LOTTA DEI PRECARI DELLA SCUOLA


Questi lavoratori precari, da sempre utilizzati per mandare avanti la “baracca” della scuola italiana, oggi vengono minacciati di “espulsione” dall’azione del governo, tramite il Ministro Profumo, con l’utilizzo improvviso e generalizzato del “concorso”.

Non saranno i lamenti e il ricorso a “strumentali rappresentanze”, ma l’impegno delle lavoratrici e lavoratori  autorganizzati, (promuovendo  lotte dirette fino al raggiungimento dei loro obiettivi), a dare soluzione concreta ai loro problemi.

 

Il Segretario nazionale USI – Istruzione-Università-Ricerca

Guido Durante

 

COMUNICATO PRECARI UNITI

 

La verità sul concorso nelle scuole.

Precari in presidio a Roma il 4 settembre.

I precari della scuola statale italiana esprimono il loro più totale di sappunto nei confronti dell’indizione dei concorsi di cui parla il Ministro Profumo. 
I motivi del totale disaccordo, rispetto a questo provvedimento, non sono da ravvisare nella volontà, da parte dei docenti precari, di conservare chissà quale diritto acquisito a scapito dei giovani e dell’innovazione. 
Nessun precario ha la volontà di escludere i giovani dall’insegnamento nelle scuole pubbliche, tuttavia il concorso che oggi il Ministro propone come soluzione unica e ultima per svecchiare la scuola risulta assolutamente insensato.
Il concorso, è utile ribadirlo, pare sia destinato prevalentemente ai soli abilitati, non rientrano nemmeno coloro i quali, attualmente , stanno frequentando i TFA ossia i tirocini che permettono di ottenere l’abilitazione e che sono subentrati al posto delle SSIS, ovvero le scuole di specializzazione. Pertanto il concorso è evidente non permetta affatto, ai giovani, di accedere alla carriera di insegnante. D’altro canto si andranno semplicemente a riesaminare docenti che da anni insegnano nelle scuole pubbliche italiane, che hanno già superato altri concorsi di stato (anche le SSIS sono state degli autentici concorsi di stato ai sensi della legge), frequentato corsi e master di livello universitario. A chi giova tutto questo? I docenti precari non sono degli sprovveduti, dei nullafacenti, degli impreparati che non si sono inseriti a pieno titolo nel mondo della scuola solo per via della loro scarsa attitudine all’insegnamento. I pesanti tagli alla scuola, al corpo docente hanno impedito a migliaia di docenti, in questi anni, l’entrata in ruolo. Che non si additino, quindi, i precari come causa dei loro stessi mali, le motivazioni della precarietà scolastica sono tutte determinate da scelte politiche precise. 
Occorre, inoltre, ricordare che il concorso previsto determinerà delle ingenti spese organizzative che , invece, potrebbero essere destinate alla scuola pubblica che, sempre più spesso, invece risulta carente di qualsiasi strumento e supporto didattico. 
Per effettuare una autentica politica di rinnovamento nella scuola occorre ben altro che un inutile concorso. 
Destinare maggiori fondi pubblici alle scuole, ridurre il numero di alunni per classe,aumentare il numero di ore per ciascuna disciplina e rendere effettivo il diritto al sostegno, ritiro dei tagli e di taluni provvedimenti effettuati dal precedente Ministro, favorire i pensionamenti del corpo docente e amministrativo. Restituire dignità all’azione didattica che non si può affatto ridurre alla semplice somministrazione di test nozionistici. Questi solo alcuni dei provvedimenti che potrebbero migliorare la scuola pubblica italiana. Ad ogni modo ogni provvedimento preso dovrebbe partire da un continuo confronto col basso – senza deleghe e rappresentanze – cioè con chi fa la scuola, studenti , docenti e personale tecnico amministrativo. Riforme imposte dall’alto saranno solo ed esclusivamente prive di utilità, dannose e semplicemente demagogiche. 
Per tutti i motivi sopra esposti dal 4 settembre in poi i precari uniti contro i tagli si porranno in presidio permanente a Roma, sotto la sede del MIUR. In quella data, infatti, il Ministro Profumo incontrerà i sindacati per discutere circa il concorso ma i precari sono stati totalmente esclusi dalla discussione. I precari della scuola, peranto, invitano i sindacati confederali a non firmare alcunchè sulla pelle dei lavoratori. I partiti al governo piuttosto che pensare ai concorsi, si prodighino per restituire gli 8 miliardi tagliati dalla Gelmini e restituiscano i 150.000 sottratti ai precari della scuola. Non è più possibile tollerare un clima del genere, fra partiti e sindacati che deliberatamente non ascoltano le ragioni dei precari, le ragioni della scuola, troppo attenti ai calcoli dei voti e degli iscritti. Ebbene l’epoca del voto e dell’iscrizione a prescindere è finita, i precari della scuola lo dicono forte e chiaro

“ORA BASTA… DELLA SCUOLA DECIDIAMO NOI!”

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