La Fiom sorpassa all’indietro Fim e Uilm nel rinnovo del CCNL con Unionmeccanica – Confapi
Il 29 luglio è stato sottoscritto il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro con la Unionmeccanica (Confapi) e la sola Fiom Cgil, scavalcando all’indietro la stessa Fim e Uilm.
L’organizzazione firmataria si è in tal modo conquistata la riconoscenza della Confapi che in una sua nota ha dichiarato: “Pur avendo cercato con determinazione e con spirito costruttivo l’accordo unitario le condizioni contrattuali richieste dalle sigle sindacali Fim e Uilm avrebbero rappresentato un costo non sostenibile per le nostre aziende in questo particolare e difficile momento in cui versa l’economia”.
Si è verificato l’esatto contrario di quanto è avvenuto con la Federmeccanica dove sono stati Fim e Uilm a scavalcare all’indietro la Fiom sottoscrivendo in modo separato un contratto peggiorativo.
Fanno a gare a rincorrersi all’incontrario. Questa volta è la Fiom a firmare il contratto nazionale delle piccole e medie imprese da sola, fregandosene di costruire una piattaforma unitaria con i suoi stessi partner.
La cosa più grave è l’aumento salariale concordato definito in 131 euro su un arco di 41 mesi, essendo stata concessa la dilazione alla scadenza prevista a 36 mesi di altre 5 mesi.
La prima tranche di 35 euro entro il primo giugno 2013, la seconda di 45 euro entro il 1 giugno 2014 e l’ultima tranche di 51 euro entro il 1 giugno 2015.
Non è prevista alcuna maggiorazione salariale per le basse qualifiche. Anche la parte normativa ne esce malconcia. Non c’è alcun miglioramento dei trattamenti delle malattie lunghe e nell’utilizzo individuale degli orari per le esigenze personali dei lavoratori, né sul part time.
Nella strategia Fiom la Fiat di Marchionne ha la sfortuna di non essere sotto i 15 dipendenti.
Tra i sindacati Confederali si gioca a darsi il cambio a chi è più bravo nella svendita dei diritti.
La Segreteria USI – AIT