L’ULTIMO VIAGGIO DI UNA RIBELLE

Sabato mattina 20 maggio si è svolta la cerimonia civile per i funerali di Rosaria Matrella, conosciuta come Rosanna, così i suoi colleghi e colleghe la chiamavano sul luogo di lavoro.

La sala era al completo e molti compagni e compagne, amici e amiche, conoscenti (i parenti posizionati nei primi posti) si sono sistemati in piedi a ridosso della parete in fondo. Una bandiera rosso e nera era stata posta nel feretro per accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Altre bandiere rosso e nere facevano da sfondo nella parete dietro il tavolo dove era stato posizionato un microfono per gli interventi. Altre bandiere anarchiche e dell’USI erano appoggiate con le aste nella medesima parete.

Il suo compagno di vita, Enrico, l’ha ricordata come “una donna ribelle, una indomita guerriera, un’amazzone e soprattutto una grande compagna di vita”.  Una compagna che non ha mai indietreggiato di fronte ad alcun ostacolo, sempre in prima fila nelle lotte in fabbrica e nel sociale. Si è scontrata sempre con ogni forma di gerarchia nei luoghi di lavoro e sottratta anche al verticismo dei “gruppi politici” presenti negli anni della contestazione e dopo. Esprimeva la propria “giovialità e gioiosità” nei rapporti con i compagni libertari dove il proprio istinto ribelle maturava in coscienza libertaria e forza di liberazione sociale.

Seguivano interventi di compagni anarchici di Milano che ne sottolineavano il carattere battagliero e il suo modo diretto, a volte scomodo, di affrontare le cose anche con i compagni e compagne. Erano presenti anche compagni venuti da fuori, come da Trieste portando il saluto di quel gruppo FAI. Ci sono state anche testimonianze di ex colleghi di lavoro dell’Italtel (ex Siemens) e di una compagna amica che considerava Rosanna un esempio di forza rivendicativa al femminile. Concludevano gl’interventi Silvia e Claudia, le figlie di Pinelli. Claudia si rammaricava per non essere riuscita, come avrebbe voluto, di portare sul feretro di Rosanna la bandiera anarchica, recuperata, che aveva accompagnato Pino nel suo funerale. Tutti gli interventi sono stati apprezzati in una atmosfera anche festosa, con i suoni e le musiche della “Banda degli Ottoni” da “Gorizia tu sei maledetta” a “Addio Lugano bella”, con l’accompagnamento anche di Alessio Lega che intonava “L’inno del Primo Maggio”, per finire, tutti assieme nel canto corale di “Figli dell’officina”.

Un addio festoso come avrebbe voluto Rosanna, una ribelle che resterà per sempre nei nostri cuori.     

E. M.

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