Le GIORNATE di MAGGIO – Barcellona 1937

LA CONTRORIVOLUZIONE STALINISTA E L’ASSASINIO DI BERNERI E BARBIERI – MAGGIO 1937

Nel maggio del 1937 gli stalinisti e la Guardia Civil (insieme a socialisti e autonomisti catalani) tentano di porre fine alla gestione operaia e dei servizi condotta dalla CNT (sindacato anarcosindacalista) di Barcellona…

L’attacco comincia il 3 maggio con l’assalto alla centrale telefonica di Barcellona autogestita dalla CNT. Le truppe guidate dagli stalinisti non riescono però ad occupare l’edificio dato che i lavoratori anarcosindacalisti oppongono una dura resistenza. E’ l’inizio della battaglia di Barcellona. I lavoratori della CNT costruiscono ovunque barricate e con la guerriglia urbana oppongono una resistenza che blocca il golpe degli stalinisti e trasforma Barcellona in un campo di battaglia. Alla fine si contano 500 morti e più di un migliaio di feriti.

Nei mesi successivi tre divisioni vengono tolte dal fronte di Madrid e, al comando del generale comunista Lister, insieme alle “Brigate Internazionali” attaccano alle spalle le collettività agricole in Aragona operando una sistematica distruzione uccidendo e incarcerando i contadini e i rivoluzionari più attivi. Gli stalinisti arrivano a predisporre loro prigioni e campi di concentramento riempendoli di marxisti dissidenti e di anarchici.

Berneri la sera dell’attacco comunista alla telefonica si trova al Comitato Regionale e parla ai microfoni della radio della CNT commemorando la morte di Antonio Gramsci. Torna poi con Barbieri alla sua abitazione attorno alla quale le strade  sono “isolate” dagli stalinisti.

Gli anarcosindacalisti italiani sono asserragliati nella “Caserma Spartacus” e nelle sedi sindacali, organizzati in gruppi nei quartieri a fianco dei compagni spagnoli, danno il loro generoso contributo di vite umane nei combattimenti di strada per impedire la controrivoluzione stalinista: Il ruolo dei combattenti italiani è, nelle giornate di maggio, effettivamente importante. Dalla difesa della “Caserma Spartacus” (dove vengono respinti gli attacchi degli stalinisti e delle guardie d’assalto) a quella di diverse barricate, alla casa CNT-FAI di via Durruti, alla “Casa Malatesta” e al Sindacato dell’Alimentazione. Miliziani italiani compiono numerose azioni servendosi anche di diverse autoblinde.

Alla “Caserma Spartacus” viene deciso l’attacco definitivo alla “Caserma Marx” (sede militare del PSUC) per sferrare il colpo decisivo ai controrivoluzionari stalinisti. L’intervento dei dirigenti della CNT giunti da Valencia lo sospendono causando tensioni tra gli italiani (favorevoli all’attacco) e gli spagnoli (che accettano a malincuore le decisioni del Sindacato). Sono ancora gli italiani negli ultimi giorni della battaglia a respingere con le loro autoblinde un attacco degli stalinisti al Sindacato del Vetro e a mantenere fino all’ultimo le loro postazioni e le loro barricate (nonostante il “cessate il fuoco”) che abbandoneranno solo quando sono sicuri che i loro avversari hanno fatto altrettanto.

In questa situazione caotica, dove i dirigenti della CNT non danno indicazioni precise cercando di evitare il diffondersi di una guerra civile interna al fronte popolare (che favorirebbe solo i fascisti), gli stalinisti ne approfittano per compiere le loro esecuzioni. Decidono di farla finita con “Guerra di classe” (ndr: organo dell’USI che aveva ripreso le pubblicazioni a Barcellona) e con il nucleo degli italiani raccolti attorno all’USI. L’obiettivo principale è eliminare il dirigente considerato in Spagna più pericoloso per la politica di Mosca: Camillo Berneri.

Di fatto si chiude un ciclo iniziato all’indomani della rivoluzione russa e proseguito negli anni venti con il rifiuto dei sindacati rivoluzionari spagnolo, italiano e tedesco di entrare sotto il controllo di Mosca. L’anarcosindacalismo, con la sua possibilità di vittoria in Spagna e la sua probabile ripercussione nello scenario italiano, e perché no anche russo, rappresenta per lo stalinismo del 1936-’37 un vero pericolo che mette in crisi il suo controllo sul movimento operaio internazionale.

Il 5 maggio una dozzina tra militanti comunisti della UGT, armati e con bracciali rossi e di poliziotti fanno irruzione nell’abitazione dei compagni italiani e sequestrano Berneri e Barbieri.

All’indignazione di Barbieri gli rispondono che nella misura in cui era anarchico egli era controrivoluzionario.

Non faranno più ritorno.

I loro corpi massacrati vengono ritrovati nelle strade di Barcellona.

Che i mandanti e gli esecutori di questi come di altri assassini di nostri compagni siano i comunisti stalinisti, non vi è alcun dubbio. Che l’azione di Berneri, le sue lucide analisi, le sue denuncie dei crimini stalinisti e i suoi scritti su “Guerra di Classe” siano state una delle principali cause della decisione presa dai sicari di Stalin, anche questo è fuori di dubbio…

Di certo non minori furono le responsabilità dirette dei vertici del Partito Comunista Italiano, tra tutti Togliatti, Longo e Vidali, che erano presenti in Spagna e che avvallarono l’assassinio di Berneri partecipando con ogni probabilità alle fasi decisionali e a quelle operative che portarono all’esecuzione dei nostri compagni.

 

tratto da libro “Camillo Berneri, l’anarcosindacalismo, la guerra di classe”

 di Careri Gianfranco – edizioni USI

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