Giù la maschera e la mascherina: da che parte sta l’Ordine degli Infermieri?

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine Professioni Infermieristiche di Milano – Lodi – Monza e Brianza nella seduta del 7/03/2023 ha applicato il provvedimento di cancellazione dall’Albo Professionale a un Infermiere sindacalista dell’USI Sanità dell’Ospedale San Paolo di Milano con l’apparente motivazione di ”morosità” quando, invece, si è trattato di una vera e propria ritorsione/discriminazione nei confronti di uno dei soggetti più attivi nel panorama sindacale extra confederale metropolitano e sociale.

Va detto che il sindacalista “cancellato”, oggi in pensione, veniva assunto come ausiliario nel luglio 1976 all’ospedale Ronzoni e Principessa Jolanda e in forma di “comando” ha frequentato nel triennio 1977-1980 la scuola per Infermiere Professionale presso la C.R.I., restando sempre alle dipendenze della stessa amministrazione da cui in seguito nascerà il Polo Ospedaliero San Paolo, ove ha prestato servizio come infermiere ininterrottamente fino alla pensione.

Oggi l’Ordine vuole sostanzialmente impedire all’infermiere-sindacalista di esercitare la sua professione, in Italia e in tutti i paesi dell’Unione Europea, con l’apparente motivazione di ”morosità nel pagamento dei contributi” dimenticandosi che, quando il “nostro” ha iniziato a lavorare l’iscrizione all’Albo era facoltativa; che il diretto interessato ha sempre rivestito la qualità di pubblico dipendente restando sempre nella stessa amministrazione ospedaliera e non ha mai esercitato in ambito extra-ospedaliero e tantomeno svolto attività privatistica per cui potesse necessitare l’iscrizione all’albo.

L’Ordine degli infermieri non si è, però, dimenticato delle lotte organizzate dal sindacalista in questione, dell’impegno sociale dallo stesso profuso durante la pandemia e soprattutto coglie l’occasione per screditare l’autore di tanti Esposti alla Regione, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, al DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) ancora sub iudice, che hanno avuto ad oggetto non solo casi di “malasanità”, ma hanno investito problematiche gestionali-amministrative in danno dei lavoratori ospedalieri, dell’utenza e dei contribuenti.

E’ il caso degli Esposti (presentati da Usi Sanità, Medicina Democratica e Comitato Difesa Sanità Pubblica Milano sud-ovest) in materia di liste d’attesa e delle visite private effettuate all’Ospedale San Paolo durante le ore che invece dovevano essere dedicate ai pazienti provenienti dal SSN, ma anche degli Esposti (presentati dalle sigle aziendali di Usi Sanità, Usb e Cgil) sull’assegnazione di appalti come, ad esempio, quello relativo all’assistenza interna agli Istituti penitenziari milanesi che vedono coinvolti alcuni componenti direttivi dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Milano, magari laureati a Tirana in Albania, e comunque in evidente conflitto di interesse nonchè sulle violazioni della normativa in materia di assunzioni di figure dirigenzali presso l’Asst Santi Paolo e Carlo. Sull’argomento si ricorda come sia intervenuta l’ARAC (Agenzia Regionale Anticorruzione) censurando espressamente l’operato dell’ospedale.
Di fronte a tanto attivismo, l’Ordine delle professioni infermieristiche ha pensato bene di disporre la cancellazione di un infermiere “scomodo“ solo per discriminarlo, perché lo stesso comunque, dopo 43 anni di attività lavorativa presso il presidio San Paolo alla Barona, non ha certo l’intenzione di continuare a lavorare come infermiere né di svolgere attività libero professionale, diversamente dai vari infermieri dirigenti dell’OPI.

Sono proprio quei dirigenti OPI che oggi propongono nei contratti nazionali l’intramoenia anche per il personale sanitario non medico (infermieri/e,
terapisti/e ed ostetriche) e a rivendicare in modo corporativo la contrattazione separata per il personale infermieristico rispetto alle altre categorie
professionali presenti in ospedale.

Quello che è certo è che l’OPI non sembra proprio avere a cuore la sanità pubblica e il servizio sanitario nazionale, privilegiando sempre gli interessi della sanità privata come è avvenuto con l’assegnazione di appalti relativi all’assistenza infermieristica all’interno del carcere di Opera, assegnato ad un consorzio il cui presidente è anche presidente Commissione d’Albo Infermiere.

Non dimentichiamo, poi, che sono gli stessi dirigenti OPI che hanno rapporti privilegiati con i dirigenti dell’ospedale San Paolo e, invece di vigilare
sull’operato amministrativo dei colleghi, partecipano ai medesimi interessi privati.

Giù la maschera: l’Ordine delle professioni infermieristiche di Milano da che parte sta e dove vuole andare?

Milano, 1° Luglio 2023
Rete Tanta Salute a Tutti/e
Comitato Difesa Sanità Pubblica Milano Sud-Ovest
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Ambulatorio Medico Popolare – c/o T28
Sportello Salute Gratosoglio – c/o GTA
Sportello Salute Lambrate – Panetteria Occupata
Sportello Salute Ospedale San Carlo – c/o sede USI
Archivio Primo Moroni – Libreria Calusca
Associazione Franti
Laboratorio Decoloniale Femminista e Queer
Sezioni USI Sanità di: Milano Sud-Via torricelli 19, ASST Santi Paolo e Carlo-MI,
Sacra Famiglia Cesano Boscone-MI, AOU Careggi-Firenze, Venezia e le Sezioni
USI di: Ancona, Livorno, Perugia-Trasimeno, Fermo e Macerata

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