Presidio di protesta ma nella chiarezza

Come è stato ampiamente denunciato dall’USI Sanità interna allo Istituto della Sacra Famiglia, l’azione arbitraria e autoritaria della Direzione Aziendale dall’inizio dell’anno 2020 costringeva i dipendenti con il contratto Aris a passare sotto il contratto Uneba, anch’esso presente in azienda, notevolmente peggiorativo: più ore di lavoro, salario minore, riduzione d’incentivi e indennità per turnisti. La risposta delle lavoratrici e dei lavoratori nella assemblea generale è stata compatta e chiara nel respingere il contratto soppresso, iniziando una fase di mobilitazione attraverso cortei interni, presidi all’esterno e promuovendo una giornata di sciopero riuscita, con manifestazione sotto il palazzo della curia milanese, quale maggior azionista. Poi è arrivato il covid con la sospensione, per legge, di ogni forma di sciopero e di mobilitazione.

E’ iniziata una trattativa tra azienda e sindacati confederali che ha portato ad un accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e AdL (Varese) e successivamente dalla RSU che, pur riducendo il danno, ne accettava il peggioramento delle condizioni per gli ex Aris e con l’approvazione di un CIA (Contratto Interno Aziendale) peggiorativo anche per quelli con già contratto Uneba. Per gli ex Aris si stabiliva una tantum di 1000 euro, come risarcimento per il rinnovo del contratto Aris che dopo 14 anni ne aumentava lo stipendio, in cui l’azienda si era impegnata a versare nella busta di novembre. L’impegno non è stato mantenuto con il pretesto che l’azienda non era stata in grado di fare i conteggi. Da qui è stata promossa una protesta generale da parte di tutti i sindacati e dalla RSU, indicendo un Presidio nella giornata del 15 dicembre.

L’USI vi ha aderito e partecipato, diffondendo un comunicato con cui ha voluto fare chiarezza e che riproduciamo qui di seguito.

                 Cosa accadrà prossimamente staremo a vedere con la nostra presenza attiva

Nel frattempo la causa unitaria promossa da USI Sanità e Cobas Sanità, sottoscritta da circa 60 dipendenti, contro il passaggio forzato dal contratto Aris a quello Uneba e la causa del Cobas Sanità per l’esclusione dalla trattativa del contratto interno, mentre una sentenza precedente ne attribuiva il diritto di rappresentanza, da parte dei giudici si sta spingendo la Direzione Aziendale a riconvocare i sindacati per rivedere gli accordi sottoscritti e trovare una nuova intesa.

Enrico

Potrebbero interessarti anche...