Corteo a Milano contro le politiche padronali e governative

Sabato pomeriggio del 4 luglio si è svolto a Milano un corteo unitario di protesta promosso dal sindacalismo di base (CUB, SGB, USI) e dai settori dell’opposizione sociale e politica, tra cui gli anarchici della FAI milanese. Il concentramento era alle 16, in piazza Della Scala, davanti al Palazzo Comunale. I manifestanti con striscioni posizionati attorno alla piazza e bandiere al vento hanno organizzato un presidio durato circa un’ora, dove stazionava un camion degli organizzatori che attraverso amplificatori mandavano musiche di protesta e interventi che si sono susseguiti, portando la testimonianza delle pesanti situazioni che stanno subendo i lavoratori in questa fase. Interventi, ci sono stati, anche da parte delle associazioni degli immigrati che hanno molto criticato i criteri con cui è stata fatta la sanatorio e il Comune che non ha dato adeguata assistenza agli immigrati presenti nel territorio. C’è stato anche un intervento di un rappresentante USI che ha attaccato duramente le scelte del Comune di Milano verso i lavoratori. Si definiscono giunte di sinistra, ma quando sono all’interno delle istituzione, al di là delle belle parole di democrazia e di antifascismo, cade la maschera nei rapporti con i lavoratori. “ Questa Amministrazione utilizza largamente la precarietà sul lavoro, vengono appaltati e sub-appaltati servizi sociali importanti, con lo scopo preciso di esercitare un ricatto sui lavoratori e le lavoratrici, per ottenere il massimo di sfruttamento possibile”. L’intervento terminava affermando: “Una giunta rossa, ma rossa di vergogna”.

Successivamente il corteo si muoveva, per un percorso concesso non molto lungo.

Come USI ci siamo posizionati con le nostre bandiere dietro lo striscione: “Stato di agitazione permanente continua” delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo. Davanti a noi c’era la “Banda degli Ottoni” e dietro seguiva lo striscione “Invisibili ma indispensabili”. Un corteo molto comunicativo, reso allegro e vivace dal repertorio della Banda degli Ottoni . Con i componenti della Banda ci siamo accordati che tra uno stacco e l’altro musicale, si interveniva attraverso un nostro megafono a scandire gli slogan legati alla protesta:

“Basta spese militari, vogliamo scuole, case ed ospedali”, “Sanità pubblica e garantita, basta saità privata”, “Governo regionale, macelleria sociale”, “Contro il potere dei padroni, dieci cento mille autogestioni”, ecc. Una combinazione riuscita molto bene.

Siamo arrivati alla centralissima piazza del Duomo dove terminava il corteo. Il camion con i suoi amplificatori  si è posizionato davanti ai manifestanti e sono ripresi gl’interventi finali. In difesa dei lavoratori e lavoratrici delle scuole, della sanità, contro il razzismo in Italia e nel mondo, ribadendo le critiche alla sanatoria per gli immigrati. E’ stata considerata molto positiva l’attuale mobilitazione, dopo una serie di iniziative di protesta che sono state organizzate nei giorni precedenti, indicando nelle occupazioni di strade e delle piazze la linea da proseguire con la prospettiva, successiva, di uno sciopero  generale.

C’è stato un intervento finale del rappresentante dell’USI che ha ribadito le gravissime responsabilità del governo regionale, soprattutto nel momento più critico della pandemia, dove la tanto decantata eccellenza sanitaria lombarda, si è sciolta come neve al sole, conseguenza dei tagli, degli scandali e soprattutto delle privatizzazioni nella sanità. “Costoro hanno nella loro coscienza i tanti morti negli ospedali, nelle abitazioni senza assistenza e soprattutto nelle strutture per anziani dove ci sono stati centinaia di morti”. Mentre il governo centrale prosegue nelle varie fasi, 1-2-3, noi rivendichiamo con forza una fase: “Quella dell’immediata cassa integrazione per i lavoratori  sospesi dalle attività lavorative, con la necessaria integrazione da parte delle aziende. Rivendichiamo con forza la garanzia di un reddito per tutti i disoccupati, perché delle loro condizioni ne è responsabile solo l’attuale sistema”.

Per dare una risposta concreta alla domanda dove prendere i fondi necessari: “Basta guerre! Basta missioni militari all’estero!Utilizziamo i fondi delle spese militari per opere sociali in questo paese”.

Si è ritornati sulla questione della sanità per evidenziare che “mentre nel periodo critico si osannavano come eroi gli operatori sanitari , non si è fatto scrupoli il padronato di attaccarli proprio nei loro diritti fondamentali, come il contratto di lavoro”.

Questo è avvenuto all’ospedale San Raffaele, è avvenuto nell’Istituto della Sacra Famiglia, dove i contratti dei  dipendenti sono stati arbitrariamente sostituiti in modo peggiorativo.

I nostri nemici da combattere sono “il governo regionale che difende la sanità privata a discapito dei diritti dei lavoratori e il governo centrale con le leggi che permettono al padronato di cambiare i contratti di lavoro a piacimento”. E’ importante e fondamentale che in tutte le categorie, soprattutto nella sanità privata, ci sia un solo ed unico contratto:  “non quello peggiorativo come vuole il padronato, ma quello che offre migliori condizioni per tutti”.

“Questa è la proposta – terminava l’intervento – sulla quale chiamiamo tutti i sindacati di base a lottare assieme”. Enrico

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