Meddix di Benevento, resistere al contratto capestro

A buon intenditor…

Qualcuno pensava che sarebbe bastata una raccomandata per sbarazzarsi di noi, ed invece, purtroppo per il signor Saibeni, certa “erba cattiva non muore mai”.

Sappiamo che in nostra assenza i preparativi per il 19 dicembre, giorno in cui Padron Saibeni si appresta a concludere la farsa in grande stile, procedono senza sosta. E’ in quest’ottica che di sicuro si inseriscono i “sondaggi” di certi arrivisti e arriviste rivolti a chi ha palesato apertamente l’intenzioni di non voler firmare alcuna conciliazione, e quindi di rifiutare l’accordotruffa del primo agosto, per provare a condizionarli nell’ottica di un loro ripensamento (che, sfortunatamente per questi galantuomini, non ci sarà!)

Continua così la mistificazione per la quale, se problema c’è, riguarda solo i “vecchi”.

Senz’altro i “vecchi” oltre che un eventuale futuro con finalmente una paga decente, e tutta una serie di garanzie contrattuali, con la firma di quell’accordo e di quella conciliazione butterebbero nel cesso anche un passato fatto di anni di sfruttamento su cui è possibile rivalersi (ancora) in sede legale, e che perciò terrorizza Saibeni, vista la dozzina di cause di lavoro che gli si stanno per abbattere tra capo e collo, e che lo potrebbero costringere presto o tardi a sborsare una quantità rilevante di soldi quegli stessi soldi che noi lavoratori gli abbiamo fatto fare permettendogli di prendere il sole al mare e ai monti mentre noi eravamo alla luce del neon a fare “pacchi” alle vecchiette!

Al contrario di quello che tengono a far passare i vertici aziendali, quell’accordo che si vuole far firmare ai lavoratori è una truffa per TUTTI, e non solo per i “vecchi”!

Figlio del ricatto padronale della delocalizzazione dove la forza lavoro costa di meno, accettato dalla triade dell’asservimento (Cgil, Cisl e Uil), nei fatti quell’Accordo sta costringendo i lavoratori del settore ad una contrattazione separata rispetto al contratto di categoria che gli spetterebbe, ma soprattutto legittima l’utilizzo strumentale della “flessibilità” (che si sostanzia nei contratti a progetto), per mascherare rapporti di lavoro subordinato e dipendente a tutti gli effetti: cosa che garantisce ulteriori profitti per i padroni dei Call Center, lasciando i lavoratori totalmente inermi di fronte a precarietà e sfruttamento!

Ognuno è artefice del proprio destino, questo è vero. Eppure non possiamo starcene a guardare mentre (nel caso specifico) Saibeni sta stringendo il cappio al collo di 150 lavoratori!

Certo qualcuno, tra quei 15 “garantiti” che permettono a Saibeni di comparire come piccolamedia azienda (con tutti gli sgravi fiscali del caso), vi diranno di non dare ascolto alle nostre parole: ma loro non vivono le condizioni degli operatori e si illudono così di difendere la loro miseria!

Certo, la Cisl e la Uil vi diranno che meglio questo che niente, ma loro difendono gli interessi del padrone non certo quello dei lavoratori, svendendo diritti anziché conquistarne!

Certo, addirittura qualche operatore come noi, vittima della rassegnazione, della paura, dei tempi, di se stesso, della sua famiglia o dei luoghi comuni, vi consiglierà di voltarvi dall’altra parte, di firmare ad occhi chiusi, di tirare a campare…

Ma noi lo ripetiamo con quanta più forza abbiamo in corpo:

I LAVORATORI, ATTRAVERSO LA PROPRIA COSCIENZA E LA PROPRIA LOTTA NON HANNO CHE DA PERDERE LE LORO CATENE… MA SOPRATTUTTO, IL 19 DICEMBRE, NON ABBIAMO NULLA DA CONCILIARE E TUTTO DA COMINCIARE A CONQUISTARE!

Alcuni Arrabbiati

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