Guerra alla guerra!
AUMENTANO LE SPESE MILITARI
SI TAGLIANO LE PENSIONI E I SALARI
Il governo ha deliberato “la prosecuzione delle missioni militari all’estero già in corso” confermandone il finanziamento, oltre “la parteciazione a ulteriore 6 missioni”.
Non era sufficiente l’impegno militare in 33 missioni sparse nel mondo in ben tre continenti (Europa, Asia e Africa) con il conseguente impiego di 7 mila militari: dall’Afghanistan all’Iraq, dove erano stati preannunciati interventi di breve permanenza fin dal 2003, i militari italiani sono ancora presenti in una situazione di guerra.
La stragrande maggioranza della popolazione neanche immagina in quanti posti nel mondo sono stati inviati contingenti tricolore armati. I nostri governanti si riempiono la bocca di “missioni umanitarie” con cui mascherano bene i loschi affari, a cominciare dal commercio delle armi esportate in tutto il mondo per lauti guadagni e per alimentare le guerre.
Si stima che il costo delle nuove missioni approvate sfiori i 120 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi al resto delle spese militari che nel 2017 hanno avuto un costo totale di 23 miliardi, 64 milioni di euro al giorno. Tutte risorse sottratte alle nostre più urgenti necessità (case, ospedali, asili, scuole) e al sostegno dei più bisognosi nella popolazione.
Mentre imperversa la campagna elettorale con le false promesse di sempre, con il Parlamento sciolto, si è deciso l’invio di ulteriori 6 missioni militari: si sono rafforzati fronti già preesistenti come quello di Libia e se ne sono aperti di nuovi con l’invio di truppe in Niger e in Tunisia oltre nel Sahara Occidentale e Repubblica Centrafricana. Tutte missioni con lo scopo di controllare le popolazioni che si ribellano ai loro governi.
Ci ricordiamo i bombardamenti nel 2011 alla Libia in nome della democrazia, provocando morti innocenti e distruzione, causando un esodo di profughi in fuga dalle guerre e dal terrorismo che si è sviluppato: questi sono atti di guerra altro che “missioni umanitarie”.
Sono proprio le scelte dei nostri governi che fomentano guerre utili solo agli interessi padronali, utilizzando il commercio delle armi, la causa principale del propagarsi del terrorismo nel mondo.
Solo con lo sviluppo di un vasto fronte di lotta del movimento dei lavoratori, lavoratrici e delle forze popolari contro le guerre e le spese militari, rivendicando invece più salario, meno sfruttamento, un lavoro dignitoso e utile per tutti, può essere un valido contributo alla pace nel mondo.
UNIONE SINDACALE ITALIANA
Comitato USI-AIT contro il Militarismo e la Guerra