Meddix di Benevento: il padrone tenta l’arma della guerra tra poveri

Botta e risposta tra il padronato della Meddix di Benevento e alcuni lavoratori che si sono stancati di essere sfruttati.
 
Ritorno di fiamma? BASTA con le menzogne.
La fiamma qui alla Meddix non si è mai spenta! In verità se n’è accesa un’altra. Anzi, ne è divampata un’altra. Fiamma che fin’ora è rimasta assopita e controllata (volutamente): è la rabbia di tutti noi che lavoriamo in quest’azienda, la stragrande maggioranza, che l’abbiamo vista nascere e che tanto abbiamo lottato per vederla crescere. Ora non possiamo più rimanere in silenzio! Volutamente, si, perché noi crediamo, e siamo fermamente convinti, che, in primis, le strade da seguire siano quelle del confronto, del dialogo e del reciproco rispetto. Ora però, avendo constatato che queste strade non sono percorribili, quantomeno non da tutti, i lavoratori di Meddix hanno deciso di far sentire anche la loro voce.

Di questa voce ne fanno parte non solo i lavoratori, per così dire, stabili, ma anche la stragrande maggioranza dei collaboratori a progetto, che non ne possono più di alzarsi la mattina e di iniziare la propria giornata lavorativa sapendo che la propria serenità sarà di certo turbata da eventi che prescindono da quelle che sono le mere attività lavorative. Vi stiamo parlando di false notizie, di accuse e di offese indirizzate a specifiche persone e all’azienda stessa nei panni del suo amministratore, nonché di sabotaggi aziendali atti a interrompere il regolare svolgimento delle attività di chi ogni giorno lavora per “portarsi a casa la pagnotta”. Questa, la nostra azienda, da 6 anni consolidata sul territorio Beneventano, dando tutt’oggi lavoro a circa 190 persone (cit. “così, giusto per ricordarlo”), ora si vede costretta a camminare sul filo di un rasoio non perché non riesce più a mantenersi in piedi da sola, ma perché si vede disturbata da suddetti episodi. BASTA! BASTA!! La Meddix è un’azienda sana, che da 6 anni paga regolarmente e puntualmente gli stipendi sia dei dipendenti che dei collaboratori, che lavora a regola di legge, attuando, anzi migliorando già da prima dell’entrata in vigore, quello che è il contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni per i callcenter firmato il 1 Agosto 2013 da tutte e tre le principali sigle sindacali CIGL, CISL e UIL. Premesso: non siamo qui ora a scrivervi di quello che è il nostro umore ma vogliamo dare una risposta all’articolo uscito il 23/10/2013 sulle prime pagine di questa testata. Carissimo GISELDO ROSSI, SLC CIGL, lei sai a quali singolari condizioni è stato recesso il contratto del lavoratore di cui parla? Una guardia giurata che potere ha per poter comunicare a tale lavoratore tale informazione? Le cose sono andate in modo del tutto diverso. Al lavoratore è stata fatta comunicazione del recesso dal contratto nei tempi e modi consentiti dalla legge. Ammiriamo la sua solidarietà Sig. Rossi nei confronti del lavoratore. Ha chiesto immediate notizie e spiegazioni in merito all’accaduto tramite telegramma. Non ha ricevuto risposta? FALSO! La sera stessa le è stato fatto un fax in risposta, con tanto di ricevuta, e il giorno dopo ha fatto seguito una raccomandata AR. Mi scusi segretario provinciale della CIGL SLC, quali “percorsi non sono stati fatti”? A noi risulta che man mano persone che sono entrate in azienda con dei contratti di collaborazione siano state stabilizzate con l’assunzione a tempo indeterminato. Vuole allestire un presidio fisso? Mi scusi, ma si è chiesto chi di noi è favorevole? QUA LA GENTE VUOLE LAVORARE! Forse gli unici che potrebbero essere favorevoli a un vostro presidio qui in azienda sono quelle 2 persone (e le altre 2 o 3 che rappresentano) che hanno lasciato il tavolo di trattative quando c’è stata la riunione unita delle 3 sigle sindacali (vedi verbale ufficiale redatto). Per concludere parliamo della multimedialità da lei citata. A noi qui piace essere al passo coi tempi e fare le riprese di notte. Si, di notte Sig. Rossi, perché l’orario di funzionamento delle telecamere era stato previsto dalle 22 di sera alle 8 di mattina SOLO e SOLTANTO a tutela del patrimonio aziendale, stessa ragione per cui l’azienda è stata costretta a tenere in pianta stabile dalle 9 di mattina alle 9 di sera una guardia giurata. Sig. Giseldo Rossi, Meddix è un’azienda da tutelare non da cercare di mandare via come sta facendo: tuteli l’occupazione sul nostro territorio. Meddix, in questi anni, di occupazione ne ha creata tanta e sicuramente potrà svilupparsi ancora; per noi è una grande occasione, non ce la rovini per motivi a noi oscuri. Firmato: la vera stragrande maggioranza dei lavoratori di Meddix.
 
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Coda di paglia? BASTA con le menzogne.

La fiamma qui alla Meddix non si è mai spenta!

