Per una nuova Resistenza

Ovvero: “la Resistenza tradita”


Le celebrazioni del 25 Aprile più che la festa di liberazione evocano l’immagine della “Resistenza tradita”.

• Lo confermano le commemorazioni celebrative in cui si fa sfoggio di parate militari con i generali in testa al codazzo di politici servili attaccati ai privilegi di cui godono affiancati dai rappresentanti delle associazioni padronali.

Fin dall’inizio il segnale sbagliato lo ha dato l’allora segretario del PCI, Palmiro Togliatti nella funzione di ministro della giustizia, concedendo l’amnistia generalizzata ai fascisti, mentre i compagni della Resistenza che avevano continuato a far pulizia delle canaglie fasciste anche un giorno dopo la “liberazione” furono costretti a marcire in carcere anche fino a 30 anni.

Già le milizie partigiane anarchiche e libertarie nel milanese – quali la “Malatesta-Bruzzi” – diedero un forte segnale di effettiva liberazione, praticando forme di autogestione in alcune fabbriche dei fascisti e con l’espropriazione nei magazzini di vestiario e derrate alimentari da distribuire alla popolazione ridotta alla fame. Ma il governo in carica ristabilisce da subito il vecchio ordine riconsegnando le fabbriche ai proprietari fascisti o complici del fascismo riconfermando tutti i soggetti compromessi con il regime dittatoriale nel ruolo di comando all’interno delle istituzioni.
• Oggi le conseguenze sono che i fascisti (di forza nuova e non solo) hanno libertà di organizzazione, di parola e di azione;
• Il 25 Aprile è un giorno di “festa” in cui i centri commerciali sono aperti e si perpetua lo sfruttamento dei lavoratori anche in questa giornata;
• La crisi la pagano solo i lavoratori e le lavoratrici con il ricatto della precarietà, con i licenziamenti facili e la disoccupazione, con uno sfruttamento senza regole, bassi salari e basse pensioni, mentre le forze padronali con la crisi aumentano i profitti.

Solo una Nuova Resistenza che persegue come obiettivo l’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo può realizzare una società effettivamente egualitaria e libera: una vera giustizia sociale!


Unione Sindacale Italiana (USI-AIT) Provinciale milanese

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