In memoria di Franco
REPORT SULLA MANIFESTAZIONE IN RICORDO DI FRANCO SERANTINI
Oggi 7 maggio dell’anno 2017, in una Pisa distratta e affollata di turisti, ma che tuttavia non riesce a nascondere più le tante povertà che ormai affliggono molti dei suoi abitanti, convocata dalle compagne e dai compagni dell’AULA R, di Scienze Politiche si è svolta la manifestazione, in ricordo di Franco Serantini.
Eravamo in pochi, appena una quarantina di uomini e di donne. Aperta da uno striscione di colore nero, con la scritta; ‘PER L’ANARCHIA. CON FRANCO PER UN MONDO DI LIBERI E DI EGUALI’ in caratteri bianchi. Alle quattro e mezza di una calda giornata, siamo partiti dei banchi vicino al palazzo comunale. Per fortuna i più tra di noi erano ragazze e ragazzi di poco più di venti anni. Poche due, le bandiere e in fondo lo striscione della Federazione Anarchica Empolese, quello che accompagna i compagni da tanti anni. Un bimbo se la dormiva placidamente sul passeggino spinto dai suoi giovani genitori.
La manifestazione è arrivata in pochi minuti di cammino, in Piazza Franco Serantini e una compagna ha deposto ai piedi del monumento che lo ricorda , un mazzo di fiori rossi. Un gruppo di compagne, tutte intonate, ha cantato le tante canzoni cominciando con quella che tutti abbiamo tante volte sentita: ‘Era il sette di maggio…’
C’eravamo anche noi con una bandiera dell’Unione Sindacale Italiana e abbiamo letto questo intervento.
‘Non ho conosciuto di persona Franco Serantini. L’immagine più nitida che ho di lui è quella di un ragazzo dai capelli lunghi e che aveva un’inquietante rassomiglianza con Lucio Battisti. Quando fu ammazzato venne ricordato con un manifesto dolce e crudele a un tempo. ‘Franco Serantini, vent’anni, figlio di NN, rivoluzionario anarchico , ucciso dalla polizia italiana mentre si opponeva a un comizio fascista’.
Franco è uno dei tanti compagni che non ci sono più. Compagni come Pino Pinelli, come Giovanni Marini e soprattutto compagni come i tanti che se ne sono andati e che hanno scelto per farlo spesso i modi più crudeli che si possa immaginare.
Erano quasi sempre i migliori tra di noi, anche quelli che sono andati alla malora con l’eroina e la lotta armata. Tanti di loro uscirono piegati e spezzati per sempre dalle carceri speciali, dove vennero rinchiusi per anni.
Ci hanno lasciati da soli ad invecchiare e per questo a volte li malediciamo. Abbiamo cresciuto figli, abbiamo visto scorrere questi anni di abiure , di successi per alcuni, di disperazioni per quasi tutti’.
A volte ci assale un senso di colpa perché noi siamo ancora qui, mentre essi non ci sono più. E il fatto è che non riusciamo ad invecchiare e non so se questa sia una cosa meravigliosa o una condanna , è merito di tutti loro.
Però se andiamo avanti, se non ce l’hanno fatta ad inaridirci è anche grazie a questi compagni che ci hanno lasciati dsa soli a diventare vecchi
In tanti in quegli anni diedero per davvero l’assalto al cielo, misero per davvero fuoco alla prateria e questo grazie a tutti quelli che come Franco avevano per davvero il ‘sole nel cuore’ , la frase non è mia ma di una persona che tanto mi è cara , ed è anche per questo che ce li teniamo stretti.
Siamo venuti via mentre la DIGOS ci riprendeva e ormai non sai se le loro paranoie securitarie facciano più rabbia o ci accendano per loro soltanto un sentimento di ridicolo.
L’incaricato