GIÙ LE ARMI SU I SALARI – ROMA

SCIOPERO GENERALE 2 DICEMBRE – MANIFESTAZIONI LOCALI

3 DICEMBRE – ROMA – MANIFESTAZIONE NAZIONALE

Lo sciopero generale nazionale del 2 dicembre 2022 di tutti i settori pubblici e privati del sindacalismo di base e conflittuale (Usb, Si Cobas, Cub, Sgb, Unicobas, Usi Cit )   ha avuto un buon successo di adesione soprattutto nel settore del trasporto pubblico lungo tutta la penisola. Centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici si sono astenuti dal lavoro e nella giornata dello sciopero hanno attivato manifestazioni locali, presidi ed iniziative in molte città: Bologna, Modena, Parma, Trieste, Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Napoli, Palermo, Catania, Sassari, Ancona, Firenze, Livorno, Pisa, Genova, Piacenza eccetera.  Dai braccianti alla logistica, dalla Pubblica amministrazione alla scuola, alla sanità, ai trasporti e ai servizi si chiedono interventi concreti contro la guerra e l’economia di guerra dunque contro l’aumento vertiginoso delle spese militari, contro il carovita e il caro bollette, per ottenere i salari indicizzati adeguandoli al crescente costo della vita e il ripristino della scala mobile.

Ad essere contestate sono l’assenza in concreto di politiche strutturali e di lungo periodo a favore delle classi lavoratrici per colmare l’impatto devastante dell’inflazione sulla vita dei salariati e dei pensionati che l’attuale governo Meloni di estrema destra sta perseguendo in continuità con le inadempienze dei governi precedenti. Ancora una volta i primi a pagare le conseguenze della crisi economica sono i cittadini per la carenza di investimenti importanti rivolti alla scuola, alla sanità, ai trasporti, all’ambiente.

L’attuale governo sta anche togliendo ai disoccupati un misero reddito di cittadinanza per dare più risorse ai padroni, mostrando il suo vero volto: togliere ai poveri per dare ai ricchi, dare più libertà alle imprese in prima fila quelle petrolifere e ai produttori e venditori di armi che continuano a realizzare extraprofitti speculando sull’economia di guerra.

Pertanto migliaia sono le famiglie a rischio di ulteriore impoverimento, migliaia le aziende strozzate dai costi energetici e in Italia lo stipendio non cresce da anni a differenza del resto dei Paesi Ocse.

La protesta è andata oltre la giornata dello sciopero e il 3 dicembre, il giorno dopo, i sindacati di base hanno promosso e autorganizzato a Roma, sulla stessa piattaforma dello sciopero unitario, una manifestazione nazionale alla quale hanno aderito altre realtà sociali, collettivi studenteschi, centri sociali, partiti ecc. Ha partecipato una delegazione dei sindacati alternativi europei. Il corteo ha visto la mobilitazione di migliaia di partecipanti provenienti da ogni parte del paese e sotto una pioggia battente hanno attraversato le vie della città da p.za della Repubblica a p.za S. Giovanni. Migliaia di lavoratori e lavoratrici in viaggio con pullman e treni già dalla notte hanno raggiunto la città da ogni parte del Paese. Alla vigilia dello sciopero non sono mancate come al solito le polemiche sui posizionamenti in questo corteo nazionale di Roma che, a nostro avviso, non sono una novità in questa città come in tante altre occasioni e evidentemente non hanno inciso sui risultati quantitativi e qualitativi dello sciopero e delle due giornate di mobilitazione. Le due giornate proposte e percorse dai sindacati di base e conflittuali, a partire dalla proclamazione unitaria dello sciopero, alle iniziative locali del 2 dicembre e la manifestazione nazionale di sabato 3 dicembre infatti sono la risposta e la dimostrazione concreta che, nella diversità, nelle lotte si possono attraversare insieme anche le strade. Un’altra tappa di lotta concreta dunque nel percorso unitario dei sindacati di base e conflittuali, fuori dalla portata dei sindacati concertativi CGIL CISL UIL, che ha seguito lo sciopero generale unitario dell’11 ottobre 2021 e quello del 20 maggio 2022 contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra.

USI Cit è stata presente alla manifestazione nazionale di sabato 3 dicembre a Roma con un proprio striscione “Padroni di niente Servi di nessuno” con delegati e delegate di Roma, Bologna, Parma, Milano, Monza, Macerata eccetera. Ci siamo posizionati seguendo lo striscione di apertura “Abbassare le armi Alzare i salari”, seguito dal camion per gli speakeraggi e lo spezzone dei braccianti.  Scanditi slogans dal nostro megafono tra i quali “Contro la guerra del capitale sciopero, sciopero generale”, “Contro la guerra sciopero selvaggio e se non bastasse, sabotaggio”, Tout le monde deteste la police”, “Schiavi! Mai!”.

Roma. Nella giornata dello sciopero generale del 2 dicembre ci sono stati diversi presidi in città sotto al MIM (Ministero Pubblica Istruzione e Merito), al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), al MEF (Ministero Economia e Finanza). In contemporanea partecipavano alla protesta anche altre realtà sociali e comitati cittadini. Il Movimento di lotta per l’Abitare ha occupato uno stabile in via Sicilia con 49 famiglie per portare alla ribalta il problema del caro affitti e l’emergenza abitativa che ha bisogno di interventi concreti e può essere affrontato come un diritto per tutte e tutti e non come un problema di ordine pubblico. Un gruppo di attivisti solidali nella mattinata ha dato vita ad un flash mob in p.za della Repubblica di fronte all’Ufficio della Cultura dell’ambasciata di Turchia We see your crimes per denunciare i bombardamenti e l’uso di armi chimiche da parte dello stato turco e iraniano sul Rojava. I sindacati di base inoltre hanno presenziato una conferenza stampa sotto la Prefettura in p.za ss. Apostoli per denunciare e informare l’opinione pubblica del divieto di manifestare in p.za Montecitorio, sotto la Camera dei deputati ovvero la sede del Parlamento e chiedere la cancellazione di questa ordinanza prefettizia emessa in seguito all’emergenza da covid 19.

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