In verità ha sempre covato sotto la cenere. E finalmente è divampata! Fiamma che fin’ora è rimasta assopita e controllata (purtroppo!): è la rabbia di quei lavoratori, che seppure non l’abbiano tutti vista nascere, la mandano avanti con il loro lavoro. Ora non possiamo più rimanere in silenzio!

Purtroppo, si, perchè noi abbiamo creduto, e siamo stati fermamente convinti, che, in primis le strade da seguire potessero essere quelle del confronto, del dialogo e del reciproco rispetto.

Ora però, avendo constatato che queste strade non sono percorribili dai vertici aziendali, i lavoratori di Meddix hanno deciso di far sentire finalmente la loro voce. Di questa voce ne fanno parte tutti i lavoratori, sia stabili sia “a progetto”, O PERLOMENO TUTTI I LORO CUORI, seppure sepolti sotto anni di rassegnazione e intimiditi dai continui ricatti padronali, che non ne possono più di alzarsi la mattina e di iniziare la propria giornata lavorativa coscienti che non c’è serenità con un lavoro precario, sottopagato ed alienante.

Vi stiamo parlando di contratti a termine che non danno sicurezze per il futuro, di una paga di 3,50 lordi all’ora che va in deroga alle paghe (già misere) previste dal Contratto nazionale di categoria, delle menzogne e delle calunnie diffuse riguardo ai lavoratori che attivamente stanno provando a cambiare questo stato di cose e che ogni giorno vorrebbero lavorare per “portarsi a casa la pagnotta”… e non le briciole!

La Meddix è un’azienda come tante, che da 6 anni paga molto poco i suoi dipendenti e per questo può ostentare velleità di puntualità nei pagamenti, che lavora grazie alle “opportunità” fornitegli dalla Legge 30 in materia di “flessibilità del lavoro”, quella famosa Legge Biagi che ha introdotto la precarietà lavorativa in Italia, cancellando le garanzie conquistate in anni di lotte sindacali dei lavoratori, che vuole approfittare dell’accordo nazionale tra CGIL, CISL, UIL e ASSOCONTACT, frutto dell’attuale congiuntura economica e sociale, che va in deroga a quello che è il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, per lasciare intatte le condizioni di sfruttamento lavorativo che si perpetuano al suo interno, privando anche il lavoratore della possibilità di procedere a vertenza legale, obbligandolo a sottoscrivere una conciliazione con l’azienda (cit. “così, giusto per ricordarlo!”)

Premesso: non siamo qui ora a scrivere di quello che è il nostro umore, ma siamo costretti a riaffermare ancora una volta che la misura è colma!

Carissimo PAOLO SAIBENI, amministratore Meddix, lei sa a quali singolari condizioni è stato allontanato il nostro compagno Umberto! Di denunce in questa azienda ne sono arrivate negli anni a centinaia. Come lei stesso ha precisato ad Umberto, il caso questa volta è diverso SOLO perchè quel lavoratore è uno di quelli che hanno deciso di dire basta a precarietà e sfruttamento.

Quali percorsi sarebbero stati fatti da lei, signor Saibeni? Andare a piagnucolare dai vertici di ASSOCONTAC perchè intercedessero per lei contro sigle sindacali che (a differenza di altri contesti) si trovano ora nella condizione di rincorrere i lavoratori non potendoli sovradeterminare? Diffondere menzogne sul conto dei più determinati nella lotta, per alimentare una guerra tra poveri che non può che farle comodo? Allontanare dai tavoli di trattativa i rappresentanti dei lavoratori? Aprire ai “sindacati” a cui piace dire sempre “si padrone”? Comprare con qualche briciola (diventare aiuto dell’aiuto TeamLeader!!!) chi ha espresso dissenso o si è iscritto ad un sindacato per rompere quell’unità dei lavoratori che ad inizio luglio l’ha terrorizzata? Parlando di numeri: quanti lavoratori sono stati stabilizzati sugli oltre 600 (!!) che nel corso degli anni hanno lavorato alla Meddix?

Ha fatto istallare telecamere che, per la legge che dice di rispettare, sono illegittime, e che infatti dopo una denuncia all’ispettorato del lavoro sono state prontamente impacchettate; forse per non incorrere in possibili sanzioni? Ha predisposto un servizio di vigilanza armata per intimidire i lavoratori, forse perchè dopo 6 anni hanno deciso di smettere di subire in silenzio?

QUI LA GENTE VUOLE LAVORARE… PER VIVERE! E non vivere per lavorare! Forse gli unici che sono favorevoli alle sue politiche aziendali sono quelle 2 persone (e le altre due o 3 che rappresentano) che fanno non solo gli aguzzini di se stessi, ma si rendono complici dello sfruttamento di tutti i lavoratori!

Sign. Paolo Saibeni, i Lavoratori non sono numeri, ma persone ed è decisamente scorretto approfittarsi della minaccia della disoccupazione per continuare a ricattarli come fa lei… per motivi a noi chiarissimi: il suo profitto!


Firmato: Alcuni “falliti” e i cuori della vera stragrande maggioranza dei lavoratori Meddix.

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