La base HEMS non si farà!

CHI LA DURA LA VINCE

ALLA FINE L’ USI SANITÀ DEL SAN CARLO E DEL SAN PAOLO ASSIEME AI LAVORATORI, AI PAZIENTI E AI CITTADINI DELLA ZONA 7 DI MILANO HANNO VINTO LA LORO BATTAGLIA:
– IL SERVIZIO DI ELISOCCORSO RESTERA’ ALL’AEREOPORTO CIVILE DI BRESSO. LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA BASE HEMS (helicopter emergency medical service) PREVISTA ALL’INTERNO DEL GIARDINO DELL’OSPEDALE SAN CARLO E’ STATA FERMATA.

 

La Regione e le due Direzioni Generali dell’AREU e dell’ASST Santi Paolo e Carlo hanno dovuto fare un passo indietro su questo progetto assurdo e pericoloso sulla pelle dei lavoratori e della popolazione e sono state costrette a farlo a seguito delle continue campagne di controinformazione svolte dalla sola USI Sanità, degli incontri pubblici, delle raccolte di oltre 1.000 firme tra i residenti, delle mobilitazioni e presidi dei lavoratori della sanità, sino a diverse interrogazioni regionali.

MA NON E’ FINITA QUI! Altre battaglie ben più pesanti si profilano all’orizzonte e tutte derivanti dall’applicazione nefasta della nuova legge 23/2015 di riordino del servizio sanitario regionale, che accorpa diverse aziende ospedaliere fra loro ma chiude interi reparti e servizi scaricando i costi sul personale della sanità e sui cittadini.

LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA ALL’OSPEDALE SAN CARLO È UNA DI QUESTE.
Se non ci mobiliteremo in fretta assisteremo alla soppressione delle degenze nel reparto di ostetricia, la chiusura delle 4 sale parto, della camera operatoria per il cesareo, del pronto soccorso ginecologico, della chiusura della nursery sino alla chiusura di 5 posti letto di patologia neonatale nel reparto di pediatria. Tutte strutture messe a nuove e con attrezzature all’avanguardia costate milioni di € e che andranno dismesse.

Ma ancora più grave per le donne incinte sarà la chiusura del servizio del punto nascita che tuttora svolge oltre 1.000 parti l’anno e che a breve verranno dirottati ed effettuati presso il reparto di ostetricia dell’ospedale San Paolo, con inevitabili disagi se non rischi per chi deve affrontare kilometri per partorire e trovarsi in una struttura sovraffollata e col personale prossimo al collasso.

Anche in questo caso il mantra che si sente spesso da parte di chi si occupa di salute è che manca il Personale medico ed infermieristico e poi bisogna risparmiare. Peccato che gli stessi che predicano in questo modo sono proprio quelli collusi con il “malaffare” e stanno affossando il servizio sanitario pubblico a tutto vantaggio del privato.

Invece che chiudere vogliamo che i soldi stanziati dal SSN (48 milioni di € per l’ospedale San Carlo e 42 milioni di € per l’ospedale San Paolo) vengano impiegati per le ristrutturazioni e per la messa a norma dei due ospedali e si dia avvio ad una nuova politica di assunzione del personale di assistenza, che ormai è ridotta allo stremo, va sempre più tardi in pensione ed invecchia sempre più.

Perchè se aspettiamo che venga costruito il nuovo polo ospedaliero, se consideriamo i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia, se (e come dicono) i soldi statali destinati alle ristrutturazioni del San Paolo e del San Carlo verranno dirottati per la costruzione del nuovo ospedale (individuato prima a San Cristoforo ed ora al Ronchetto) e se quest’ultimi non verranno messi in sicurezza nel più breve tempo possibile, correremo il rischio di non trovare nessuna delle tre strutture sanitarie in tutta la zona sud e ovest di Milano in grado di erogare assistenza alla popolazione per i prossimi 10-15 anni.

Milano, 8/05/17

USI – SANITA’ Ospedali SAN CARLO E SAN PAOLO

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